Oh, ecco un buon
Topo! Non tutto è perfetto, ma per la maggior parte del numero c'è da rimanere soddisfatti
Il #3114 si apre con un doppio
Vito, la qual cosa non può che far immediatamente piacere. Il nostro non delude le aspettative, e ci consegna due storie veramente piacevoli da leggere.
La prima rappresenta il suo primo contatto con il mondo di
DoubleDuck.
Come un gioco è un buon esempio di come si possa scrivere, oggi, un'avventura coinvolgente e intelligente con Paperino nei panni della sua controparte spionistica. Dato che ormai la continuity in questa serie è decisamente labile, per evitare che le singole trame si assomiglino troppo le une alle altre in un contesto in cui comunque gli ingredienti per confezionare questo tipo di storie sono sempre, bene o male, gli stessi, Vito lavora come sempre sui personaggi: l'approccio di Paperino alle sue imprese, l'animo legato all'infanzia sono accorgimenti che spiegano bene quell'attitudine a fare battutine e autoironia che Paperino adotta in versione DD come in versione PK. Anche Kay K viene raccontata bene, come una ragazza giovane e spigliata.
Ho apprezzato molto le didascalie introspettive, poi; la trama di per sé invece non è nulla di che, ma dimostra la capacità dell'autore di impossessarsi con consapevolezza degli stilemi narrativi della serie. Peccato per qualche coincidenza di troppo e per un congegno forse troppo inverosimile, che avrebbe magari necessitato di qualche approfondimento in più... ma il numero di pagine era tiranno, d'altronde.
Emilio Urbano tira fuori il tratto delle grandi occasioni, quello che ha avuto modo di sfoggiare anni fa su
PK, e consegna delle tavole molto dinamiche e dalla costruzione movimentata e interessante. Molto buono anche il modo in cui vengono disegnati tanto i protagonisti quanto i personaggi secondari, con un tipo alto e occhialuto che personalmente mi ricorda molto il Professor Cardaxis da
PK2 #9.
Zio Paperone e il Tesoro Arcobaleno è già un terreno più classico, parlando delle sceneggiature di
Vito: una bella caccia al tesoro!
Come già dimostrato in precedenti occasioni, anche stavolta lo sceneggiatore imbastisce una trama ben descritta, dove il tesoro e la leggenda ad esso correlata si rivelano convincenti ed articolati. Belle le atmosfere irlandesi - anche grazie ai bei disegni di
Alessia Martusciello - e interessante la rielaborazione della fiaba sulla pentola d'oro alla fine dell'arcobaleno. Lo Zio Paperone di Stabile, poi, si riconferma uno dei migliori attualmente in scena su Topolino, dotato di quel carattere tanto sfaccettato quanto credibile, che emerge ottimamente - senza melensaggini ma anche senza cattiveria estrema e gratuita - nel rapporto con Paperino.
Un'altra storia molto valida è quella di
Giorgio Salati:
Paperino e il Disastro Social è divertente, ironica, matura nel tema senza rinunciare a lanciare una frecciata satirica non ai social network nel loro complesso, ma all'uso che si può fare di Internet in generale quando il suo utilizzo è legato al lavoro e nel contempo ci si concede anche allo svago che la Rete può offrire nella sua vastità. L'ho trovata convincente, contemporanea e ben scritta.
Simpatico il dialogo con Paperoga, che sfrutta una gag non certo nuova ma sempre valida e resa qui molto bene.
Sempre carucci e classici i disegni del bravo Alessandro Gottardo
La storia di Archimede scivola via veloce e senza pretese, quella di Topolino e Pippo è il classico gialletto all'acqua di rose in clima estivo/marittimo. Belli i disegni di
Petrossi.