Negli ultimi due giorni ne ho lette di cotte e di crude. Su questo forum, su facebook, sull'albo stesso.
Ora, sento anche io il bisogno di dire la mia, con molta calma.
Da parte di molti addetti ai lavori noto con dispiacere che ci si è dimenticato che i forum di base sono un mezzo, e quindi che con un mezzo si possa fare e dire di tutto. E che lo spirito di un forum è quello di un bar, e che nei bar c'è appunto fauna umana di ogni tipo: il cazzone, l'approssimativo, il premio nobel. Ognuno dice la sua, che siano verità, cazzate, verità piene di cazzate e cazzate con un fondo di verità. Chi becchi, becchi. Ed è una cosa che può succedere anche solo prendendo la porta e uscendo di casa, senza bisogno di entrare in un bar.
Da parte dei forumisti invece noto con dispiacere che ci si è dimenticata un'altra cosa fondamentale. Vi si sente. In privato o a casa vostra potete fare tutte le sparate che volete, condite di sottotesti, illazioni e una spruzzata di “governo ladro”, ma questa roba è pubblica. E quindi può portare a brutte cose. E quindi anche se magari lo sdegno è giustificato dall'aver letto una brutta storia, bisogna sempre stare attenti a come lo si dice, perché la gente al giorno d'oggi è molto sensibile. E basta un niente a scatenare l'inferno.
Purtroppo è così, e non ci si può fare niente. Il mio suggerimento quindi è di evitare qualsiasi “strillo” o reazione scomposta e prendere le cose con molta lucidità. Stroncando anche, se è il caso, ma limitandosi ai pochi fatti oggettivi che avete davanti, e cioé le storie a fumetti che avete comprato. Se si farà così ogni critica sarà teoricamente inattaccabile. Mentre se non ci si limiterà a questo, bé allora avete già perso in partenza. Perché anche quanto c'è di buono nel vostro ragionamento si perderà, verrà frainteso, coperto dai sottotesti, oppure preso ad esempio di cattiva creanza.
Prendiamo la storia di Bolletta, ad esempio. Prendersela con un bambino, rosicando in quel modo non solo è sbagliato di per sé, ma fa fare a chi scrive una figuraccia. Una figuraccia che copre il giudizio sulla storia. E' il prodotto finale che deve essere analizzato e giudicato, se si vuole fare critica fumettistica seria. Altrimenti si fa solo parlottìo da italiano medio.
A me ad esempio la storia non è piaciuta per niente. Ma niente niente, eh! E mi spiace, perché cmq a me lo stile un po' pazzerellone di Macchetto non ha mai disturbato. Come anche le storie vip, dato che in passato alcune mi hanno anche divertito (ricordo quella di Aldo, Giovanni e Giacomo, ma pure quella di Vasco Rossi). Però bisogna proprio dirlo, "Paperefano" è una storpiatura grossolana. Ma il problema qui non è il vippismo, non sono le marchette, non sono i raccomandati e non è il governo ladro. Il problema è che la storia semplicemente è sconclusionata e bucherellata come un groviera. Per quel che mi riguarda si salvano solo poche cose: Mottura che è un fuoriclasse, la battuta che 2 + 2 fa gnoppo e - !!! - l'idea iniziale delle bufale su web, che è buona e attuale. Il resto sinceramente fatico proprio a inquadrarlo in una successione logica. Abbiamo un cattivo che non si sa bene per quale motivo vive dentro il web, e ne esce sfondando gli schermi dei pc. Abbiamo un piano malvagio che non si sa bene a chi sia rivolto, se a Bollani, se al mondo, se ad... Archimede. Abbiamo un video scolastico con Archimede bambino che salta fuori dal nulla. E poi abbiamo una tavola in cui le bufale spariscono dal web come per magia, dopo che i personaggi fanno proclami a voce. Sì, non è una storia che ha una qualche pretesa di realismo, ma anche nella sua vena di follia rimangono buchi belli grossi. Inoltre, e questo forse è il problema più grosso, la tavola in cui Nonna Papera naviga su facebook e in maniera randomica urla di essere stufa di cucinare, e Nonno Bassotto afferma di essere stato buono, tradisce una visione e un utilizzo dei personaggi semplicistico e a mio avviso sbagliato. Insomma, non si tratta dei Puffi, sono i personaggi Disney.
Tutto qui. E questi problemi la storia li avrebbe avuti anche se a scriverla fosse stato Zerocalcare, Umberto Eco o mio cugino Marco.
Magari se ci si fosse focalizzati su questi difetti qui, ci sarebbe stato meno casino, e sarebbe stato meglio per tutti.