Un numero interessante ma che rimane nella media degli ultimi albi.
Londra 2012, Caccia all’oro: Il piano dell’Agente “M” (1° Puntata) (Gagnor/Mazzarello) un’interessantissima prima parte da l’avvio a questa saga che ci accompagna verso le Olimpiadi, con un bel giallo, intricato e molto, molto misterioso. Tanta suspense, molto mistero e una sceneggiatura senza pecche rendono questa storia abbastanza interessante, gli manca quel qual cosina che lo porta a essere un capolavoro dell’anno. Ci prova, il nostro Donnie con il riferimento agli zirconiani/fascisti ma risulta già visto e, seppur io premi il coraggio che ha avuto, non mi è sembrato abbastanza interessante per dare lo slancio definitivo a questa storia. Come prima parte fa venire l’acquolina per le prossime e una vera visiona generale si potrà avere quando questa accattivante saga si concluderà (o meglio quando finirò di commentarla, l’ho già letta ma fare il misterioso è troppo divertente). I disegni di Marco Mazzarello sono in calo rispetto ai suoi anni d’oro, fine ’90 inizi ’00, e ci presenta dei personaggi sempre più deformati e in alcune vignette mono - espressivi. I disegni sono in calo, considerando che era un ottimo disegnatore, ma rimane un disegnatore decente e interessante da guardare.
I custodi del mistero: Indiana Pipps e la scimitarra di Gengis Khan (Sarda/Urbano) Sarda cerca di rinnovare il suo personaggio clou con una storia avvincente nel primo tempo e lievemente con un ritmo e una piacevolezza di lettura minori nel secondo tempo, ma ciò è necessario per esporci questa nuova serie che credo migliorerà nel tempo grazie a questa storia. Una trama quindi avvincente e coinvolgente nella prima parte che si spegne diventando più commedia nella seconda, presentandoci comunque personaggi che potrebbero tranquillamente svolgere quel ruolo che da tempo io sogno di vedere, ovvero vedere il corale su Topolino. Rientrando sulla storia in questione, la sceneggiatura è al limite del tentativo di rompere tutti i cliché: quello della risoluzione del mistero, proponendo una soluzione abbastanza stramba ma originale; l’oggetto ritrovato che è anch’esso nell’assurdo, ma originale. Tentativi al limite della realtà ma che dimostrano come Bruno Sarda sia alla ricerca di rinnovare profondamente questo personaggio. Passando ai disegni non si può che fare i complimenti a Urbano per dei disegni ottimi, espressivi, con movimento, con le proporzioni e che presentano i nuovi personaggi seguendo quegli stereotipi base della comicità senza cadere nel già visto, e poi quella pagina iniziale è stupenda.
Street Soccer Squad: Un mistero da campioni (1° e 2° episodio) (Ferrari/Pochet) un inizio carino per una serie che potrebbe dare dei frutti migliori di questo. Abbastanza insipido, non “graffia”, non lascia un segno e fila via tranquillamente sull’onda dei tanti cartoni animati calcistici che imperversano nei canali dedicati ai disegni animati. Una trama scattante, un po’strana, con accenni di assurdità (forse per la brevità, che non permette troppo tempo per meditare sulle cose). Ottima la caratterizzazione dei personaggi, noiosa la trama per chi ha già visto (anche solo qualche scena) dei cartoni suddetti (e io qualche esempio l’ho avuto in età molto più adatte). Gli ottimi disegni di Fabio Pochet riescono a enfatizzare ancora di più l’impressione di cui sopra, e rappresentano il grande passo da illustratore a disegnatore serio e professionale per l’autore che ci riesce appieno. Vediamo come proseguirà.
Paperoga e il socio di fortuna (Figus/Panaro) una storiella carina a concludere il numero, anch’essa abbastanza insipida. Il cliché è ripetitivo seppur si cerchi di renderlo originale con un cambio del personaggio, che no muove di niente l’attenzione. Carina, qualche battutina interessante c’è e la citazione ciminiana merita un applauso e basta. Nonostante tutte questa critiche devo dire che leggendola l’ho apprezzata e letta con piacer seppur si vista a rivista. Di originale sono gli oggetti della ricerca, che sono assurdi ma originali (e mi rifaccio al discorso sulla storia di Sarda). Unica cosa strana e Gastone, possibile che un personaggio come lui sia allo stesso piano di Paperino, devo dire che nonostante lo snaturamento risulta più simpatico così. I disegni di Panaro sono stupendi e rendono benissimo con numerosi tentativi di uscire dallo schema delle tre righe per pagina. Sommando il tutto, si legge volentieri ma non scivola via tranquillamente senza dare fastidio ne esaltare.
Un numero interessante ma fatto di tanti tentativi di “graffiare” che, purtroppo, non sono riusciti appieno.