A novembre salutai l'approdo di Sio su Topolino con favore e forti aspettative: con
Zio Paperone e la Monetona nella Terra dei Talpuri quelle aspettative trovano pieno compimento, grazie ad una storia lunga che si innesta in uno dei filoni narrativi classici delle storie Disney senza rinunciare alle caratteristiche sceneggiatorie dell'autore.
Topolino #3141 si apre quindi con un'avventura che potrebbe a primo acchito sembrare una classica caccia al tesoro di Paperone come tante... ma che presenta numerosi inserti e dettagli che la distinguono dalla sceneggiatura di qualunque altro scrittore, rendendo immediatamente riconoscibile l'imprinting di Sio. Avevo già potuto apprezzare questa storia nella forma di storyboard presentata nel
volumetto speciale di qualche mese fa, e l'ho qui ritrovata in tutta la sua freschezza e con quelle gag comiche tendenti al demenziale che tanto riescono bene all'autore e che contribuiscono a rendere più brioso e imprevedibile lo svolgimento. Il tormentone sulla confusione tra i nipotini (che porge una battuta utile allo svolgimento della trama in almeno un paio di occasioni, dimostrando di non essere solo fine a sé stessa), la monetona, i Talpuri stessi sono tutte trovate originali, strambe e di grande appeal, in grado di incorniciare in modo inconsueto e riuscito una trama sostanzialmente priva di vere innovazioni, ma che funziona bene nel suo essere plot collaudato.
Ci sono un paio di riferimenti eccessivi, per quanto apprezzabili, e qualche dialogo troppo verboso, ma nel complesso è una storia riuscita che dimostra un nuovo aspetto di Sio.
Stefano Intini accompagna in modo adeguato la trama, con delle tavole dal tratto dinamico e vivace, capaci di esaltare ottimamente i siparietti comici, le espressioni dei personaggi e anche le scene più avventurose.
Apprezzo moltissimo la presenza della
rubrica demenziale sui Talpuri, scritta a quattro mani da
Tito Faraci e Sio stesso, che sembra riportare sul
Topo quelle atmosfere surreali delle rubriche presenti nella seconda metà degli anni '90
Un cocktail di stravaganza, battute, comicità paradossale che funziona e diverte e fa da perfetto corollario alla storia.
Di scena su questo numero c'è anche
Francesco Artibani, che con
Topolino e il Regalo dell'Ultimo Minuto sforna una storia apparentemente semplice ma che in realtà si rivela essere un piccolo tesoro, un racconto che si muove su almeno tre linee narrative (il regalo per Minni, il tema dei viaggi nel tempo e l'importanza dell'esserci per chi ha bisogno di una buona parola) che si concatenano tra di loro del tutto naturalmente, con il risultato di avere un fumetto che parte da una situazione quotidiana, la stravolge, fa ridere e infine commuove senza retorica. Al centro di tutto questo un Topolino molto umano, credibile e sfaccettato, che può fare la scelta di usare la macchina del tempo a scopo personale ma che si impone anche di agire per il bene del prossimo.
Marco Mazzarello alle matite non è proprio la scelta più felice possibile, ma rispetto a molte sue prove passate qui realizza dei disegni in alcuni punti anche piacevoli: il profilo di Mickey nell'ultima vignetta di pagina 65 è ottimo e suggestivo, per esempio.
Il resto dell'albo propone una leggere variante citazionista (grazie alla caricatura di Piero Angela) della trasmissione di Amelia, leggermente migliore del solito anche se segue il medesimo canovaccio dei precedenti episodi, una storia-classica di
D'Antona con Paperone che porta in città la soluzione ad un problema che poi gli si rivolta contro, che sembra scritta col pilota automatico per come sembra seguire rigidamente le "tappe" che avventure del genere hanno sempre attraversato da Pezzin in avanti, e una storiella urbana di
Jacopo Cirillo piuttosto particolare, incentrata su una biblioteca che taglieggia i cittadini: di per sé interessante, mettendo anche in scena un Paperino più volitivo e interessato alla cultura e alla comunità del solito, ma non mi sembra gestita al meglio per quanto riguarda il ritmo narrativo e il numero di tavole, rimanendo un po' incompiuta come sensazione a fine lettura.