Papersera.net

Non capisco cosa ci fosse di scandaloso nella tavola originale... boh, questa censura è veramente insensata, cioè cosa c'è di male nel "Le lezioni del vecchio Long Pete cominciano a dare frutto, eh?"... forse c'è un riferimento a qualche tendenza omicida sottesa? Credo che il modo maniacale con cui si cerchi di rendere "pura" una storia tocca dei picchi di ridicolezza assurdi, poco credibili per un fumetto dello spessore di Topolino...

Altro che "Questo pelandrone non è nemmeno capace di derubare un cane randagio del suo osso!", cioè si mette mano ad una frase che non aveva motivo di essere censurata e la si trasforma in qualcosa che perde significato e credibilità... sono basito, letteralmente!  :o

Pure il rumore del coltello che si incastra nel legno é stato cambiato. Non capisco né il bisogno di ricolorare il coltello, né cosa c'entrino le sculture di patate sostituite dalla "censura".

Modifica: il coltello é diventato un coltello di patata!



Penso che sia una sorpresa anche per Radice&Turconi.

Che censura ridicola.... Spero non ne abbiano fatte altre a questa storia perchè l'opera di Radice e Turconi era perfetta come era stata preparata

Se posso, la polemica è vecchia, ed in fondo ora come ora inutile perché la versione "prima ed ufficiale" sarà quella con il coltello di patata, quindi anche parlare di censura, come facciamo con le ristampe è eccessivo.

Certo, mi sa tanto di cambio tardivo, e spero che abbia avuto l'assenso di Teresa Radice, ma ormai tanto è.

Posto che nulla ci possiamo fare, non perdiamoci sull'unica cosa "brutta" che è successa, e concentriamoci sullo splendore della storia, che è tale da coprire ogni magagna...

Se posso, la polemica è vecchia, ed in fondo ora come ora inutile perché la versione "prima ed ufficiale" sarà quella con il coltello di patata, quindi anche parlare di censura, come facciamo con le ristampe è eccessivo.

Certo, mi sa tanto di cambio tardivo, e spero che abbia avuto l'assenso di Teresa Radice, ma ormai tanto è.

Posto che nulla ci possiamo fare, non perdiamoci sull'unica cosa "brutta" che è successa, e concentriamoci sullo splendore della storia, che è tale da coprire ogni magagna...

Nossignore, evidenziare questi cambi repentini non nuocerà alla qualità della storia, tuttavia sono significativi perché privano di una certa credibilità il Topolino... e sono anche dettagli come questi a fare la qualità e soprattutto la maturità della rivista, indipendentemente dalla bellezza della storia su cui è stata applicata la censura.

Ottima la seconda puntata dell'Isola del Tesoro. Ho apprezzato il ritmo, l'avventura, e mi sta piacendo la caratterizzazione di Silver (che, diciamocelo, è la cosa che più conta in assoluto in qualsiasi versione si voglia realizzare di questo splendido romanzo). Brava Teresa a narrare nei tempi giusti un sacco di avvenimenti, e a rendere appassionante il tutto. Bravissimo Stefano ai disegni, e questa non è una novità.

Nossignore, evidenziare questi cambi repentini non nuocerà alla qualità della storia, tuttavia sono significativi perché privano di una certa credibilità il Topolino... e sono anche dettagli come questi a fare la qualità e soprattutto la maturità della rivista, indipendentemente dalla bellezza della storia su cui è stata applicata la censura.

Bene evidenziarli, male rimanere a parlare solo e soltanto di questo aspetto quando c'è un Topolino intero da leggere e commentare oltre la prima tavola della prima storia.
Traslochiamo nel politically correct, grazie.

Beh ma alla fine sempre di coltello si tratta!

Bene evidenziarli, male rimanere a parlare solo e soltanto di questo aspetto quando c'è un Topolino intero da leggere e commentare oltre la prima tavola della prima storia.
Traslochiamo nel politically correct, grazie.

