Due rapide osservazioni rispetto anche al "battibecco" Vitaliano - IlCorvo, in merito al marketing.
La premessa logica del discorso, che accennavo già altrove (ma non ricordo dove) è che Topolino per sopravvivere deve vendere. Sono quindi fisiologici i restyling di quando in quando, come lo possono essere anche le iniziative pubblicitarie.
Ma il punto è che, almeno secondo me, Topolino non può vivere di solo marketing tipo: facciolastoriastiledragonball
perchédragonballtiraquinditiroanchio.
Questo mai! Seguire gusti e tendenze del pubblico perché Topolino venda è un conto, fare la cosa per puro adattamento alla moda è un altro.
Io non trovo che le
Cronache dal Pianeta T siano puro marketing in senso stretto, e sapete perché?
Perché, pur nella criticabilità della trama o nel fatto che qualcosa possa non piacere (a me non garbano le versioni parallele degli eroi), è evidente che questa storia è stata scritta
con passione da parte dello sceneggiatore, e non con mero manierismo di facciata. E questo secondo me è l'altro punto da non dimenticare: la passione di chi scrive (grazie, CC, e chi sia CC lo so io, non preoccupatevi di cercarlo: non risponderò ad eventuali illazioni!
).
Quanto abbiamo festeggiato il ritorno di Artibani sul Topo, scrivendo che la storia pareva redatta da un appassionato?
Ecco, sotto questo profilo sembra che il nuovo corso del Topo prometta bene: pare che gli sceneggiatori abbiano lasciato un po' perdere il manierismo, e siano tornati a scrivere con la voglia di scrivere, e non di mettere insieme quattro-cinque personaggi secondo i loro cliché, portandoli dove volevano loro senza neppure rispettare quei cliché.
Passatemi un paragone: le prime due saghe di WOM erano ben fatte perché chiaramente scritte con passione dal vituperato Ambrosio; sulle successive, tutti abbiamo detto parecchio male per la loro ripetitività, per la presenza eccessiva di elementi extradisney, perché Stefano appunto scriveva per puro marketing, visto che la saga aveva avuto successo, quasi a portarla in lungo il più possibile.
No: Topolino deve vendere, è vero, quindi ben vengano gadget e promozioni. Ma che non vadano a scapito della qualità delle storie, perché l'effetto sarebbe contrario (e forse è questo che si è un po' tardato a capire ultimamente: troppo osservato il marketing e poco la storia).
E ultimamente, sembra che la qualità delle storie sia tornata il fulcro del fumetto. Perché, diciamocelo, le Cronache sono una storia di qualità dove lo sceneggiatore osa osare e tanto di cappello: ci voleva e bravo Fausto per averlo fatto.
Escono dai cliché e dicono cose molto importanti: per questo sono una signora storia. Ma, senza rivoluzionare i personaggi, pensiamo all'ultimo Casty, a
Topolinia 20802, al ritorno di Artibani.
La strada mi sembra sia giusta: poi è ovvio che
tot capita, tot sententiae, e
de gustibus non est disputandum. Pensate a me, che riconosco tanti pregi alle
Cronache, eppure sotto sotto non riesco a farmele gradire...