Papersera.net

Un commento breve per le due storie brevi.

Zio Paperone in brivido sotto il sole: Molto molto divertente! All'inizio anch'io avevo alzato il sopracciglio nel vedere Zio Paperone, papero temprato dai ghiacci del Klondike, avere paura dell'acqua fredda. Poi ho capito che era proprio l'intenzione dell'autore giocare su questa cosa e me la sono goduta appieno. D'altra parte anche Indiana Jones aveva paura dei serpenti... Ah, Faccini perfetto per questa storia, non poteva esserci nessun'altro al posto suo.

Paperino e l'estate da bagnino: Ossia come NON bisogna usare Paperoga. Quando ero piccolo Paperoga lo odiavo. Poi, un'attenta revisione del personaggio che l'ha reso più una spalla comica stralunata che un portatore ambulante di disgrazie me l'ha fatto tornare simpatico. Ecco, questa storia mi riporta indietro di 20 anni...

La straniera ancora non trovo il coraggio di leggerla. Già le storie straniere sul Topo le odio dal profondo, aggiungiamoci anche le 50 pagine e mi sembra di dover scalare anche a me il Tor Korgat con tanto di personalità multiple...

La storia di Gagnor - pur in parte incostante - è un capolavoro, decollando soprattutto nel secondo tempo. Credo che Gagnor sia riuscito a fare con Topolino quello che Don Rosa ha fatto con Paperone: mostrarcene i sentimenti, le pulsioni più nascoste, l'umanità del personaggio. Casty sta abbattendo da anni la costruzione di un Topolino perfettino, ma penso che il colpo decisivo - e più potente - l'abbia dato questa splendida storia. Gagnor riesce a scavare a fondo nei personaggi, mostrando il vero io non solo di Topolino, ma anche di Gambadilegno e di Pippo, che si conferma uno dei character più poetici. Cavazzano poi... è in queste storie che dà il massimo: paesaggi mozzafiato, avventura, emozioni forti. Quando vedo la sua mano sprecata dietro ad avventure cittadine e piuttosto scialbe, ho l'idea che la scarsezza della storia influisca anche sul suo lavoro. Sono storie come quella di questa settimana quelle in cui dovrebbe essere sempre impiegato uno dei maggiori talenti Disney.

Bravissimo anche Vito, un altro che ha capito a meraviglia la personalità complessa di Paperone e che la usa veramente bene, anche se confesso che le gag che mi hanno più divertito sono quelle su Gastone.
Qualcuno trova che la paura di Paperone per l'acqua fredda sia of character. Ecco, penso che alla base di quest'idea ci sia un piccolo fraintendimento: quella non è paura, è fastidio, un fastidio normalissimo e che credo chiunque abbia anche fatto solo un bagno in mare in tutta la vita può testimoniare. La forza di questa breve è c che ti ci riconosci. Uno dei pochi comici che mi fanno ridere è Giuseppe Giacobazzi e sapete perché? Perché racconta esperienze di vita vera, cose di cui tutti abbiamo esperienza. Quando lo senti parlare del supermercato e del carrello che inevitabilmente va sempre storto, dici Quanto è vero! Questo è quello che mi è successo con la storia di Vito.

E ora due critiche. La prima è alla storia di Guerrini, non malvagia in sé, ma capace di far venire a un santo il desiderio di sopprimere Paperoga tra atroci sofferenze. Ecco un altro personaggio che ha bisogno di staccarsi da un'immagine derivata dall'uso sbagliato che ne hanno fatto svariati autori nel corso degli anni (per fortuna se ne sta occupando Faccini che ha capito la magnifica follia del personaggio).

La seconda critica va alla straniera. Troppe pagine ma soprattutto troppe disgrazie. Come per Paperoga nella storia precedente, questo è il Paperino che non sopporto. Ti ci arrabbi e hai voglia di prenderlo a randellate perché alle disgrazie non si oppone. Lo trattano a pesci in faccia, è soggetto a ogni ingiustizia, e lui calmo cerca di raggiungere il proprio obbiettivo, senza reagire, rispondere per le rime agli insulti e all'ingiustizia. Mi è venuto un nervoso incredibile durante tutta la lettura. Ho sempre pensato che far fare a Paperino la parte della vittima di tutte le ingiustizie di questo mondo sia la cosa più diseducativa che esista. A differenza di quanto si pensa, le ingiustizie non ci sono perché esistono i prepotenti. Ci sono perché esistono i vigliacchi che lasciano fare ai prepotenti. La cosa peggiore poi è vedere Paperino che perde la testa quando scopre che il premio non è in denaro ma in caviale. E che colpa ne hanno quelli del concorso delle sue disgrazie? E' la natura dei falliti ingoiare rospi e poi rifarsela con chi non c'entra, passando quindi dalla parte del torto. Peccato che Paperino non sia un fallito e trattarlo così è trattarlo in modo miserevole

Aggiungo una piccola riflessione per amor di chiacchiera.

