I riflettori sono tutti puntati sul primo episodio di
Topolino e l'impero sottozero di
Casty, chiaramente, per quanto riguarda
Topolino #3092.
Inizio però con una nota polemica: declassare in seconda posizione e senza l'onore della copertina il primo capitolo di un “kolossal” come questo è un trattamento che ritengo ingiusto e che dimostra come l'exploit dell'aver dedicato pochi mesi fa un volume intero all'autore sia stato un fuoco di paglia. A questo inoltre si aggiunge che le prossime due puntate vengono accorpate sul prossimo numero, come se la storia fosse qualcosa da sbolognare al più presto. Certo, su questo numero c'è un'intervista a Casty e la copertina dedicata c'è per il “
Topo” della prossima settimana, ma nel complesso mi sembra ci siano poche differenze rispetto a quando avevano pubblicato in due numeri e con poco clamore le quattro puntate della
Marea dei Secoli o rispetto ai tempi del
Mondo che Verrà, in cui Papertotti aveva scippato l'onore della cover del primo episodio. E onestamente pensavo di aver colto segnali diversi negli ultimi tempi.
Anche perché, se la posizione privilegiata del numero la prende una storia importante, magistrale, memorabile posso anche capirlo... ma
Paperinik e il mistero del falso che è vero è una storia davvero deludente per il lettore. Lo spunto iniziale che, impegnandomi, riesco a intravedere è valido e interessante: il problema della diffusione di bufale online, un cancro contro cui è giusto avvertire gli utenti più giovani del web. Peccato che il tema sia annacquato in una sceneggiatura poco riuscita, dove l'inserimento dell'alter ego papero di Stefano Bollani è del tutto gratuito e dove spesso i passaggi risultano confusi.
Macchetto infila un paio di momenti umoristicamente parlando molto efficaci e divertenti (“2+2 = gnoppo” e i paroloni di Archimede mi hanno fatto ridere forte), ma l'ossatura della storia nel complesso è fragile, fino a sfociare nell'improbabile finale in cui i vari personaggi di Paperopoli confessano assurdi “segreti intimi” che non rendono giustizia a loro e neanche ai lettori.
La storia viene salvata dagli strepitosi disegni di
Paolo Mottura, che qui si concentra nel realizzare la sua versione del world wide web, una visione classica ma apprezzabile. Ottimo anche il design dei personaggi, e i tratteggi d'atmosfera della quarta vignetta di pagina 18 o della quadrupla di pagina 35, molto d'effetto.
A seguire troviamo
Zio Paperone il vecchio debito, che sembra quasi scritta da Vito
invece è una buona prova di
Alessandro Mainardi, che tratteggia uno Zione umano e sensibile, che ha in grande considerazione una vecchia amicizia e che non disdegna di tornare nei luoghi della propria giovinezza, anche senza motivazioni finanziarie.
Francesco Guerrini fa uno splendido lavoro e il suo stile raffinato dà una marcia in più alla storia.
Il nuovo
Andiamo al Cinema fa della brillante e insospettabile satira che esula dal semplice genere cinematografico, andando a fare della sottile ironia su episodi di mazzette, corruzione, appalti, giornalismo d'assalto che cerca di disinnescare tutto ciò e le pene farlocche a cui troppo spesso i criminali vanno incontro. Peccato per i disegni di
Asteriti, che presenta un tratto sempre più involuto e poco digeribile, leggibile e distinguibile, almeno per quanto mi riguarda.
Chiude il numero una strana storia con Paperino e Paperoga bikers, che con le loro moto truccate vanno ad un raduno di motociclisti. What?!? Be', dai, do atto a
Gabriele Panini di aver avuto un'idea piuttosto originale e potenzialmente molto buona, è un peccato che lo sviluppo poi ricada in un classico cliché visto troppe volte in troppe declinazioni possibili. Una storia riuscita per metà, a mio avviso, anche se in alcuni frangenti i caratteri dei due protagonisti mi sono sembrati leggermente out of character. I disegni di
Giorgio Di Vita appaiono piuttosto ingessati e privi della vitalità che avrebbe giovato alla storia nel suo complesso.
Ma come dicevo all'inizio, il piatto forte è
Topolino e l'Impero Sottozero di
Casty!
Per la seconda storia della cosiddetta “trilogia di Atomino”, l'autore non si risparmia e getta le basi per quella che promette di essere una grande avventura: una leggendaria città abitata un tempo da una civiltà avanzata, uno staterello dell'area russa (la Gelonia) che ambisce a rintracciare quella città e un misterioso individuo dai “raggelanti”
poteri!
Senza contare la presenza femminile di turno, un'affascinante e giovane campionessa di pattinaggio sul ghiaccio, che pare essere anche “qualcosa di più”.
La componente mitologica richiama immediatamente il classico motore delle grandi avventure alla
Indiana Jones: in questo caso una città perduta che si narra fosse abitata da un popolo antico ma molto progredito tecnologicamente serve perfettamente quell'afflato di avventura in cui Topolino e Atomino respirano sempre con gioia, e la combinazione di questo elemento “archeologico” con i loschi propositi della Gelonia garantisce una storia avventurosa e piena di misteri da svelare.
Già in questo primo episodio non mancano scene mozzafiato, come la fuga dei personaggi inseguiti da automi di ghiaccio, con un'ottima costruzione della tavola al servizio dell'azione (pagina 62). Subito dopo la narrativa di Casty sdrammatizza con il taxi di gomma, e già solo queste pagine potrebbero dimostrare la capacità affabulativa dell'autore.
Casty inoltre prosegue i suoi propositi di recupero di personaggi storici ma dimenticati: è il turno di Nataniele Ragnatele, l'antiquario creato da Romano Scarpa per
Topolino e Bip Bip alle sorgenti mongole (che, guardacaso, era la seconda storia dell'artista con Atomino come co-protagonista!
). Il vecchio studioso non appare come una presenza gratuita, ma è funzionale allo svolgersi degli eventi, visto che fin d'ora è d'aiuto a Topolino nel chiarirgli le idee su questa città, chiamata Agarthi.
Insomma, tanta carne al fuoco e non vedo l'ora di vedere cosa succederà!
A tal proposito, sono felice di informarvi fin d'ora che
Casty si è reso disponibile - a storia conclusa, fra una settimana - a rispondere a domande e curiosità che emergeranno dai lettori della Tana del Sollazzo, riferite all'Impero Sottozero.
Il tutto a queste coordinate.Molti dei dubbi nati dalla lettura di questo primo episodio troveranno spiegazione nelle prossime due puntate, ma quelli che ancora ci affliggeranno relative allo svolgimento, alle ricerche e agli studi effettuati dall'autore, alla realizzazione grafica etc. potranno trovare risposta grazie alla gentilezza dell'autore.
Appuntamento, per chi interessato, fra una settimana sul Sollazzo, dunque!