DETECTIVE DONALD - MISTERO SU TELAIn questo noir anni '40 (immagino la seconda metà visto che la prima è stata, anche per l'America, fortemente caratterizzata da una guerra mondiale che qui non viene, al momento, accennata), troviamo due rivisitazioni molto azzeccate: il poliziotto Jones (che non deve neanche cambiare il nome, trasferendo le sue diatribe con Donald dai giardini privati alle pubbliche strade) e la neoassistente Oletta (alias Paperetta, irresistibile al punto da sembrare la vera anima di questa serie - quasi come Kay K per l'altro DD).
Ritmi, dialoghi e nuovi interessanti characters (dal pittore Paintell alla ex ballerina Natasha, la cui storia appena accennata potrebbe avere per loro futuri sviluppi) rendono piacevole questa nuova serie caratterizzata anche da una certa leggerezza (rispetto ad una maestosità doubleduckiana sia grafica che letteraria).
Mi viene da fare questo paragone visto che anche la redazione, che in passato metteva a confronto PK con DD, adesso lo fa con i due omonimi, DD e DD, senza imbarazzo alcuno (dovuto all'ennesima riproposizione di un character super sfruttato).
PK TUBE - CAMBIO DI PROGRAMMAAl di là della colorazione dell'occhio, mi pare sia la prima volta che
è visto in tutta la sua interezza: fisionomia interessante tanto da non giustificare più la onnipresente telecamera fissa che la cela.
PICO E L'INCIDENTE DELLA BERNOCCOLOGIAPlot ultra classico che nelle sue varianti risulta comunque sempre (o quasi) simpatico e gradevole. Pico riesce a dare il meglio di se anche nelle situazioni a lui apparentemente più lontane. L'esordiente Franzò è bravo e mi ricorda un altro giovane disegnatore: Stefano Zanchi. Fontana fa dire a Paperoga che "nei fumetti funziona sempre" (il ritorno di memoria tramite botte in testa) come Vito fa dire al detective Donald "come si vedono nei fumetti" (le desiderate amache da giardino): troppa autoreferenzialità non credo faccia bene al... fumetto.
ZIO PAPERONE IN: UNO E' DI TROPPO!Un allievo di Intini (tal Picone) con influenze guliane riesce a fondere il meno peggio dei due mentori e il risultato grafico risulta (a volte) quasi accettabile, illustrando una simpatica sitcom di quotidiana vita al Deposito dove un classico fraintendimento da il via a tutta l'azione. Da notare che i due teorici concorrenti al 'posto unico' non cercano di prevalere l'uno sull'altro (anzi!): d'altronde, trattandosi di B e MP (iniziali disorientanti per i nostri protagonisti), non mi sarebbe certo piaciuto vederli sgomitare fra loro.
GAMBADILEGNO E LA STELLA DEI DESIDERIDopo questa storia Pietro non potrà più dire che Mickey sia il suo peggior incubo: l'utilizzo del sogno come quello della perdita della memoria (che si è visto prima nella storia con Pico) sono due escamotage che, per quanto possano strutturare una storia, non dovrebbero essere troppo abusati: naturalmente dipende dal risultato e in quest'ultimo caso non mi ha convinto pienamente.