Sulla maleducazione siamo tutti d'accordo. Quello che voglio dire è che tanto "porco XXX" quanto "Genova città di XXXXX" sono due affermazioni che, potenzialmente, possono offendere qualcuno, e che quindi STANNO SULLO STESSO PIANO.
Fermo li, pefetto, fin qui ci siamo.
Converrai, dunque, che come genovese posso essere urtato dalla seconda frase, e come credente posso essere urtato dalla prima. Ma sia Genova che Dio sono due entità, seppur completamente diverse l'una dall'altra e per nulla reiprocamente accomunate sotto nessun aspetto, appartenneti alla collettività, cui, nonostante tutto, io - inteso come individuo - posso ugualmente essere legato affettivamente, ma su cui non posso vantare alcuna pretesa particolare rispetto a quella degli altri.
Pertanto, posso avere un'opinione di Genova positiva, perchè ci abito, perchè ci sono legato emotivamente (ci sono nato, ci ho conosciuto la mia fidanzata, ho un rapporto amorevole con questa città, perchè è bella artisticamente) e di conseguenza la "faccio mia", pur rendendomi conto che non è solo mia, che io non sono l'unico ad avere un rapporto con questa città, con l'idea stessa di essa....ci può essere un'altra persona (molte altre persone) che odia Genova, per svariati motivi: perchè a Genova è morto un suo carissimo amico, perchè Genova gli evoca altri butti ricordi, perchè la sua fidanzata lo ha piantato proprio durante una vacanza a Genova, perchè Genova, molto semplicemente, gli fa schifo esteticamente, per via del traffico e via dicendo. Bene...se io gli sbandiero davanti alla faccia che "Genova è la città più bella del mondo, dove anche l'uomo più infelice può senirsi liberato da qualunque ambascia psicologica, dove anche il più sfigato può trovare l'amore, dove anche i morti resuscitano per la bellezza delle sue chiese, delle sue strade e dei suoi palazzi...", non credete che possa essere urtato nella sua sensibilità? Eppure è un mio diritto afermare che Genova è una città stupenda, che risponde alle carateristiche che ho sopra citato.
Quindi, allo steso modo, lui ha diritto di affrmare il contrario, di giustificarlo o meno, perchè il rapporto che egli ha con Genova (un rapporto che egli ha fatto suo, con un'idea di Genova che egli ha fatto sua, sì, ma che appartiene ad un bene, comuqnue, della collettività) non nasce necessariamente in accordo con quello degli altri, e i giudizi che lo riguardano non toccano l'idea di Genova universale, ma solo una sua opinione personale, che non lede l'onorabilità dei Genovesi o della città stessa, ma solo della città così come lui la vede e la vive (o l'ha vissuta).
Bene...per me stessa cosa dicasi riguardo a Dio.
La vecchietta (bigotta o meno, qui non interessa), può anche sentirsi urtata nella propria sensibilità, ma si renderà conto che l'idea di Dio non è solo "sua" prerogativa, ci sono miliardi di altre persone che si fanno un'idea di Dio. Ognuno la sua. Dio è universale, è vero, ma ognuno stabilisce un rapporto con Dio, che può essere positivo, negtivo o inesistente. Chi bestemmia, in questo caso, esprime solo un parere, ineccepibile.
Ripeto: ovviamente sta alla coscienza individuale in che misura farlo. E' ovvio che non si tratta di discorsi validi in assoluto, ma di pura filosofia, i cui confini, quindi, sono necessariamente molto labili. Chi entra in una Chiesa, insomma, e urla a squarciagola una bestemmia, mi pare ovvio non stia esercitando alcun diritto proprio, ma ledendone uno altrui.