Dell'ultimo episodio di
Gli Argini del Tempo ho già parlato
qui.
Il resto del
Topo ha UNA storia molto molto buona, una buonina e tre bof.
Blasco Pisapia è il responsabile della storia più meritoria:
Paperino, Paperina e l'Escalation Virtuale è un racconto brillante, perfettamente calato nell'attualità ma senza gli ammiccamenti gggiovani alla tecnologia di cui spesso queste avventure sono preda. Bensì si calano i due protagonisti in una situazione tipica delle interazioni sociali dei nostri tempi, viziate e filtrate in qualche modo e in robusta parte dai social network, Facebook in primis. Mettendo in scena la trama imbastita da Pisapia, Paperino e Paperina però non vanno out of character, ma anzi restano pienamente sé stessi alle prese con un mezzo ormai comune che integra inevitabilmente la loro relazione. Integra e incrina.
Come se non bastasse, l'autore unisce a questo plot un intervento risolutivo di Qui Quo Qua con Paperetta, situazione vincente e tipica delle storie classiche, riuscendo a risolvere la storia senza moraleggiamenti fastidiosi ma facendo in qualche modo riflettere su questi tempi. Infine c'è il disegno, che personalmente adoro nella sua impronta classica ma dinamica, anche se non manca di vignette dove ho un po' storto il naso per la resa di certe espressione e di certi becchi.
Roberto Gagnor firma una nuova storia dell'arte, che non mi è affatto dispiaciuta. Oltre alla pittura - è di scena la nascita dell'impressionismo - c'è anche avventura marinara e storia pura. Niente di eclatante, ma meglio delle due storie precedenti del filone. Alle matite c'è ancora
Stefano Zanchi, con il suo tratto morbido e piacevole, che ricorda da vicino quello di Andrea Freccero: se con gli anni l'artista imparerà a trovare poi alcuni segni distintivi, può diventare potenzialmente uno dei migliori disegnatori Disney del futuro.
E poi? Poi c'è
Zio Paperone e il Tesoro della Luna, una storia in cui
Daniele Vessella dimostra di conoscere bene i primi episodi di
DuckTales, considerando che l'avventura in oggetto ricorda da vicino
Il Tesoro dei Soli d'Oro con poche, semplici modifiche. Senza scomodare la serie animata, comunque, la caccia al tesoro visualizzata è sostanzialmente aderente agli stilemi più consueti di questo genere, senza un guizzo narrativo che la possa distinguere.
Francesco Guerrini continua a mostrare orgoglioso un segno grafico che apprezzo molto più ora che quindici anni fa, un'escalation significativa per uno stile particolare e distinguibile.
C'è pure una gag allungata di
Marco Bosco e il secondo episodio della serie
Incubi in Cucina. Ora, io credo di intravedere nella sceneggiatura di
Giorgio Salati la volontà di fare una serie volutamente sopra le righe/trash, quasi in omaggio a certo cinema - anche horror - cosiddetto di "serie Z", ma il risultato purtroppo è ben lontano da questo (ipotetico) obiettivo, e quello che ci ritroviamo è Nonna Papera detective culinaria che risolve casi horror grazie al diario della sua antenata. E Ciccio che fa la spalla comica. A ben pensarci potrebbe esserci un riferimento anche a
Dylan Dog, considerando gli zombie di questa seconda storia... sta di fatto che anche questa storia non ha frecce al suo arco e non riesco a trovare una loro connotazione nella "poetica" dell'autore.
I disegni sono di
Roberta Migheli, che - per quanto mi riguarda - se anche aveva avuto un piccolo e momentaneo trend di leggero miglioramento se l'è rimangiato, perché in queste tavole c'è ben poco di esteticamente accattivante, e me ne dispiace. Alcuni ambienti interni sono anche abbastanza dettagliati, ma i personaggi (specie quelli secondari) appaiono abbozzati e poco espressivi, con una corporatura che li fa sembrare sempre piuttosto bassi.