Secondo me bisogna anche saper fare la differenza tra ciò che è umoristicamente credibile e cosa non lo è.
Esempio 1: Macchia Nera, un super genio criminale, ha paura (paura, non fastidio o allergie varie) di un gattino. Può essere uno spunto simpatico, ma probabilmente svilente e non immedesimabile perché nessuno ci crede.
Esempio 2: Nonna Papera tiene una conversazione imbarazzante (il tempo, la salute, i luoghi comuni) e piena di sorrisi falsi con la vicina, che scopre essere noiosissima. Questa è un'altra idea simpatica, ma di vita vissuta perché a tutti sarà successo prima o poi di essere a disagio in un discorso. Con ZP ho cercato di muovermi nella seconda direzione, che è quella che prediligo quando si tratta di storie umoristiche brevi.
Gli eroi super miti vanno anche bene, ma secondo me sono più belli quando ci ricordano di essere come noi.

Un saluto e buona discussione.

Ecco i miei personali commenti su Topolino 3013:

Copertina: 9 Molto, molto, molto bella, anzi, splendida.

Topolino e il passaggio al Tor Korgat: storia in due tempi, di cui mi ha colpito soprattutto il secondo, avvincente e con un pizzico di poesia. La trama scorre liscia come l'olio, e i colpi di scena si concentrano soprattutto nella seconda e ultima parte. Storia che ci fa vedere un Topolino, non troppo perfettino e nemmeno troppo avventato, ma dove, soprattutto Topolino è semplicemente... Topolino, il "topastro" che ha fatto innamorare milioni di lettori, dal carattere unico e inevitabile. Non solo lui, ma anche tutti gli altri personaggi sono caratterizzati in maniera davvero impeccabile, e qui devo fare i miei "complimentissimi" a Gagnor, e anche a Cavazzano, che con i suoi magnifici disegni ha contribuito a farmi amare questa storia. Finalmente si rivede un Gamba veramente cattivo, che non si limita ad odiare semplicemente Topolino, ma cerca persino di farlo fuori, e nonostante questo, Topolino lo salva dalla morte certa, dimostrandosi un Eroe.  Voto 9

Zio Paperone in: brivido sotto il sole: dalle gelide temperature del Tor Gorgat alla spiaggia di Paperopoli. Una breve che fa veramente ridere. Soprattutto quando Paperino dice che Nonna Papera "non li pare tanto giovane" . Bello il finale con effetto a sorpresa. Inoltre, ho apprezzato molto l' aria di "famiglia" che si respira da inizio a fine storia, Qui, Quo e Qua che dimostrano di essere dei piccoli monelli e la citazione della sesta vignette di pagina 75. Più che belli i disegni di Faccini.   Voto: 7,5

Paperino e l'estate da bagnino: Carina breve, anche questa ambientata al mare, con un Paperoga più disastroso che mai. Apprezzo i disegni di Guerrini, ma non mi convince molto il suo Paperino...   Voto: 6+

Paperino e l' irraggiungibile stella: Solo ora ho capito il gioco di parole . Carina, ma troppo troppo lunga, anche se è abbastanza scorrevole. Non apprezzo molto i disegni di Pujadas, penso che manchi di uno stile vero e proprio. Mi pare un misto tra Cavazzano e Ferraris...   Voto: 6,5  


Un bel numero di Topolino.  Voto medio: 7,5

A mio (personalissimo e modestissimo) parere, questo numero si divide in due metà: la prima eccellente, la seconda molto meno. Ma andiamo con ordine:
Topolino e il Tor Korgat
Spettacolare. Sia per la sceneggiatura che (non me ne voglia Gagnor) soprattutto per i disegni di Cavazzano. Uno spettacolo per gli occhi. Credo che la vignettona di apertura, due pagine intere senza margini, rimarrà nella memoria di molti. Gagnor evita il dialetto nordico e scrive una storia bellissima e godibile.
Il brivido sotto al sole
Complimenti al nostro Stabile, che ci regala una storiella leggera, ma divertentissima. Forse poi io l'ho apprezzata particolarmente perchè mi sono molto immedesimato in Paperone...  

