I primi due numeri del "Topo" di questo 2015 mi avevano lasciato piuttosto freddino e perplesso, mentre le news turconiane e quella su
Dylan Top mi fanno ben sperare per l'offerta di
Topolino per questo nuovo anno
E già il numero di questa settimana risolleva un po' la qualità generale.
Ecco, diciamo che per quanto mi riguarda questo sarebbe il numero medio, cioè quello standard, la norma insomma. Non sono presenti capolavoroni come
Potere e Potenza o
Ratkyll e Hyde, ma nemmeno storie illeggibili, dimenticabili o mortificanti per i personaggi. Ci sono delle storie buone e molto buone che se, appunto, rappresentassero la media, sarebbe il mondo ideale
Topolino e la Sfida all'Ultimo Squitt è un solido giallo/thriller in salsa tecnologica, ben scritto da
Alessandro Sisti che costruisce una trama che non si piega agli elementi "modernisti" o "cool" che contiene, ma li utilizza al servizio della storia. La contemporaneità, con i suoi rischi, viene raccontata da
Topolino come è sempre stato, ed è quindi normale e ben accetto che Mickey si trovi invischiato in un "furto d'identità digitale". Il racconto procede spedito, gira un po' a vuoto nella parte dei sospetti sul fattorino, ma poi si riprende e utilizza lo stesso fattorino come riuscito deus-ex-machina. Adeguata la caratterizzazione di un Topolino avulso alle tecnologie social, un po' come Dylan Dog.
Alle matite... digitali
Claudio Sciarrone. Il disegnatore testimonia ancora una volta la sua estrema tensione alla sperimentazione e alla ricerca continua di nuove soluzioni per rappresentare una storia, anche un'avventura standard. Finezze come la tavola di apertura a splash-page, o la vignetta centrale della pagina a tutta lunghezza che prosegue fino alla fine della pagina rompendo la griglia sono tutti segnali di impegno in questo senso. Ci sono alti a bassi, comunque. Se le soluzioni di gestione della tavole risultano sempre accattivanti e interessanti, nel contenuto delle vignette non manca qualcosa che mi lascia perplesso: spesso gli sfondi mi sono apparsi un po' "freddi", troppo asettici e squadrati, il che in alcuni contesti funziona bene ma in altri meno. Inoltre il volto di Basettoni, quello di Manetta e quello di
si discostano in modo straniante dalla consuetudine, con un risultato che mi ha un po' spiazzato. Al contrario Topolino lo trovo adorabile, e così anche i comprimari che interagiscono con lui: i due responsabili di Squitter, il giovane fattorino, il genio informatico della polizia, i fan del gruppo musicale e soprattutto l'avvenente fanciulla che compare verso la fine sono tutti differenti tra loro, con caratteristiche pertinenti al loro ruolo.
Zio Paperone e la Sfida da 50 Dollari - Episodio 1: Non è il Klondike è solo il primo tassello di una storia in 4 parti creata da
Giorgio Salati. Lo spunto di partenza non è nulla di nuovo, ma l'evoluzione che già sta avendo e che promette di avere nelle prossime puntate si preannuncia piuttosto intelligente. Sarà divertente vedere Paperone come dipendente di un fast food, soprattutto se il tutto può rivelarsi una sorta di riflessione sul mondo del lavoro oggi. Buoni i disegni di
Emilio Urbano, i cui Paperi in alcune vignette sembrano riprendere molto lo stile di Stefano Turconi
È poi di scena il nostro
Vito!
Paperino e il Portentoso Marsuplacante è una storia che funziona: si parte da una caratteristica base del protagonista, la si porta alle massime conseguenze e poi la si risolve. Dove sta il bello? Nel fatto che lo sviluppo è gestito con grande rilassatezza e ironia, nonostante il problema sia di grandi proporzioni l'avventura non aspira ad essere epica e quindi le gag delicate e non invadenti che costellano "l'ora più buia di Paperopoli" sono il valore aggiunto all'intreccio. La soluzione finale che verrà messa in campo da Paperino e Archimede è perfetta proprio per la sua demenzialità... paradossalmente sensata!
La matita di
Alessia Martusciello fanno il loro dovere, illustrando con tavole piuttosto dinamiche le situazioni descritte: un lavoro onesto
Infine torna il montanaro più irascibile che conosca:
Dinamite Bla e i Baci del Cucuzzolo è una storia un po' strana, che si regge più sulle gag - alcune delle quali davvero molto divertenti - piuttosto che su una trama portante, che si limita ad essere il filo rosso per cui Dinamite cerca i biscotti della sua tradizione. La storia potrebbe comunque esser presa come un simpatico divertissement, ma le ultime tavole che cercano di dare un significato profondo/melanconico al tutto stonano con quanto visto prima, lasciando il lettore disorientato sul senso della storia nel suo complesso.
Roberto Gagnor conferma quindi l'abilità nello scrivere dialoghi veloci e fortemente ironici, ma non riesce a mio modo di vedere ad amalgamarli in un insieme coerente. A
Davide Baldoni il compito di disegnare la storia, compito ben riuscito nel ritrarre i "canidi", un po' meno con i Paperi, che risultano un po' ingessati.