Topo... bah, lo dico dopo il commento.
Topolino e la banda dei cablatori (Faraci/Pastrovicchio): mi piglierò parecchio spazio, scusate. In tempi non sospetti, ossia all'uscita di "Tutto questo accadrà ieri", dissi che l'avere permesso a Casty di riscriversi le regole di funzionamento della macchina del tempo avrebbe significato l'abolizione di ogni continuity disneyana seppur labile, e che ciò avrebbe portato come conseguenza la possibilità di riscrittura anche dei primi incontri tra i personaggi, ambrosianamente, mi verrebbe da dire. E, nonostante nessuno ci volesse credere, eccomi qua facile profeta. Questa storia è il remake del primo incontro tra Topolino e Giuseppe Tubi. La domanda è: perché farne un remake? Era davvero necessario? Davvero davvero? Qual è il senso di questa operazione? Se capissi quello, forse comprenderei tante cose in più. Far conoscere Tubi al giovane lettore? Invogliarlo a leggere Gottfredson? Ma allora non sarebbe bastato fare una storia inedita con Tubi, presentando il personaggio in qualche buon articolo, e rinviare alla storia pubblicando "La banda dei piombatori" sul sito, come è stato fatto questa settimana? Perché farne un remake in chiave moderna? Perché si pensa che Gottfredson non faccia presa sul lettore giovane? Vabbé, facciamo piuttosto un'inedita. Il fumetto non è il cinema, dove un film cinquant'anni dopo può migliorare foss'anche solo per gli effetti speciali: ogni storia disegnata è inevitabilmente figlia della sua epoca, che magari porta a creare certi personaggi in un determinato modo piuttosto che in un altro, e non vi sono effetti speciali che tengano a giustificare il riciclo di una grande storia sotto lo schermo del remake. Tubi nasce in un certo modo negli anni trenta, come idraulico furfante appassionato di teatro, cosa che funziona in fondo anche oggi; perché quindi ridisegnarne i contorni come personaggio, non limitandosi a fare un intelligente intervento che ne modifichi le origini rispettandole comunque con una buona retcon (vedi la storia di Zemelo con Eta di qualche settimana fa)? Qui invece si ridefinisce tutto il primo incontro come se non ci fosse mai stato azzerando la "Banda dei piombatori" e cancellandola dagli schemi, come si fece per Pkfrittole con Pkna/Pk2: gli errori del passato non insegnano? Perché volersi cimentare a tutti i costi riscrivendo cose del passato come se non ci fossero più originali idee buone (sensazione estremamente fastidiosa), come se si dovessero riciclare a tutti i costi le grandi idee del passato spacciandole per remake dell'era moderna quando di quel remake il lettore non ha alcun bisogno? In sé la storia è splendidamente narrata, con ottimi tempi ed ottime gag, capiamoci, perché Tito è Tito il grande, ma è l'idea di fondo del riciclaggio non necessario ad essere sbagliata per me. Lo si fa per modernizzare i personaggi? Beh, Pkna dimostra che non serve un remake per farlo. Vuoi farli conoscere alle giovani generazioni? Ripeto: una bella storia inedita, un bell'articolo, e vuoi che i giovani disneyani non vadano a scoprirsi Gottfredson? Ma oltretutto, questo remake come si colloca nella pur blanda contnuity disneyana? Mi si accenna al lavoro di Topolino al Topolinia Daily in "Topolinia 20802", evidentemente prima che Topolino entrasse al comitato del giornale, senza tener conto del fatto che proprio nel pilot di "Topolinia 20802" Topolino e Tubi si conoscevano perfettamente: non ha senso. Insomma, l'idea che manchino le idee non mi abbandona, e la percezione d'assoluta inutilità di questa storia persiste dopo mille letture: se devi andare ad intaccare le origini di un personaggio a fumetti, o lo fai retconizzando in modo intelligente (Mary Jane che rivela di sapere da sempre che Peter è l'Uomo Ragno), cosa che implica il rispetto dell'origine stessa però, o eviti un remake puro e semplice, perché ti fa fare la figura del copione senza idee (perdonate la ripetizione) di fronte al mostro sacro. Ed è una cosa che Faraci non si merita di sentirsi dire. Lancio la sfida: a quando Zio Paperone senza Klondike? Capitolo disegni: Pastrovicchio è sempre un fenomeno, e potrei chiudere qui. Però... perché nella prima vignetta Topolino ha solo le pupille e non tutto l'occhio? Sarebbe però interessante sapere perché Manetta non abbia il sigaro, visto che in alcune pose sembrebbe averlo quasi in mano ma letteralmente cancellato. Altra curiosità cui accennavamo nel topic di censure e rimaneggiamenti: Topolino dà del voi a Manetta, cosa che non si vedeva da anni!
Il mistero delle tre medaglie: le GM argento vivo (Marconi/Mazzarello): voto rinviato; per i disegni, vedasi commento della settimana scorsa.
W lo sport: il cicilsmo (Bosco/Baldoni): sempre risate con buoni disegni.
Paperoga e il superfrullato tonificante (Faccini): Paperoga sulla scena, e Faccini ai testi ed ai disegni. Serve altro? Altre risate per l'ennesima presa in giro ad opera dell'ormai leggendario cantore delle gesta dello stralunato palmipede.
Doubleduck agents of the Agency: trappola per Jay-J (Panini/Pastrovicchio): altra bella breve dai disegni spettacolari.
Topolino in giallo: intrigo sul set (Bosco/Camboni): ottima prosecuzione del ciclo iniziato l'anno scorso. Se la qualità è questa, preferirei che le storie uscissero non una all'anno sotto l'ombrellone, anche se i gialli sono lettura molto estiva. Comunque è un gran bel mistero da dipanare, dove il cattivo è proprio un furfantone senza troppi scrupoli, contro il quale il nostro sorcio deve lavorare anche e soprattutto di testa: la considero la prova che il Topolino investigatore è tutt'altro che finito. Ottimo ritorno per Camboni, sempre perfetto nelle storie di questo genere: davvero un peccato che si veda così poco sul settimanale, perché i suoi topi tanto particolari hanno un'espressività davvero unica.
Insomma, sarebbe un gran bel Topo, se non fosse che la prima storia lascia troppe perplessità e troppo amaro in bocca per funzionare davvero.