Diamo a Cesare quel che è di Cesare, e al Topo quel che è del Topo.
Un 'Topolino' che mi ha soddisfatto in tutte le storie, sia nei testi che nelle matite/chine.
Si parte da una storia calcistica che non ridicolizza
i nostri come spesso accade (personaggi americani che tifano per la nazionale di calcio italiana: ma perché??!) e che invece li trasporta in Inghilterra, in una storia in costume, agli albori del calcio come lo conosciamo oggi. E senza nemmeno l'uso stereotipato della macchina del tempo (in cui i protagonisti, più che testimoni, si riducono sempre più spesso ad essere fautori). Ottimo uso dei personaggi, ciascuno calato in una parte consona alle proprie peculiarità. E ottimo come sempre Mottura, non mi stancherò mai di dirlo.
Faccini ci regala una storia non più costretta in un numero troppo esiguo di pagine, ma piuttosto ben dosata nella totalità delle tavole. Sarò sincero, di grandi risate con Faccini non ne faccio più da quando ero bambino, ma bisogna dire che questa storia io l'abbia apprezzata più di altre sue prove recenti. Dirò di più: mentre la leggevo non potevo far a meno di immaginarmela in animazione, magari diretta da Chuck Jones; le scene in cui le due scarpe si azzuffano tra di loro mi ricordano certi bisticci tra Silvestro e qualche cane aggressivo, o il gatto Tom (di Tom & Jerry) che si fa mordere ripetutamente da un mini-mastino di cui si vedono- nel polverone- soltanto i denti aguzzi.
Nella storia celebrativa di Paperino ho letto un Vitaliano che mi è piaciuto: sarcastico quanto basta, divertente senza espedienti quali l'abbattimento della quarta parete, cinico ma non all'eccesso, tormentoni non abusati, morale di fondo buona ma non buonista. Tosolini ci mette del suo nella buona riuscita del tutto (anche se non ho capito bene cosa abbia in mano Paperinik nella penultima vignetta della seconda tavola).
Gambadilegno e Trudy sono i protagonisti di una breve di cui si intuisce fin da subito il finale, ma che ci offre uno spaccato della loro love story tutto sommato lasciato spesso in secondo piano (ed è bene così). Ma una volta ogni tanto una storia che ci faccia capire perché i due siano così romantici, tanto da chiamarsi fin dai tempi di Scarpa piccioncino e colombella, non guasta (quindi un episodio perfettamente
in character).
Slam Duck avrà il suo giudizio quando sarà finita, ma per il momento mi piace.
E sia lode ad un Chierchini che barcolla ma non molla!