Pollice in su per
Topolino #3165.
L'asticella si alza grazie ovviamente alla conclusione della seconda stagione di
Star Top:
Verso casa è un buon finale, solido, ricco d'azione e in grado di sorprendere il lettore, che all'improvviso si trova catapultato
in una dimensione parallela con Tirk che collabora con... il suo omologo di questa realtà alternativa
!
Il pregio principale di questa nuova storia - l'avventura d'azione ben sceneggiata e messa in scena, che non è così facile trovare sulle pagine del
Topo attuale - viene qui elevata a potenza, e anche grazie al maggior respiro consentito dallo spalmare il tutto su due tempi si è di fronte ad una storia davvero intrigante e ricca di eventi, che allo stesso tempo omaggia in modo rispettoso le atmosfere di
Star Trek e in generale un certo approccio alla narrazione fantascientifica.
L'unico neo è la sbrigatività con cui viene risolta la sottotrama di Pippok, dei rotulani e di Zenobiak: mi fa piacere che la "regina gelida" del primo episodio venga ripresa come parte integrante dello sviluppo di stagione, ma allo stesso tempo rilevo che gran parte di questi eventi accadono fuori scena, e attraverso un flashback che compatta in una pagina tante cose.
Ma è un difettuccio che non intacca la buona riuscita complessiva di Verso casa e della saga nel complesso. Complimenti quindi a
Bruno Enna e ad
Alessandro Perina, che hanno portato sulle pagine del settimanale una saga per nulla semplice o scontata
Il resto dell'albo non è male, grazie a due storie non imperfette ma significative.
Zio Paperone, Rockerduck e il criovulcano difettoso ha una trama di base molto forte e interessante: Rockerduck che quasi "eroicamente" si accorge che gli artefatti alieni capaci di fungere da "condizionato climatico" naturale venduti da Paperone sono una minaccia, e che cerca di salvare la situazione, è un plot di rilievo, visto che parte da una situazione trita e ritrita come il confronto tra i due miliardari (in qualche modo sbeffeggiati in modo autoironico in un paio di scene) per arrivare però a sviluppi imprevisti.
Ma qualcosa nello svolgimento della sceneggiatura di
Matteo Venerus non funziona come dovrebbe: qualche passaggio un po' troppo veloce, qualche aspetto poco approfondito e un finale un po' affrettato e "appeso" vanno a "sporcare" lo sviluppo della storia, che pur rimanendo molto valida come idea non riesce ad arrivare in fondo nel modo migliore. Peccato, perché mancava davvero poco. Peraltro la storia gode dei disegni sorprendenti di tal
Renata Castellani, che non conoscevo ma che qui sfoggia un tratto che va oltre il solito uniformismo cavazzaniano per arrivare a uno stile che si richiama più a Stefano Turconi o a Lucio Leoni, il che è molto positivo, anche perché il risultato è di tutto rispetto: dinamico, morbido, d'effetto. Un'artista da tenere d'occhio!
Anche
Paperinik e il mistero sotto i riflettori non è male: certo,
Gabriele Mazzoleni non parte da uno spunto narrativo nuovo, visto che il film su Paperinik è un'idea presente in diverse avventure, ma alcune strizzatine d'occhio (il Paperinik vendicatore come "fonte originale", Paper-Bat, il fandom criticone verso l'adattamento cinematografico) e dialoghi ben scritti contribuiscono a far scorrere la lettura senza drammi. Buono anche
Ottavio Panaro alle matite
Sulle due brevi poco da dire: mi hanno detto poco e non mi hanno strappato risate.