Nel complesso un numero bello e godibile.
Non faremo un dramma dell'assenza del sorcio.
Partiamo dall'inizio, lasciando tuttavia in ultimo DD.
- Dove osano le papere
Conclusione un po' veloce e poco incisiva ma ok, non lascia sottotrame aperte, tutto bene. Sceneggiata bene anche se non originalmente, perfino Paperina è meno odiosa del solito.
Quello che delude un pochino (ahimè!), rispetto al suo eccellente standard, sono piuttosto (sic) i disegni della dotatissima Silvia Ziche, dal tratto che negli ultimissimi tempi sembra tuttavia stranamente monotono, troppo sottile e -rispetto ad altre storie dalla medesima splendidamente disegnate- decisamente poco dinamico, sembra quasi svogliato.
- Il grande semifreddo
Trascurabile riempitivo non aiutato da una sceneggiatura veramente da scaffale. Il Maestro Gatto decisamente non è in forma, gli occhi di Brigitta (perché? perché gli occhi piccolini di solito riservati solo ai "cattivi" o comunque ai personaggi non ricorrenti? perché?) poi nun se ponno vedè.
- Indiana Pipps e lo zafferano blu
I disegni del grande Asteriti continuano, da anni ormai, a mancare un po' di dinamismo e forse soprattutto di espressività. In compenso il Maestro crea sempre delle ambientazioni belle e con la straordinaria suggestività che lo ha sempre contraddistinto. Non originale (anzi...) ma onesta la sceneggiatura di Figus e Sarda. Nel complesso si lascia leggere più che volentieri.
- Paperino e il pezzo da collezione
La solita storia come 1000 altre. Pietanza onesta nulla più ma anche nulla meno. Il tratto di Lucci non lo so giudicare. IMMHO per ora un po' statico ed impersonale.
Ed ora il filetto al pepe verde:
- DD - Pole Position
Un'ambientazione, quella della F1 che ha fatto nei decenni da sfondo ad alcune delle più belle storie dei paperi, e che si sposa benissimo con l'impronta mondana/turistica/upperclass/techno/bondiana che caratterizza DD.
Consideravo Intini un autore meramente comico e lo associavo -pensate un po'- in ispecie particolarmente a Bum Bum Ghigno.
Ok, sono un fesso.
Tratto dettagliato ma abbastanza personale, dinamicissimo e di buona tridimensionalità, moderno senza essere irritante, bellissimi paesaggi ed ambientazioni. In certi momenti (segnatamente, ad esempio: pag. 23, pag. 24, pag. 27, il circuito di Shanghai a pag. 36, lo yacht a pag. 37) pare quasi l'evoluzione del Cavazzano 1974/77, senza essere peraltro un cavazzaniano.
La sceneggiatura: e chi è 'sto Gagnor?? Ma io gli accendo una candela gli accendo! :-D Che bella! Semplicemente: che bella! Non originalissima, ok, ma quanto è fatta bene! Di ampio respiro e tradizionale nel plot, ma non noiosa. E che bella accoppiata con Intini! Bravi!