Topolino e il raggio di Atlantide si sviluppa e conclude col botto!
Davvero, finale spettacolare, una lunga sequenza d’azione che ricorderò a lungo per come mi ha legato alla lettura, coinvolgendomi in maniera eccezionale. Seguivo con esalto vero le cadute di Topolino, gli attacchi di Monk, ogni passaggio di questo inseguimento così articolato e su cui
Casty si è chiaramente speso molto.
È vero che forse tale lungo epilogo si divide un po’ nettamente rispetto al
mood narrativo visto nelle tavole immediatamente precedenti, ma la narrazione di Casty è fluida e non appaiono sbalzi di registro tra la prima e la seconda metà di questo capitolo finale.
Anche la parte di spiegazione non mi ha pesato, grazie ad uno stratagemma narrativo e di regia alquanto interessante che ha reso le tavole meno nozionistiche e più coinvolgenti, riuscendo a comunicare in modo chiaro e completo il background mitologico senza rallentare minimamente la narrazione, mettendo quindi a tacere il mio appunto critico su un momento simile della prima parte, fatto settimana scorsa.
I disegni continuano ad essere sempre buonissimi, e anche se alcune inquadrature il viso di Topolino non appare al massimo delle potenzialità espressive e grafiche, sarebbe assurdo negare la qualità degli sfondi di ogni singola vignetta, la maestosità dei panorami e in generale inquadrature sempre evocative, con una rottura della gabbia persistente ma senza mai sembrare gratuita, ma piuttosto funzionale a quanto si sta visualizzando.
Che bel Mickey da vedere in scena, che nel fumetto Disney (e fumetto avventuroso
tout-court) da leggere!
Il resto del numero, ahimè, non bissa le sensazioni piacevoli che mi aveva dato l’albo della scorsa settimana.
Paperino e la cordialità sospetta vorrebbe conquistare mettendo in scena una situazione atipica, ma non riesce e creare la suspense necessaria, rappresenta un Paperino poco centrato e offre una risoluzione fin troppo prevedibile.
Superpippo in: pericolo meteorite è… vacua, non saprei come altro definirla. Succede poco ma quel poco non fa ridere e non genera nessuna particolare emozione.
Luciano Milano alle matite, però, ricorda in diverse pose del protagonista il tratto che Massimo De Vita infondeva all’alter ego di Pippo nel 1998, il che non è male.
Paperino e la mobilità insostenibile non è male, invece: il
plot è simpatico, anche se non certo inedito, e ha il pregio di venire gestito in modo pazzerello il giusto. Si perde un po’, però, nel finale poco chiaro.
La storia di apertura è invece assai caruccia: certo, continuo a sostenere che – come fu per quella di Artibani su Einstein di qualche settimana fa – le storie di questo
Topolino Comics & Science non siano molto diverse dalle diverse avventure a fumetti Disney che nel corso degli anni, per un motivo o per un altro, hanno attinto a tematiche scientifiche per costruire una trama. Qui
Fausto Vitaliano ha comunque inserito alcune didascalie che spiegano in modo leggermente più insistito le nozioni interessate, ma resta il fatto che la storia si concentra più su un messaggio di stampo “umano” che scientifico. Messaggio assolutamente encomiabile e che mi è piaciuto ritrovare nel
Topo, che infatti contribuisce al mio apprezzamento complessivo per quest’opera (insieme ai sempre piacevoli disegni di
Limido), ma che sarebbe comunque stato bene anche in una storia che non trattasse di buchi neri e onde gravitazionali.
Insomma, continua a sembrarmi un progetto un po’ indeciso, ma finché le storie sono buone non mi lamento troppo.