Non è comunque fuori luogo, è sempre un aspetto legato ad una storia che fa parte di questo numero: non ho intenzione di fare lunghe digressioni sull'argomento, tuttavia non merita di non essere evidenziato.
L'hanno fatto notare? Bene, adesso non cerchiamo pretesti per nasconderlo, grazie...
Non voglio che tu mi metta in bocca intenzioni che non ho, poi sembro solo quello che parla esclusivamente dei difetti di qualcosa e non dei pregi...

Sul Topo #3095 giganteggia la seconda puntata dell’Isola del Tesoro turconiana, c’è poco da fare.
La trasposizione disneyana ad opera dei coniugi prosegue in modo brillante, continuando a seguire piuttosto fedelmente la trama del romanzo. Long Pete Silver, che la scorsa settimana abbiamo visto poco in azione per ovvi motivi, qui ha modo di farsi ammirare appieno: molto buono è il lavoro che Teresa Radice compie nella caratterizzazione del pirata che, fedelmente all’opera originale, riesce ad essere assai credibile nel suo animo allegrone anche quando dimostra di essere un personaggio pericoloso.
Stefano, dal canto suo, interviene su pose e sguardi di Silver per bilanciare adeguatamente questi aspetti della sua personalità, riuscendo ad essere calzante anche nelle espressioni di Jim Topkins, specie quando si rende conto del tradimento.
In attesa di godersi il gran finale dell’avventura, una menzione la merita Ben Goof, vero elemento di novità dell’episodio: il Ben Gunn originale non poteva che essere interpretato da Pippo, e Teresa e Stefano mettono in pratica tutta la loro esperienza di caratterizzazione del personaggio per renderlo irresistibile, un folle selvaggio che soffre di sdoppiamento della personalità. I continui cambi di umore, la sua serafica filosofia di vita, la sua innata bontà lo rendono adorabile, e il disegno di Turconi completa il quadro visto che, tra l’abito che indossa e la folta capigliatura, il risultato finale è quello di un personaggio sopra le righe e memorabile.

Il resto del numero, comunque, non è affatto male. Zemelo scrive una storia interessante, lo schema ricalca quello delle classiche sfide di appalti tra Paperone e Rockerduck, ma la sceneggiatura permette che un plot ormai usurato riesca a dire ancora qualcosa di interessante. È la prova meno convincente del giovane sceneggiatore, ma resta pur sempre una storia solida.
Anche Jacopo Cirillo scrive un racconto a mio parere riuscito. La premessa da fare è che il microcosmo che l’autore ha creato è forzato, purtroppo: Paperino, Paperoga e Gastone che fanno le serate assieme nei pub regge poco. Non tanto per Paperoga (per quanto, anche lì), ma soprattutto per il cugino fortunato, con cui non so quanto Paperino possa aver piacere ad uscire, considerando tutto quello che gli ha fatto e i decenni di odio esistente tra i due. Dopo la premessa, però, devo ammettere che questa concezione mi affascina, e infatti tutte le storie precedenti che afferiscono a questo “filone” mi sono sempre piaciute. In questo caso, poi, si parla di un argomento molto reale e concreto, vicino all’esistenza dei ragazzini (e pure di persone più grandi, lol), mi ci sono ritrovato, mi sono divertito un sacco e mi è piaciuta la morale finale. Cioè, quella ; avrei invece reso più sfaccettato il giudizio sull’abitudine delle telefonate assillanti: Cirillo la difende una volta dimostrato che oltre certi limiti è patologica comunque
I disegni di Luca Usai contribuiscono al clima fresco e giovanile della storia, con delle tavole veramente piacevoli
Parlando di situazioni reali, la storia di Marco Bosco vede Paperino e Paperina che vorrebbero riuscire a mangiare una pizza in pizzeria ma non ci riescono. Niente di che, soprattutto lo spunto e la risoluzione finale sono banali, ma lo svolgimento intrattiene abbastanza.
Sul Super Pippo di Mazzoleni c’è poco da dire: diciamo solo che se l’uso di Super Pippo in questo tipo di avventurette impedisce di farlo con Paperinik, ben venga il suo ripescaggio. La trama comunque è una variante (neanche tanto) di una dinamica già vista più e più volte in storielle di questo tipo.
Chiude il numero un Macchetto che non è male: rendere protagonisti i comprimari è solitamente una pratica infausta, ma Battista è un personaggio così oppresso e umano che vederlo una volta tanto elogiato fa piacere . Si sbadiglia un po’ nelle scene in cui è al servizio della famiglia borghesotta, purtroppo, ma l’obiettivo del racconto si avverte e non è condannabile. È condannabile il tormentone dei “croccantini?” nei pensieri del cane, invece
Sul finale, invece, non sono molto persuaso: ci sta che Battista sia legato a Paperone anche da un sentimento di affetto, ricambiato dal magnate, ma non mi pare molto in character.
Marco Palazzi disegna la storia in modo efficace.

