Certo, spendere 3 euro per quattro settimane per via del gadget che non mi interessa non si può dire che mi entusiasmi, pur comprendendo il motivo di questo prezzo... e comunque per lo
Star Top di
Bruno Enna si può fare
Dei 3 episodi che componevano (fino a ieri) la saga nel suo complesso avevo un ricordo piacevole, come di un lavoro ben lontano dall'essere una pietra miliare ma una lettura molto simpatica, divertente e in grado di intrattenere. Un Enna lontano da alcune vette (raggiunte su
PK, sulle
Dracula/
Ratkyll e sul Paperotto) ma anche migliore di alcune storie meno convincenti come
La Grande Corsa dell'estate scorsa.
Rileggendoli però negli scorsi giorni ho avuto un'impressione anche migliore di quella vagamente soddisfatta della mia memoria, trovando oltre alle battute (davvero divertenti e riuscite, senza mai essere sciocche) una costruzione di trama generale portata avanti con maestria, e con un'attenzione tanto a quanto avviene nei singoli episodi quanto alla mitologia della serie.
Con uno spirito ottimista mi approccio quindi al nuovo
La regina gelida... e trovo un prodotto anche migliore dei capitoli precedenti. Certo, ancora non è partita la missione quinquennale, ma l'incursione di Tirk, Pippok e gli altri in una nube dalla quale captano una richiesta d'aiuto è il pretesto per un'avventura scritta davvero bene, che intrattiene con una buona dose di azione e con le buone caratterizzazioni dei personaggi.
Alessandro Perina è poi il partner migliore che Enna poteva desiderare: con il suo disegno morbido e rotondo dà vita a dei personaggi molto vivi e davvero belli da guardare, e a degli sfondi galattici credibili, con tavole costruite sempre in funzione della narrazione. Unico parziale neo la sua versione di Zenobia, più vicina a quella sciarroniana vista poche settimane fa rispetto a quella scarpiana.
Insomma, promosso questo nuovo episodio, che fa ben sperare per il futuro del progetto!
Nel resto del numero spicca solo
Sio, che torna sul
Topo con una storia di lunghezza media sull'importanza della bicicletta:
Pippo e la pentacicletta. A metà tra una storia commissionata e il racconto dei propri sentimenti personali verso l'argomento, l'istrionico sceneggiatore costella le vignette di situazioni assurde, di gag surreali e di battute spassose che movimentano una storia irresistibile, che in mano ad altri sarebbe stata molto più noiosa.
Luca Usai serve bene la sceneggiatura, con un tratto non sempre nelle mie corde ma che riesce a rappresentare bene certe espressioni particolari di Topolino e Pippo.
Sul resto, poco da dire. Assolutamente dimenticabile la storia di
Michelini, nel suo tentativo di raccontare l'animo sentimentale di Paperone in una storia inconcludente e che lascia varie cose in sospeso (il destino della stessa freccia vol-ante del titolo) e per nulla incisiva la conclusiva con Pico e Archimede protagonisti di un reality (bello il character design che
Baldoni assegna ai due comprimari, però). La breve di
Bosco sulla scherma non si discosta dalle storielline analoghe, ma devo dire che ormai questo meccanismo comico-narrativo-didascalico inizia a mostrare la corda.