Non bastasse l'ultimo episodio della lunga storia di
Bosco/Sciarrone, questo numero mi allettava anche per la doppietta mica da ridere Artibani/Radice, e quindi non ci ho dovuto pensar molto per prenderlo.
Il risultato è che
Topolino e le vacanze in fuga scricchiola, in questo finale...
Artibani scrive una buona storia con alcune pecche e
Radice/Turconi fanno faville.
Poteva andare peggio, via
Con ordine: cosa c'è che non va nella sceneggiatura "boschiva"? A parte che non ci sono grandi sorprese nella sua conclusione (ma non era necessario ce ne fossero, per come era stata impostata), mi è parso che tutto si chiudesse troppo rapidamente. Nella prima parte dell'episodio le cose camminano col solito ritmo, poi però i personaggi prendono una decisione che mi lascia perplesso, così come lo sviluppo finale (scappare dalla polizia e spedir poi loro l'agendina? Col rischio che succeda qualcos'altro al materiale che scotta? Capisco essere ricercati, ma una volta costituitisi e con l'agendina avrebbero potuto risolvere la cosa... senza contare che quando vengono bloccati dal capitano Murieta questo aveva già capito, chissà come, che Topolino e amici erano innocenti) e tutto si chiude alla velocità della luce nel giro di 2 tavole, riservandone altre due per chiudere il cerchio.
La cosa mi spiazza, anche perché avere 5 puntate e chiudere la trama in fretta e furia mi sembra un controsenso, specie perché finora Bosco aveva dimostrato di saper gestire molto bene il ritmo narrativo.
La storia nel complesso resta una delle cose migliori uscite nel 2016 su Topolino, ma questo capitolo conclusivo ne mina la stabilità, e senza questa pecca sarebbe potuta essere migliore e più armonica. Sempre ottimi i disegni di Sciarrone, che ha mantenuto con questa avventura una media qualitativa ottima.
Topolino e l'esperimento del Dottor Pi è una buona storia, ma Artibani ci ha abituato a ben di meglio. Lodevole l'intento di voler porre l'accento su argomenti scientifici e sull'amore per la scienza... ma in questo caso mi sembra ci si sia concentrati meno sugli argomenti e più sull'amore
A parte un paio di nozioni sulle scoperte di Albert Einstein, per le quali dobbiamo senz'altro ringraziare anche la supervisione di
Carlo Rovelli, per il resto si tratta di una robusta avventura con la macchina del tempo come ce ne sono state tante. Interessante e valido il tema per cui non sono solo le nozioni a fare un grande scienziato, ma tutte le esperienze e la vita che costituiscono la persona, ma di contro abbiamo un
villain un po' troppo stereotipato e con un piano che sa di già visto. Anche Topolino espertone di fisica mi ha un po' stranito, ad essere sincero... ma poi il tutto si riscatta con un Einstein spettacolare, bellissimo non solo per i bei disegni di
Alessandro Perina, ma anche per la caratterizzazione che gli dà lo sceneggiatore, che riesce a renderlo serafico, interessante, simpatico e arguto. Non conosco abbastanza bene la biografia dello scienziato, ma certamente la versione disneyana si rivela intrigante e regge buona parte dell'avventura.
Il clou del numero è quindi
Quo e Archimede in: Ballo col bullo. Teresa Radice mette in scena la sua innata sensibilità, già dimostrata in diverse occasioni, per scrivere di un argomento delicato come il bullisimo, su cui è facile essere didascalici o pedanti ma che la sceneggiatrice sa trasformare in un racconto delicato e riuscito, dove si invitano i lettori a scavare a fondo in se stessi, a non evitare di confidarsi con i genitori e a reagire senza traumi a brutte situazioni di quel tipo. L'idea vincente non è tanto usare Quo come bersaglio di un ragazzo più grande, quanto prendere Archimede e cucirgli addosso il ruolo di mentore, con un passato in cui ha subito anche lui atti di bullismo, cosa che suona molto plausibile considerando l'attitudine nerd che sicuramente avrò avuto fin da piccolo. Del resto, "ogni adulto di successo è stato impopolare da bambino".
Il risvolto della medaglia è che la storia si configura in quell'universo molto emozionale tipico della scrittura
radiciana, dove i buoni sentimenti funzionano davvero per risolvere le cose e dove chiunque si comporti male ha comunque un background che ne giustifica le azioni e che, una volta scoperto, si può scardinare per migliore la situazione. È un mondo narrativo che adoro e che mi piace ritrovare ogni volta nell'impostazione delle storie di Teresa e nelle corpose didascalie introspettive con cui costella lo sviluppo (emotivo, prima ancora che narrativo), ma che non so, onestamente, quanto all'atto pratico di certe situazioni possa funzionare. Sarà che ormai sono un po' disilluso... Ad ogni modo resta lo sprone a non chiudersi in se stessi e a confidarsi con gli adulti più vicini per superare certe brutte esperienze prima che diventino - ahimè - irreparabili, e questo resta un consiglio per niente scontato.. E chissà, magari si potrà concretizzare davvero un superamento così positivo di certi conflitti scolastici
Sarò breve per quanto riguarda i disegni di Stefano: ottimi come sempre, con Paperi assolutamente vivi e vitali, che è un piacere vedersi animati su carta. Ottimi anche i
character design dei personaggi inediti come il bullo e sua madre o come il nuovo bullo che arriva alla fine.
Infine, due storie con Paperino e Paperoga: la breve firmata
Moscato/Ermetti è simpatica e divertente con quella giusta dose di follia che ci sta in una 4-pages, l'avventura di
Sarda/Del Conte non è niente di originale né memorabile, ma si fa leggere ed è innocua.