Delusione il Paperopardo: so che le parodie non devono essere fedelissime alla trama, ma qui è sostanzialmente reinventata, con le scene clou assenti (quella del ballo è presente, ma in modo microscopico e non fra i personaggi protagonisti della celebre scena, anche se pure Tancredi balla con Angelica nel capolavoro di Tomasi di Lampedusa). I personaggi, poi, si distanziano troppo dagli originali, primo fra tutti il protagonista, ma in modo discreto pure Rockalogero (che prende spunto per il nome dal rozzo sindaco di Donnafugata, ma poco altro) e altri. Ora, riprodurre una trama lunga come quella del Gattopardo era impresa ardua se non impossibile su Topolino, e ne prendo atto; ma qui ci si concentra su un singolo episodio, molto bello e con un dialogo illuminante (che fra l'altro qui è tagliato), che rende ai miei occhi questa storia come una semplice trama slegata da riferimenti letterari o parodie. La delusione tuttavia risiede nella fedeltà, cosa alla quale tengo molto; infatti sono fra i primi che borbotta per il fatto che il capolavoro donizettiano Lucia di Lammermoor rispetti poco il libro di Scott, o che il Pinocchio della Disney non abbia neppure provato ad edulcorare tutte le scene che non hanno riprodotto del bellissimo romanzo di Collodi (e sono tante, anzi, tantissime). Tuttavia, se consideriamo tale storia come slegata dal Gattopardo, risulta piacevole e scorrevole, insomma, una buona storia.
Interessante il resto del numero, con una piacevole breve, un zio Paperone in un plot non nuovissimo ma che è reso fresco, complici anche gli splendidi disegni dell'affascinante mondo visitato da Scrooge e nipotini (senza Paperino, stranamente), una storia comica dove, pur strappando più di una risata, Gambadilegno è ridotto ancora ad un buffoncello, e l'inizio di una nuova serie firmata da Sciarrone, autore che non apprezzo tantissimo per la modernità che porta nel Calisota, ma al quale riconosco un bel tratto, ed idee interessanti come questa.