Topo nella media. Non grazie alla storia iniziale.
Wizards of Mickey – Aurora (Venerus/Marini): già ho detto molte volte di non apprezzare il fantasy in generale con due eccezioni (He-Man e i dominatori dell'universo e la Spada di Ghiaccio, che è sì fantasy ma prima di tutto è il nostro Topolino). Ma, e mi spiace davvero dirlo, mi ci stavo addormentando: trama vista e rivista mille volte, senza una gag che fosse una a salvarla. Quasi era meglio il Mazinkaiser dei poveri: almeno ci aveva dato un bel combattimento. Ho detto quasi. Ottimo Marini, adatto alla circostanza e perfettamente espressivo, nonché fantastico in alcune vedute.
La storia dell’arte di Topolino – Paperaggio e i cartelli dei Ricchiscalchi (Gagnor/Zanchi): ottimo ritorno per la serie e per il suo creatore, capace sia di dare indicazioni sulla vita del Caravaggio, sia di azzeccare sempre le gag come dovrebbe essere in una storia del genere. La serie continua alla grande, dunque, ben supportata da un fantastico Zanchi e da colori sopra la media: grande è il disegnatore anche in certe pose paperocaravaggesche assolutamente non facili da rendere.
Zio Paperone e il brevetto del provetto (Figus/Di Vita): simpatica semibreve, senza pretese.
Manetta e Rock Sassi in: non aprite quel bagagliaio (Faraci/Barbaro): ottimo ritorno per Faraci, che riese a fare quel che gli viene meglio, ossia dissacrare scrivendo una trama seria che al contempo è ricca di gag funzionali al suo svolgimento. La storia è un vero fuoco di fila di battute, ognuna con una sua logica ed un senso nella trama, che portano ad un fantastico crescendo di suspense, nel più puro stile faraciano, e nel migliore stile faraciano, direi. Ottimo Barbaro che, da quando si è "ripulito", si è reso molto più godibile agli occhi: il suo tratto comunque "scuro" è perfetto per questa storia.
Dunque, non voglio fare polemiche, sia chiaro. Siamo su un fumetto Disney, in un mondo di paperi e topi rotondi e simpatici. La violenza ha dei limiti, è ovvio, è giusto, è normale: ci accostiamo a questo fumetto consapevoli di ciò, perché in fondo è quel che vogliamo, altrimenti leggeremmo altro, ovviamente. Ma l'immagine del quadro di "Giuditta e Oloferne" nel pregievole speciale su Caravaggio, riproposta a metà nella sola parte in cui compare Giuditta, sa tanto di censura inutile, eh? E stiamo parlando di Caravaggio, quando perfino sui nudi d'arte abbiamo chiuso un occhio in "Zio Paperone e la truffa archeologica"... Ne valeva la pena? Ne valeva veramente la pena?