Dopo quattro settimane di Artibani, arriva Faraci a dare il cambio! Sono tornati gli anni '90 di qualità, quando spesso le pagine del settimanale vedevano le firme dei due autori?
Ad ogni modo,
Topolino e lo Strano Caso di Jack Due di Cuori è una storia che ci voleva. Perché ritorna la coppia Faraci/Cavazzano, perché ritorna in scena un Rock Sassi in formissima, perché si ritorna a riassaporare quell'atmosfera tipica dell'impostazione che Faraci dà alle sue sceneggiature topolinesche. Certo, stavolta non si tratta di un giallo o di un noir in senso stretto, ma elementi di quel tipo non mancano pur innestati in una trama da commedia romantica. Inoltre un grande peso lo assume la cornice, dove Mickey è seduto in un bar, con tanto di giacca e cravatta alla Anderville, e rompe la quarta parete raccontando direttamente ai lettori questo suo aneddoto. È una cosa semplice, ma al contempo affascinante, cinematografica e poco sfruttata. La storia poi ha quei soliti marchi di fabbrica, che sono citazioni (criceti, ocarine) e quell'opera, forse infinita, di decostruzione del personaggio di Topolino, che qui avviene col costume (lol!) e con il rendere Topolino tutto sommato una spalla, e non il protagonista.
Una storia che non cambierà il modo di intendere il fumetto Disney, intendiamoci, né da assurgere a capolavoro, né in assoluto, né nella carriera dello sceneggiatore, ma sicuramente mantiene la media qualitativa altra a cui Tito ci ha sempre abituati. E Cavazzano gli va dietro, visto che ne approfitta per dimostrare di trovarsi sempre in sintonia con l'amico, realizzando tavole eccellenti e incantevoli, con soluzioni visive interessanti e una gran cura per volti ed espressioni.
E poi c'è Gagnor che, be', gagnoreggia
Clamoroso a Paperopoli!, disegnata da Alessandro del Conte, è una storia che rientra nei meccanismi tipici della narrazione dell'autore: prende una consuetudine sociale o, in particolare, un un programma televisivo e ne mette in risalto le storture, le assurdità, le devianze. E se in passato era toccato ai programmi di cucina, stavolta è il turno delle trasmissioni sul calcio, argomento già toccato un annetto fa in
Paperina, Brigitta e la controestate antisportiva ma che qui si focalizza in particolare su quelle reti locali che non avendo i diritti per mostrare le dirette delle partite commentano in studio le azioni. O dovrebbero, visto che invece la cosa degenera spesso in insulti, trollate e caciara da bar di paese, in cui la cronaca va spesso a ramengo. Gagnor mostra la demenzialità di queste dinamiche, e le mette alla berlina creando un teatro dell'assurdo ancora più assurdo della realtà televisiva, con esiti assolutamente divertenti. Una bella prova dell'autore, supportato da un Del Conte che pare aver ritrovato i fasti di due decenni fa.
Per il resto abbiamo una straniera migliore del previsto (
Amelia e il Penny Portasfortuna) dove la sceneggiatura non è malaccio e Fecchi ai disegni offre una prova decisamente migliore di quella della scorsa settimana,
Pippercole che bof, e la particolarmente irritante
Ciccio e la Torta Spaziale, di Secchi e Held, su cui non ho nemmeno voglia di spendere troppe parole, visto che è una storia che non lo chiede e non lo vuole, è pensata per non essere commentata criticamente, per non essere considerata alla stregua di un'opera su cui ragionare, osservare, fare paralleli. È banale, insensata, debole, offensiva per qualunque lettore dai 3 anni in su.