Cono estremo ritardo, lascio un veloce commento su questo numero, meritorio di acquisto per la storia di apertura e non solo.
Casty e Faccini formano un connubio vincente, celebrando con
Topolino e il Dottor Tick-Tock l'epoca d'oro delle storie avventurose di Topolino, di cui entrami gli autori si sentono debitori e appassionati.
Ecco allora dunque Mickey accompagnato da Eta Beta e Flip impegnato a risolvere un mistero che appare all'inizio come innocuo, per poi mostrare mano a mano la sa vera natura, in un crescendo di suspence, atmosfera surreale e thriller fantascientifico, in una storia davvero riuscita. Ancora una volta un'opera firmata dal Castellan dimostra che il progetto dell'autore non consiste in un mero ricalco dell'opera di Walsh/Gottfredson e di Scarpa, quanto in realtà di un guardare allo spirito di quelle storie e di quel Topolino per scrivere storie dal soggetto e dalla trama solide, gestite comunque con la sensibilità tipica dell'autore e immerse comunque nella contemporaneità. Faccini "gli va dietro", dimostrando che la sua bravura con l'ironia e le follie paperoghesche non sono l'unico biglietto da visita disneyano di cui può fregiarsi. Ottimo che l'interesse per la storia di estenda nel redazionale dedicato, dove i due autori vengono intervistati e hanno modo di approfondire l'interessante dietro le quinte della storia.
Oltre a questa "testa di serie", dicevo, c'è altro in questo numero:
Paperino e l'affido inaffidabile pare essere un'altra, solita storia con Paperoga che combina disastri ai danni di Paperino, ma Bosco in realtà riesce ad imbastire una sceneggiatura simpatica e spigliata che, pur seguendo il classico canovaccio, riesce ad intrattenere e a divertire.
Prosegue sulla sua media la saga della
caccia ai trofei firmata da Panaro, dove Ciccio fa le classiche cicciate. È forse l'episodio più debole del ciclo, finora.
Molto interessante risulta invece la danese di turno: ho un rapporto complicato con le storie di questa produzione (e pensare che da piccolo andavo pazzo per Mega 2000 e 3000
), ma questa storia si rivela accattivante, nel suo ribaltare le caratteristiche dei più noti paperopolesi. Ha quasi un che di metanarrativo, nel farci ragionare su come alcuni comportamenti standard dei personaggi siano eccessivi se pensati in un'ottica reale, per quanto ormai li abbiamo accettati come normali dopo anni in cui siamo abituati a vederli così interpretati