Finalmente sono riuscito a leggere il tanto 'vituperato' numero in questione, affossato prima ancora della sua uscita da critiche preventive, ergo ingiustificate. Oltretutto, fino ad ora, non ho letto commenti aspri sulla storia d'apertura, e sono d'accordo: l'ho trovata una lettura sinceramente piacevole! Taglienti alcune battute sull'affidabilità del Papersera (spero relative esclusivamente all'incapacità di Paperino e Paperoga giornalisti- vietati riferimenti a certe comunità virtuali, vero?
). Come già notato da altri, al centro dell'intreccio avrebbero potuto esserci un altro presentatore e un altro telequiz, e il risultato non sarebbe cambiato. A proposito di "altro presentatore", è curioso il fatto che nella storia sanremese Fazio si chiamasse Papersfizio e che qui si chiami invece Paperfab, pur trattandosi della parodia papera del medesimo personaggio. Delle 3 versioni papere di Fazio presenti nel numero, preferisco indubbiamente quella che appare in copertina. La Ziche nella sua vignetta ci regala un personaggio del tutto
a sé, mentre Mazzarello si rivela un
trait d'union fra i due. Sempre a proposito di Mazzarello: mi piace come disegna gli sfondi, le inquadrature, alcuni comprimari... ma reputo al limite dell'accettabile le sue versioni degli
standard characters. A me, quei becchi piatti, quei volti 'obliqui', quegli sguardi sognanti/ebeti/persi nel vuoto, non vanno giù.
La storia veneziana invece mi ricorda perché "Topolino" è considerato da sempre una buona lettura: scopo del giornaletto è divertire ed educare insieme. Lo ammetto, sotto il lato dell'informazione ho trovato la storia interessante, ma sotto il lato del divertimento un po' meno, per 'colpa' del solito finale in cui
Paperino viene punito pur non avendo colpa di alcunché
. Ma la storia, tirando le somme, la ritengo valida in quanto simbolicamente detentrice dei princìpi cardine del settimanale.
A proposito di Paperino e dei finali che lo riguardano in questo numero, trovo che l'affidare alle due brevi, ravvicinate come posizione all'interno dell'albo, una chiosa praticamente identica, non abbia giovato alla fruizione e al divertimento. Inoltre, il fatto che tutto vada storto
perché sì l'ho sempre trovato particolarmente cinico da parte degli autori, e più che divertirmi alla fine della lettura mi ritrovo piuttosto irritato.
Storia con Topolino per finire. Davvero c'è chi non ha gradito l'eccessivo realismo di alcune vignette? Avete mai letto Rota? Barks? Gottfredson stesso?Avete mai visto i corti bellici di Paperino, in cui spesso è il papero l'elemento straniante in un contesto realistico? Non voglio riaprire dissidi, mi limito solo col dire che probabilmente la penso in modo mooolto differente. La storia in sé, lo ammetto, l'ho letta alquanto svogliatamente, quindi non azzardo giudizi dal punto di vista dell'intreccio. Ma anche solo ammirare alcune vignette di Marini è stato per me sufficientemente appagante.