Veniamo alle note dolenti
Paperino e l'estate da bagnino
Mi sarei aspettato di più dal ritorno della Gianatti. Invece è una storia che si basa su un'idea utilizzata infinite volte Paperino fa un bel lavoro, arriva Paperoga che rovina tutto   non m'ha lasciato nulla...

Poi Paperino e l'irraggiungibile Stella.
50 tavole per una storia per cui ne sarebbero bastate si e no 30. Già io sono prevenuto verso le straniere, ma questa è la peggiore del numero. Dà l'idea che non sapessero come occupare l'ultimo terzo del Topo, e allora abbiano infilato un fondo di magazzino danese. Lunga, lunghissima e pesante, ho faticato a finirla, non vedevo l'ora di arrivare alla fine. Paperino che viene sbalzato qua e là senza praticamente che nemmeno se ne accorga mi ricorda le divertenti storielle demenziali di Ciccio che faceva il giro del mondo (e non solo) addormentandosi ovunque.

PS
L'altro ieri mi telefona il mio cuginetto di 7 anni, in vacanza in Calabria. Mi dice "Tu vuoi fare lo scrittore di fumetti, vero? Bè, adesso lo voglio fare anch'io!| Ho letto Topolino..." poi mi ha elencato tutti i titoli delle storie che ha letto "Topolino e il passo del Tor Korgat.... Zio Paperino e il brivido..." Ecc Ecc
Bè, sarà una stupidaggine, ma io che sono cresciuto a pane e Topolino mi sono sentito orgoglioso....
Credo che per Natale farò un giro per le bancarelle di libri e fumetti usati e gli regalerò un pacco di Topolini.  

Ottimo numero. Solo quattro storie (e forse è un pregio perché non si appesantisce), ma merita. Credo quattro stelle.
Intanto commento la prima parte.
COPERTINA. Bella. Anche per me la scritta delle barze stona. Qualcuno ha parlato anche del nome della testata. Chissà se in bianco tipo nuvole avrebbe fatto un effetto migliore. Cmq bella.
ZICHE. Stavolta vi ha accontentato, niente paperi. Ottima come sempre.
EDITORIALE. Sempre molto interessante. E ha ragione, quel disegno merita
TOR KORGAT. Storia e disegni ottimi. Bello il ragionamento per la caratterizzazione dei personaggi. A questo punto non è importante se qualche gioco di parole è poco riuscito.
Già fin qui l'albo merita. A breve commento il resto.

Ottimo numero. Solo quattro storie (e forse è un pregio perché non si appesantisce)

Insomma... 50 tavole all'inizio e (soprattutto) 50 alla fine!
Non che mi dispiacciano le storie lungh... issime, però ne preferirei una a numero e magari altre quattro di media/breve lunghezza anziché due brevi (come in fondo si è quasi sempre fatto).

Dico la mia brevemente:

Topolino e il passaggio al Tor Korgat: poco da aggiungere a quanto già detto, se non che il maestro Cavazzano mi ha regalato un'espressione facciale luciferina di Gambadilegno che ho osservato inebetito per qualche minuto...genio! 8-)
A Gagnor faccio i complimenti, però a me la cassoeula (fin troppo presente nella storia), non va giù manco coi petardi!
Che dire poi della versione "bulla" del topastro? Sembrava Balotelli in versione Disneyana! :

Zio Paperone in: brivido sotto il sole: la strana coppia Vito/Faccini funziona eccome, solo che a me più che Paperone, mi ha fatto ridere Gastone e i suoi "kulosissimi" ritrovamenti...se la storia fosse stata dieci pagine più lunga,
avrebbe scoperto il sacro Graal o la pietra filosofale in quel fondale!!!

Paperino e l'estate da bagnino: qui bastava mettere Pennino al posto di Paperoga e tutto sarebbe filato liscio, così invece per me...è NO!