L'Isola continua ad essere tremendamente suggestiva e quasi un piccolo manuale sulla recitazione dei personaggi.

Personalmente, però, ho trovato *troppo* massiccio l'utilizzo delle didascalie in questo episodio.

C'è sicuramente l'intento di richiamare l'opera originale ma, se nella prima parte le dida erano un espediente funzionale ad introdurre elegantemente personaggi e situazioni, qui mi sembra che appesantiscano un po' troppo la lettura, rendendo verbosi certi passaggi.

Per valutare bene il tutto servirà ovviamente l'ultimo tassello della storia, in modo da osservarne gli equilibri e la struttura: non vorrei tuttavia che si rivelasse una scelta controproducente, nonostante l'effetto indiscutibilmente peculiare.

Sugli elogi a “L’Isola del tesoro” credo che siamo tutti d’accordo e non posso che aggiungermi al coro. Giusto una piccolezza: mi è sembrato leggermente eccessivo l’utilizzo delle didascalie, in alcuni casi spezzano un po’ il ritmo (vedo ora che l'ha appena scritto anche Portamantello). D’altronde, però, capisco che si tratti di un diario, che gli avvenimenti da narrare siano numerosi (e importanti) e che la voce e le impressioni del protagonista vadano messe in rilievo. E così mi sono risposto da solo! Al di là di queste quisquilie, la storia procede molto bene, fedele al romanzo ma con quel tocco di disneyanità che regala buonumore e leggerezza nei momenti giusti. Più di tutto mi piacciono tantissimo l’approfondimento della complessa figura rappresentata da Long Pete e il suo rapporto con Jim. Credo si tratti in assoluto di una delle migliori interpretazioni di Gambadilegno. Attendo con enorme curiosità l’epilogo di quest’avventura memorabile, sceneggiata abilmente e disegnata in modo magistrale.

Non mi ha convinto troppo “Archimede e le funivie urbane”: sa di già letto e la caratterizzazione del sindaco mi è parsa veramente fuori dal mondo, Guido Martina ce lo avrebbe presentato in modo ben diverso e più realistico!

Anche le due brevi, quella di Superpippo e il primo episodio di “Che cosa si fa stasera?” non mi hanno entusiasmato: la prima un po’ troppo prevedibile e la seconda con una Paperina insopportabile nei confronti di Paperino che mi ha riportato alla mente certi vecchi stereotipi.

“Paperino & Paperina e le telefonate imbarazzanti” parte da uno spunto molto attuale e si dipana in modo lineare, ma personalmente, e al di là di un Gastone un po’ off character, non riesco a entusiasmarmi per le storie che hanno come tema centrale le nuove tecnologie (anche se poi il discorso delle telefonate di questo genere poteva avere una sua validità già prima dell’avvento dei cellulari e degli smartphone).

In chiusura, ecco “Zio Paperone e l’inattesa visita della M.A.M.M.A.”, che mi ha colpito positivamente. Ottima la raffigurazione di Battista, la sua grandissima professionalità e il rapporto con Paperone vengono celebrati e approfonditi al meglio. A mio parere, molto interessanti (e con alcune gag davvero brillanti, come quelle con il regista Marlin Scortese!) anche le scene ambientate in casa dell’altra famiglia. La bravura, la disponibilità e il senso del dovere di Battista emergono in maniera evidente e apprezzabile, così come le sue doti umane. Sarà che di recente ho letto “Quel che resta del giorno” di Kazuo Ishiguro, che racconta proprio la vita di un maggiordomo dell’alta società (ne è stato tratto anche un film pluripremiato), ma ho gradito parecchio la storia e alcune pagine mi hanno portato a immergermi di nuovo con piacere in quell’atmosfera particolarissima, d’altri tempi. I miei complimenti a Macchetto e Palazzi.

