magari Gancio dall'alto dei suoi studi...
(@Gancio dove minghia sei?) ...
Mi hai evocato, eccomi.
Come noto io non bazzico mai il topic di un topo se prima non ne ho concluso la lettura, per cui ora posso intervenire... sai com'è, tra Brigittik e la recensione di PkApp sono stato un po impegnato
Dato che ne ho lette di cotte e di crude sulla cd. "legalità" dell'acquisto da parte dei Bassotti, provo a dire anche io la mia, al limite invocherò un presunto colpo di sole...
Innanzitutto
i fatti: la bottiglia passa di mano, nell'ordine, a Paperino, al tipo con la maglia viola e, infine, ai Bassotti; provo a dare una mia interpretazione di questi passaggi e le situazioni in cui si trovano i personaggi.
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Paperino: dopo lo scontro al deposito si trova in possesso della bottiglia, e non accortosi dello scambio (ne avendolo in alcun modo causato) è in assoluta buona fede (art. 1147 co. 1 cc:
È possessore di buona fede chi possiede ignorando di ledere l'altrui diritto): di fatto non è proprietario della bottiglia, ma non ne è consapevole e si comporta come se lo fosse, dunque il suo è un possesso in buona fede perchè ignora l'altruità della cosa. Ciò vale almeno sino al momento in cui si rende conto che il gusto della bibita (che presume) ivi contenuta non sia quello giusto. Al momento in cui se ne avvede decide di cedere la bottiglia ad un terzo, ancora in buona fede e comportandosi come se fosse l'effettivo proprietario. Ci si potrebbe allora chiedere se in quel momento non avrebbe potuto/dovuto sospettare qualcosa, e quindi se egli non versi in una situazione di colpa (la quale, se "grave", farebbe venire a mancare la sua buona fede); io tendo ad escluderlo: è pur vero che Paperino ha avuto modo di scorgere la bottiglia col denaro in mano a Paperone, ma è stato per pochi attimi (subito dopo c'è stato lo scontro con Battista), inoltre non gli viene rivelato il contenuto della stessa, dunque è logico che possa avervi prestato scarsa attenzione. Se aggiungiamo, poi, che può sempre capitare di acquistare una bevanda scambiandola per un'altra, ecco che il fatto che Paperino si trovi seco una bottiglia che non riconosce può benissimo apparirgli frutto di una precedente svista, e non gli si può contestare alcuna colpa, neppure nella decisione di cederla ad un terzo, posto che egli è convinto che sia la sua. Sino a questo momento, comunque, Paperone continua ad essere proprietario della bottiglia, ed ha il diritto di esercitare un'azione di rivendicazione nei confronti di Paperino per riottenerla indietro (art. 948 cc:
Il proprietario può rivendicare la cosa da chiunque la possiede o detiene e può proseguire l'esercizio dell'azione anche se costui, dopo la domanda, ha cessato, per fatto proprio, di possedere o detenere la cosa. In tal caso il convenuto è obbligato a ricuperarla per l'attore a proprie spese, o, in mancanza, a corrispondergliene il valore, oltre a risarcirgli il danno). Quindi Paperino, dopo averla ceduta potrebbe essere costretto a recuperare la bottiglia o risarcirgli il danno (!!!!).
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il Tipo con la maglia viola: egli riceve "in regalo" la bottiglia da Paperino. Si tratta di un classico caso di acquisto cd.
a non domino, ovvero da chi non è proprietario del bene mobile ma
sembra lo sia (art. 1153 cc:
Colui al quale sono alienati beni mobili da parte di chi non ne è proprietario, ne acquista la proprietà mediante il possesso, purché sia in buona fede al momento della consegna e sussista un titolo idoneo al trasferimento della proprietà). E Paperino, in spiaggia con un bibita che apparentemente non è di suo gradimento, certamente può sembrare il reale proprietario di quel bene. Orbene, in questo caso il tipo con la maglia viola acquista la proprietà della bottiglia a due condizioni: che sia in buona fede e che vi sia un titolo idoneo al trasferimento della proprietà. Senza dubbio si verifica la prima condizione (il tipo è sicuramente in buona fede nel momento in cui un altro bagnante gli cede una bottiglia di, presunta, limonata: lui la cercava ed al papero non piaceva), mentre più complicato è capire se sussista anche la seconda, perchè non si tratta di compravendita ma di cessione a titolo gratuito: su questo punto mi par di capire che non ci sia uniformità. Di conseguenza, se si nega che l'acquisto
a non domino possa valere nel caso di cessione a titolo gratuito, allora il tipo con la maglia viola non ha mai acquisito la proprietà della bottiglia e non può, conseguentemente, cederla ai Bassotti; di contro, se si ritiene che anche una cessione a titolo gratuito sia idonea ad integrare il "titolo" richiesto dall'art. 1153, allora si può giungere alla conclusione che il tipo con la maglia viola abbia legittimamente acquisito la proprietà della bottiglia, ed in questo caso Paperone non potrebbe esercitare l'azione di rivendica nei suoi confronti (in quanto azione esperibile solo nei confronti del possessore o del mero detentore, e non verso colui che ha ormai acquisito la proprietà del bene, come lo stesso art. 948 chiaramente afferma).