Paperino e l' irraggiungibile stella: un altro pò e veniva un topo grosso come il n.3000 per farla star dentro tutta...trooooooppooooo luuuuuungaaaaa!!! :(

@Cornelius Coot: è vero che di solito c'è solo una storia lunghissima, però stavolta a me non è dispiaciuto come è stato strutturato. La prima storia potrebbe essere una pietra miliare nella caratterizzazione del Topolino contemporaneo, e c'è ben poco di tagliabile (a parte la casseoula e qualche nomignolo troppo forzato). L'ultima storia, invece, per quanto eccessivamente ansiogena per i miei gusti, cmq tiene sulle spine e spinge ad andare avanti con parecchi colpi di scena non ripetitivi per vedere come prosegue e come va a finire. Se il finale fosse stato sfavorevole a Paperino, allora la storia sarebbe stata da cestinare, ma così possiamo chiudere un occhio e vedere per curiosità all'estero che tipo di storie arrivano ad inventare (anche se piene di esagerazioni...). Dopo quella, a parte la buffa Topo Gulp, un'altra storia sarebbe stata di troppo E comunque secondo me non si sarebbe potuto mettere questa come unica storia lunghissima. Per poterla pubblicare, era necessario fare un'eccezione e metterla insieme ad un'altra storia lunga ma epica
@FearTear: lo sapevo che qualcuno l'avrebbe detto... :

Continuo il mio commento con la parte centrale dell'albo (dell'inizio e della fine ho già detto ieri). Oltre alle due storie lunghe in apertura e in chiusura, al centro ci sono due brevi leggibili, anche se hanno elementi che mi convincono poco.
ZIO PAPERONE. Viene mostrato uno zione fifone per l'acqua, immagine che poco si adatta all'idea comune che si ha di lui. Come accennato dall'autore, però, in una breve estiva per bambini ci può anche stare uno zione che fa la buffa figura del tipico vecchietto "pauroso". Degno di lode è invece il fatto che ci sia l'intera famiglia dei paperi riunita insieme per le vacanze. L'immagine di Gastone è quella che preferisco: in buoni rapporti anche con Paperino, nonostante la sua solita fortuna. Carina.
PAPEROGA. Già i disegni di Guerrini mi lasciano perplesso fin dai tempi di PKNA #4. Poi Paperoga molesto e invadente non mi piace molto... (come ha ben riassunto un altro utente). Questa è la nota dolente dell'albo, ma alla fine il giudizio resta positivo.

Numero molto bello, impreziosito soprattutto dalla storia "Topolino e il passaggio al Tor Korgat" di Cavazzano e Gagnor, che ci hanno regalato un capolavoro! Questa storia ci fa riflettere, ci fa emozionare, ci spinge a vivere l'avventura al fianco dei personaggi, come se fossimo al loro posto. Alzi la mano chi non si è chiesto: "io cosa avrei fatto? Sarei andato sulla vetta del Tor Korgat?". Merito dei disegni del Maestro Cavazzano, ma anche del soggetto e della sceneggiatura che non sono mai banali; bravissimo Gagnor! Inoltre non sottovaluterei anche il fatto che con questo caldo è sempre piacevole vedere vette innevate e immaginare di trovarsi lì; ottima quindi anche la scelta di pubblicare la storia ad agosto!
Ma il numero era partito bene già con il "che aria tira a Paperopoli" che ha come protagonista Dinamite!!!
La montagna svela chi sei...

 (ATTENZIONE SPOILER RIPETUTI), scrivo dal cellulare e non avevo voglia di "giallare" mezzo post  