In attesa di godersi il gran finale dell’avventura, una menzione la merita Ben Goof, vero elemento di novità dell’episodio: il Ben Gunn originale non poteva che essere interpretato da Pippo, e Teresa e Stefano mettono in pratica tutta la loro esperienza di caratterizzazione del personaggio per renderlo irresistibile, un folle selvaggio che soffre di sdoppiamento della personalità. I continui cambi di umore, la sua serafica filosofia di vita, la sua innata bontà lo rendono adorabile, e il disegno di Turconi completa il quadro visto che, tra l’abito che indossa e la folta capigliatura, il risultato finale è quello di un personaggio sopra le righe e memorabile.

A me ha fatto pensare a lui:



[size=8](Il che suppongo non sia un caso, sono chiaramente ispirati allo stesso modello)[/size]

Un buon numero, che è tale soprattutto per il secondo episodio dell'Isola (che, per nostra fortuna, non è quella che fa tanti ascolti televisivi...)

Occhio, possibili spoiler

L'isola del tesoro - Seconda puntata
Manca ancora l'episodio finale, ossia il più importante. Ma è evidente che ci troviamo di fronte a una storia che sarà ricordata molto a lungo. Entrando di diritto nel novero delle più grandi e riuscite parodie. Tutto scorre fluido, tant'è che le 32 tavole di questo episodio mi erano sembrate si e no una ventina. Grande lavoro della Radice, e sono rimasto sbalordito dai disegni di Turconi! I costumi dell'epoca, la nave, la vegetazione dell'isola, la ricca fauna... è tutto rappresentato in maniera impeccabile. E qui un pauso va anche a Zanotta. Attendo con impazienza l'ultimo episodio. Intanto vado a cercare un pò di lodi desuete sul vocabolario, perchè tra poco le avremo usate tutte...

Archimede e le funivie urbane
Storia interessante, con chiari intenti ecologisti (che però non infastidiscono) e un pò di clichè relativi all'eterna lotta tra i due miliardari paperopolesi. La storia non è male, ma forse se fosse stata sviluppata in un pò meno tavole la scorrevolezza ne avrebbe giovato. Tosolini mi sembra in fase ascendente (fa anche una bella Lamborghini Huracan...).

Super Pippo e la finale interrotta
Mah, non vado matto per queste gag allungate. Non che sia malissimo, ma il ritorno di Superpippo si poteva affidare a una storia un pò più articolata...

Che cosa si fa stasera? - Paperino e il giro pizza /
Simpatica, anche se non può fare più di tanto in così poco spazio.

Paperino & Paperina e le telefonate imbarazzanti
Cirillo ormai è un maestro nel mostrare scene di vita quotidiana di Paperino, Paperoga e Gastone. Personalmente mi piace molto come li "tratta". Nello specifico, la storia è interessante e (purtroppo) anche realistica...

Zio Paperone e l'inattesa visita della M.A.M.M.A.
La vera notizia è che Macchetto non scrive un titolo in rima.
Scherzi a parte, di storie in cui Battista viene messo alla prove ne abbiamo lette, ma qui il tema viene affrontata in maniera originale. Ed è interessante anche vedere come è stato rappresentato il rapporto (ormai di amicizia) tra il maggiordomo e Paperone.

Ma...
Quella censura nella prima tavola dell'Isola del Tesoro mi ha fatto storcere il naso. Che senso ha operare un cambiamento all'ultimo momento (mostrando un'anteprima diversa)?
E che senso ha un... coltello di patata??? Roba da far cadere le braccia... anche perchè non c'è assolutamente nulla di male nella vignetta originale.
E sono queste inutili censure che fanno male alla credibilità del Topo... (ok, spengo la modalità polemica )

Io apprezzo tantissimo invece quando Cirillo fa andare d'accordo i tre cugini paperopolesi è un filone potenzialmente infinito di nuove tipologie di storie coi paperi, che esulino dal solito schema zione PdP-nipotastri Paperino-Paperoga o zio Paperino-nipotini QQQ.