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i Bassotti: loro sono chiaramente in mala fede, come peraltro candimente ammettono. Mi permetto di citare l'esimio collega Photomas che, nel suo post, fornisce spunti molto interessanti.
Allora, nessuno ha fatto caso che il Bassotto, acquirente della bottiglia, si è spacciato per ciò che non era, ossia un collezionista? Che, quindi, il suo acquisto potrebbe essere avvenuto con artifici o raggiri? Nessuno vede che la cosa viene fatta appunto con l'intento di concludere con Paperone un contratto a condizioni inique e sperequate, estorsive, direi, dopo che le cose sono state scoperte dai Bassotti con intrusione nella privacy?
Allora, il bassotto in realtà viene in possesso della bottiglia anch'egli a titolo gratuito, ma fingendosi un collezionista ed inducendo il tipo a regalargli la bottiglia; e lo scopo, per l'appunto, è quello di ricattare Paperone. La loro mala fede è talmente esplicita, tenuto conto che ammettono di aver spiato Paperone, che non è radicalmente possibile applicare il meccanismo di cui all'art. 1153 (cd. "possesso vale titolo"), ma vi è di più: qui ritengo infatti che si possa discutere della configurabilità del reato di truffa (art. 640 cp:
Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito...): di certo sussistono gli artifizi o raggiri (come faceva notare Photomas nello spacciarsi per collezionisti), parimenti il profitto con altrui danno (anche se inconsapevole, il tipo con la maglia viola possiede il patrimonio di Paperon de' Paperoni e... lo regala!), mentre più difficile è rinvenire il requisito dell'errore, in quanto i Bassotti si limitano a sfruttare l'originaria ignoranza del reale valore della bottiglia in capo al tipo; d'altro canto, è pur vero che il Bassotto, fingendosi un collezionista, avrà insistito molto per ottenere la bottiglia, magari facendo credere al tipo con la maglia viola che la stessa bottiglia non avesse alcun valore particolare se non quello di poter far parte di un'ampia collezione. Per cui, data anche l'accertata male fede dei Bassotti, è chiaro che il loro acquisto non sia per nulla legittimo, ed anzi integri gli estremi di un reato, peraltro aggravato in quanto il danno patrimoniale è di rilevante (e te credo!!!) gravità.
Che poi il cd. "accordo" con Paperone sia di natura estorsiva (art. 629 cp:
Chiunque, mediante violenza o minaccia, costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito...), dietro minaccia di perdita/distruzione della bottiglia, credo che ci sia poco da aggiungere: per la configurabilità del reato la minaccia deve essere diretta a coartare la volontà della vittima in modo che compia un atto di disposizione patrimoniale, restando indifferenti le modalità specifiche della condotta, l'importante è che la minaccia metta la vittima in condizione di dovere accettare le richieste estorsive per non subire un male maggiore: e qui Paperone non aveva alcuna altra scelta, se non pagare o perdere tutto il suo patrimonio.
In conclusione: non è ipotizzabile che i Bassotti abbiano acquistato la proprietà della bottiglia
legittimamente, ma è anche ovvio che abbiano più familiarità con l'Ordinamento Penitenziario che non con il Codice Civile
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Dopo tutte 'ste pippe mentali para-giuridiche, passiamo alle
cose serie, ovvero al topo
Rock Sassi e Manetta in: 2 poliziotti a... bivi (Bosco/ Lucci): non sono un particolare amante delle storie a bivi, le leggo solo per curiosità dei vari finali ma comunque nella consapevolezza che si tratta in fin dei conti di mini-storie che si intrecciano e nulla di più. Di conseguenza ritengo questa storia nella media delle altre, ogni tanto può far piacere leggerne una tanto per cambiare, ma nulla di più.
Il mistero delle tre medaglie - Paperino... faccia di bronzo (Marconi/Mazzarello): si tratta di una storia su commissione, per cui credo che Marconi se la stia cavando bene, ma è opportuno aspettarne la conclusione. Continua a non convincermi del tutto il tratto di Mazzarello.
W lo sport - il fitness (Bosco/Gottardo): solita breve fatta solo di gag più o meno concatenate, strappa delle risate quindi in definitiva raggiunge lo scopo per cui è stata realizzata.
Chiamata per B-Black (Panini/Pastrovicchio): l'ho apprezzata anche più della precedente. Certo, 6 tavole non consentono chissà quali voli pindarici, ma la caratterizzazione del protagonista è corretta, e la storia si limita a narrare un breve spaccato della sua vita da agente. Bene cosi.
Topolino e il segreto dello chef (Ubezio): mi è piaciuta parecchio, complice anche il tratto grafico di Ubezio che apprezz(i)o (cosi fa rima, no?). Un giallo di stampo classico, forse un po troppo affrettato e semplicistico nel finale, ma assolutamente godibile per chi ne apprezza il genere.
Zio Paperone e i triliardi in bottiglia (C. Panaro/Gatto): la migliore del numero, una storia dal sapore molto "classico" ottimamente disegnata dal Maestro Gatto. Peccato che abbia inopportunamente dato adito a polemiche e discussioni paralegali, ma resta una storia divertente pur nella semplicità di una sorta di caccia al tesoro.
Concludendo, un numero estivo di tutto rispetto, di certo assolutamente sufficiente [smiley=voto3.gif]