La storia di Gagnor-Cavazzano era molto attesa, ed infatti é stata un capolavoro, e mi é piaciuta un sacco, forse giusto un po' "telefonata" nel senso che sembra scritta, pensata, con l'idea di diventarlo, invece che venir considerata tale a furor di popolo. I disegni di Cavazzano, manco a dirlo, sono spettacolari, fantastici, adattissimi, é incredibile nella resa dei paesaggi realistici, e quindi nelle storie d'avventura, non lo scopriamo oggi, eppure s'é superato. Gagnor imbastisce una trama avventurosa, quindi di vecchio stampo, d'altri tempi, la infarcisce di riferimenti attuali non banali (non sapevo di tutta questa "commercializzazione" dell'Himalaya), poi ci sono tutti i suoi nomi storpiati, il nome di Tunz e le DOZZINE di riferimenti alla casoeula che dopo un po' fanno cader le braccia, la bravura nel mettere questi riferimenti é se non si notano troppo, se no diventano fastidiosi, ma va beh. Il tutto parte da una motivazione credibile, recuperare un amico in difficoltà (l'espressione muta di Pippo e Topolino davanti alla Tv é impagabile, trasmette davvero qualcosa), in condizioni difficoltose, e su questa base si dipana una trama semplice, lineare, ma che si arricchisce di significati man mano. L'idea é che il mondo é diventato più "piccolo", non ci sono più imprese da compiere, e questa sarebbe l'ultima. Niente é particolarmente originale, il personaggio che ti sta antipatico é davvero il cattivo alla fine, Gambadilegno é spietato e lavora da mercenario come negli anni '30, mostra tutto il suo odio per Topolino, forse é un po' implausibile che si salvino per puro "culo", concedetemelo, quando cercano di farli fuori, quella invece é proprio una classica "topolinata" da Topolino "perfettino", ed in proposito, anche il sentire Gamba, alla fine, parlare di "eroismi perfettini", più che un voler ribaltare quest'idea, sembra una polemica coi lettori. Diciamo che Gagnor ha il vizio di non saper scrivere "tra le righe". Però il messaggio, l'idea che "la montagna fa emergere chi sei veramente", e l'analisi di Pippo che "se conquistiamo la montagna, vivremo in un mondo noioso dove tutto é stato fatto" é bellissima. Però non mi é chiaro com'é che Topolino gli dia ragione, per ripromettersi subito dopo di ritornare l'anno successivo e riprovarci . I tormenti interiori del Topo sono favolosi, però a pensarci un po' forzati, quando mai abbiamo visto un Topolino "poltrone" come nel primo esempio, od "ambizioso" come nel secondo? ; eppure il fatto che il terzo sia il Topo anni '30, e che la morale sia che é un po' incosciente, e neanche la sua é la soluzione giusta, é molto profondo (risponde a Gamba, che pensa che Topolino sia un esibizionista che si caccia nelle avventure per il gusto di farlo; eppure la cosa strana é che tutte e tre le "coscienze", in pratica, suggerivano di lasciar andare Gambadilegno .....) Topolino invece lo salva, a costo di non conquistare il Tor Korgat, e questi tuttavia non gli é riconoscente, ma gliela ripromette. Bellissimo.

La storia di Vito, pur impreziosita dai disegni di Faccini, era banalissima e non mi ha trasmesso proprio nulla.

Quella della Gianatti con Guerrini ripropone un Paperoga "classico", molto anni '90, che non capisco perché dovrebbe essere OOC , ma in definitiva strappa poche risate, ed a Guerrini fanno fare sin troppe brevi, merita ben altro

Infine la straniera é ben disegnata da Pujadas, ripropone un Paperino "classico", si ficca in guai disumani, si arrabatta per uscirne, ma tutto gli gira contro, e poi si prende una rivincita con un colpo di fortuna. Non é che non vada bene, ma su 50 pagine ci sono alcuni passaggi un po' troppo sconclusionati (il film girato DIRETTAMENTE NELLO SPAZIO :o), ed un finale un po' troppo "deus ex machina". Non é che le straniere facciano schifo, ma se le comprano per risparmiare, invece che far scrivere storie più "approfondite" ad autori nostrani, che infatti fanno un sacco di brevi, spesso di autori nuovi, e poco ispirati, allora può diventare un problema. Le storie dei Paperi sono spesso maledettamente banali, roba da anni '50 (anche se quantitativamente sono più numerose). Poi QUESTA in particolare era discreta, anzi più che buona, é una considerazione generale.

Come accennato dall'autore, però, in una breve estiva per bambini ci può anche stare uno zione che fa la buffa figura del tipico vecchietto "pauroso".

No, scusami, dov'è che Vito avrebbe "accennato" di aver scritto una storia per bambini con Paperone che fa la buffa figura del vecchietto pauroso? No, perché credo di essermelo perso...


Ciò che mi sta piacendo di più di Vito è che sta cercando in tutti i modi di sfruttare lati nascosti e inaspettati di Paperone: questo fattore, proprio come nella sua storia precedente, è sempre quello che fa più discutere... alcuni (tipo me) lo vedono come un punto di forza, altri come uno stravolgimento del personaggio.
Complimenti Vito, hai scritto appena due storie e sei già un autore controverso! E poi venitemi a parlare di Don Rosa...

No, forse ho scritto male per essere troppo sintetico... Vito ha parlato di caratteristiche inaspettate con cui ha voluto mostrare situazioni più umane, in un certo senso, situazioni comuni, familiari per tutti. Quindi, detto ciò, dicevo che effettivamente quella del parente di una certa età che si "lamenta" dell'acqua è una gag che va in quella direzione. Divertente, familiare, e nonostante l'immagine differente dello zione, per una breve estiva ci può stare (soprattutto per i bambini). Era una mia considerazione in conseguenza del post di Vito. Scusate il disguido.