Se devo essere sincero mi lascia un po' perplesso leggere tutti questi commenti che bollano il Pippo della breve di questa settimana come "un imbecille", quando IMHO non è affatto così.
Pippo, il VERO Pippo (che secondo me Bosco qui riesce a cogliere) non è un deficiente, ma uno che vive in un mondo tutto suo, che ragiona in un modo tutto suo e segue logiche del tutto particolari e incompatibili con la razionalità che è tipica del mondo che lo circonda. Quando la logica di Pippo si scontra con il mondo reale e con le cose che fanno le persone "normali", come prendere l'autobus o, qualche numero fa, l'esame della patente, allora si avverte questa incompatibilità visto che lui ragiona a modo suo, vede le cose da un punto di vista alternativo e strampalato ma a suo modo logico: per lui, prendere l'autobus significa prendersi materialmente il veicolo, fare il biglietto significa fabbricarlo, e così via. Non è stupido, è solo che la sua logica, il suo punto di vista tutto particolare si rivelano inadeguati alla società che lo circonda; nel suo mondo (che può essere quello dei Mercoledì di Pippo da me citati qualche post fa, o quello dell'Argaar della Spada di ghiaccio dove si rivela un grande eroe) Pippo è un genio, nel nostro si ritrova inadeguato, disadattato, incapace di comportarsi in modo "normale" e di comprendere le logiche, tanto ovvie eppure opposte alle sue, che regolano la nostra società. Tanto che a un occhio poco attento può sembrare un imbecille.
Ora però chiariamoci: non credo proprio che Bosco avesse in mente questi concetti quando ha scritto la storia, che è una mera riempitiva atta a far ridere; il mio era un discorso generale. Eppure, secondo me il comportamento di Pippo in queste brevi è perfettamente coerente con la sua filosofia, molto più che tante altre storie magari più lunghe ma insulse in cui Topolino risolve il caso grazie a una ca.7*ata che dice Pippo per scherzare (cliché abusatissimo che per fortuna ultimamente si vede molto meno).
Tutto questo, ovviamente, IMHO... ma probabilmente son soltanto miei... pippi mentali
Sì, secondo me sono proprio tuoi
pippi mentali
Scherzi a parte, è interessante notare come questa storia, che a differenza delle precedenti di Bosco ha raccolto un consenso unanime (a me le due precedenti non avevano fatto altrettanto ridere, ma questa moltissimo, e penso che il motivo sia che il meccanismo che descrivi tu sia meglio riuscito qui), ha ricevuto però recensioni contrastanti riguardo il "giudizio" da dare a Pippo. Alcuni utenti si sono semplicemente sganasciati, altri speravano che il povero autista lo mettesse sotto con l'autobus (io ho fatto entrambe le cose
), altri ancora hanno detto: "ecco, finalmente, questo è il
vero Pippo, cioè un tizio geniale, a modo suo", ed infine altri ancora si sono chiesti: " qui Pippo fa molto ridere, ma è davvero un idiota; come si concilia questo con il Pippo della
Spada di Ghiaccio?; sono due personaggi diversi, ma va bene così".
Come fa una storiella breve e comica a suscitare queste difformità di giudizio? Secondo me, in realtà, la questione è evidente. Pippo un idiota lo è per davvero, lo è sempre stato e sempre lo sarà. Lo è per questa sua incapacità di adattarsi al mondo reale, di comprendere che i meccanismi che regolano il vivere civile sono diversi da quelli che s'immagina lui. Ed anche per questa sua apparente dimenticanza, questa assenza di conoscenze pregresse (non ha mai preso un autobus in vita sua?
). Il che NON E' in contrasto con l'idea che ragioni con schemi tutti suoi, anzi ne è la conferma. Ma questa mancanza di elasticità, di capacità di adattarsi, di pretendere che sia il mondo a girare nel verso che pensa lui, non è un sintomo di "genialità incompresa", quanto appunto, di stupidità. Pippo non è un campione del pensiero laterale, questo vorrebbe dire che risolvere, in maniera diversa da come si farebbe di solito, questioni attinenti a "questo" mondo. Pippo semplicemente a questo mondo non si adatta, però, e questo è il punto fondamentale, siccome facendo ciò risulta
tanto, tanto simpatico e ci fa
tanto, tanto ridere, noi scegliamo istintivamente di empatizzare con lui, e di decidere che è il resto del mondo (noi compresi, evidentemente) a sbagliare. Di qui la visione di Pippo come "genio incompreso" e l'idea di "recuperarlo" e di portarlo "al suo vero splendore" in storie dove faccia bella figura. Ma questo significa un po' snaturare il personaggio, sia pure per troppo amore. Nella
Spada di Ghiaccio Pippo non era mica un genio, od un vero Eroe, soltanto quelle che normalmente sono sue stramberie risultano risolutive della questione. Ma perché è tutta la sceneggiatura a far girare le cose in quel verso. Nei
Mercoledì di Pippo, in pratica, vediamo un Pippo che è come se rivelasse di essere sempre stato segretamente invidioso di Topolino, visto che scrive delle storie in cui, a differenza che nella realtà, lui è un Eroe perfettissimo, infallibilissimo, fighissimo, e Topolino uno scemotto inguardabile. A me facevano ridere, ma che rivelassero la Vera, Giusta essenza di Pippo non credo proprio, a meno che la sua vera essenza fosse quella di essere meschinamente invidioso del suo migliore amico.
In teoria il meccanismo comico vorrebbe che noi si empatizzasse con l'autista, e si ridesse di cuore nel vedere l'autista del bus che insegue Pippo per tirarlo sotto, perché è la conseguenza dell'equivoco che lui ha creato. Non significa "avercela con il personaggio", significa interpretare in maniera corretta quella che è niente di più che una breve comica. Se noi diciamo: "Ma povero Pippo, lui in realtà è un genio, perché quel cattivone di autista lo insegue", non stiamo capendo noi la storia. Il meccanismo comico prevede, diciamo, che il protagonista faccia una boiata, e che ne paghi le conseguenze. Punto. Ridiamoci su, senza troppe pippe mentali, e saremo felici.
Ps: a me questo Pippo è sembrato più "vero" che mai: faceva ridere, lo faceva interpretando a modo suo la realtà, epperò alla fine si rivela l'idiota che è, ed invece che applausi, raccoglie legnate. Il personaggio è così, linciatemi pure.