Detective Donald - Mistero su tela è una storia riuscita, che contiene tutti gli ingredienti della buona storia Disney e dell'intrattenimento vincente.
Lo dico subito, diretto e senza giri di parole, per passare alla cosa più importante: provare a spiegare perché, secondo me.
C'è un Paperino credibile, pienamente nella parte, nonostante ne sia una "versione alternativa": certo non è il pigro indolente, ma non è neanche l'impavido supereroe o il papero che si è reinventato spia internazionale in pochi attimi. A mio avviso
Vito riesce a descrivere una perfetta crasi tra le caratteristiche del Paperino più genuinamente volitivo (
come affermava del resto già qui) con quelle del classico detective privato di questo genere di narrativa.
Ci sono bei rapporti interpersonali: Donald l'investigatore e la sua giovane assistente bionda Oletta formano un team che funziona, che si amalgama bene. Oletta incarna perfettamente lo spirito entusiasta dei giovani e il detective consumato si inalbera quando si accorge di essere stato "bruciato" su un'intuizione. Niente di nuovo, ma il tutto viene raccontato con brio e spontaneità. Carino anche il rapporto con Paperina e la contrapposizione e le punzecchiature con l'ispettore Jones; perfino all'interno del caso le relazioni umane acquisiscono una grande importanza, gestite con il solito tatto dallo sceneggiatore.
Infine, il caso stesso: pensavo sarebbe stato messo più da parte per via del bisogno di introdurre i personaggi, invece gli viene riservato il giusto spazio, con un intreccio interessante e molto più articolato di quanto mi aspettassi, con un finale che sa stupire con una nota sentimentale.
Carlo Limido ai disegni serve benissimo la storia: mi è sempre piaciuto il suo tratto dinamico e pulito, ma qui mi sembra addirittura superarsi, con dei personaggi fluidi e dai movimenti morbidi che li rendono davvero vivi. Ne guadagnano soprattutto i due protagonisti, ma anche gli altri personaggi, come le faine o l'ex ballerina russa. Anche l'ambientazione risulta curata, ed era importante visto la particolare connotazione storica.
In sostanza questo primo tassello di
Detective Donald fa ben sperare verso una serie che promette di essere tra le più fresche tra quelle proposte su
Topolino negli ultimi anni.
Alessandro Sisti continua ad aprire finestre sul passato di
PKNA con il suo
PK Tube: questo
Cambio di Programma vede protagonista Angus Fangus e ciò che ricorda del celebre party di "Patemi" visto nel Numero Zero, per poi virare a sorpresa su
. Ora, io sono il primo a galvanizzarmi per questa immersione totale nella continuity della prima serie, una cosa che seriamente credevo impossibile da vedere e che si rivela molto più "strong" di quanto già faceva
Potere e Potenza riprendendo cose minori come Nebula Faraday. Non posso però fare a meno di pensare che in quel caso il lettore poteva comunque godersi la storia anche senza conoscere quegli elementi, mentre con queste brevi storie non so quanto il neofita possa capire o perlomeno apprezzare nel suo senso ultimo. Insomma,
for pkers only, e forse va bene così per una miniserie che vuole festeggiare i vent'anni della serie. Io me la sto godendo molto
Alberto Lavoradori se la cava alla grande con Angus.
La storia di Pico che diventa fighetto per un colpo in testa e quella di Battista e Miss Paperett che pensano di essere a rischio licenziamento abbassano la qualità del numero. Il secondo caso offre una trama proprio forzata e priva di mordente, mentre il Pico di
Giorgio Fontana ribadisce il cliché del ribaltamento delle caratteristiche di un personaggio. In questo caso Pico che si sente un giovane dedito al divertimento offre anche alcune situazioni che mi hanno strappato qualche risata, ma l'assunto di base resta poco incisivo, la storia si dilunga troppo per quello che vuol raccontare e alcuni momenti suonano poco riusciti. Inoltre la parlata che vorrebbe essere giovane ma non lo è rappresenta un ulteriore minus.
Federico Franzò ai disegni fa un lavoro piuttosto buono, nonostante si appiattisca molto sul feeling cavazzaniano più semplice. Ma la mano c'è.
Più arduo risulta valutare
Gambadilegno e la stella dei desideri: la trama ideata da
Gabriele Mazzoleni ha infatti degli spunti interessanti, ma pesca anche a piene mani da alcuni stereotipi come il rifacimento della trama di
La Vita è Meravigliosa o il Topolino insopportabile. Alcuni passaggi dello svolgimento comunque non sono male e rendono la lettura grossomodo scorrevole, ma l'intero impianto è minato da quei due problemi.