È tornato PK su
Topolino, ed è sempre una festa, un momento che ormai aspetto con grande trepidazione.
Cronaca di un ritorno, ad ogni modo, è solo all’inizio ed è quindi troppo presto per farsi un’idea compiuta di quello che sarà la nuova storia di
Alessandro Sisti e
Claudio Sciarrone.
Certo è che la prima impressione è molto positiva: anche solo da questo primo episodio si nota la maggior coesione con la nuova continuity rispetto a quanto accadeva nella prima parte degli
Argini del tempo, e un mood molto vicino a quello che si respirava in
PKNA, pur aggiornato.
Non è tutto rose e fiori: l’atmosfera ilare mi è sembrata eccessiva in alcuni punti, non tanto nei battibecchi con Hicks che ci stanno (e scambi di battute di quel tipo tra Pikappa e Uno non sono mai mancati negli anni Novanta), quanto nelle ultime tavole. Per quanto ci sarà sicuramente una spiegazione a questi “evroniani allo sbando”, resta il fatto che la caratterizzazione esageratamente da burletta mi ha lasciato vagamente perplesso.
Sciarrone ai disegni è da ovazione: se già negli
Argini dimostrò di saper plasmare alla grande il mondo di PK, è qui che l’artista tocca quella che ritengo la vetta della sua “era digitale”: proprio a partire dalla storia di un anno e mezzo fa si può osservare una china ascendente notevole nelle storie per
Topolino apparse nel frattempo, per arrivare ad un Paperino/Pikappa dinamico e vivo, a nipotini credibili e a scenari decisamente cinematografici. Ottimo davvero.
PK a parte, il resto del numero non brilla molto. La storiella sui segnali di fumo è un semplice susseguirsi di gag banali, quella di
Fontana sulle foglie ha uno svolgimento fin troppo classico e giocato tutto sulla vignetta finale, dal canto suo priva di mordente, e quella di Gambadilegno riesce a strappare giusto un sorriso, per quanto prevedibile.
Si salvano invece
Paperino, Gastone e il deviatore probabilistico e
Orazio e Eta Beta star dell’elettronica.
La prima è un’avventura urbana a mio avviso piuttosto riuscita:
Zemelo ritorna sul cliché della fortuna di Gastone dando però un briciolo di spessore in più al biondo cugino e costruendo una trama ricca di elementi simpatici e divertenti. La seconda è un trip di
Giorgio Salati in cui si è immaginato che dietro i caschi dei Daft Punk si nascondessero Orazio e Eta Beta XD XD Scherzi a parte, ho apprezzato l’uso interessate di due comprimari che raramente interagiscono tra loro, e il renderli un duo di musica elettronica è quella classica idea che sulla carta sembra un abominio ma che sviluppata assume contorni gradevoli. Interessante il concetto per cui la “malattia della distorsione elettronica” possa essere curata da strumenti musicali veri
Per questa storia lo sceneggiatore ha scritto
un approfondimento sul suo blog, per gli interessati
Lato disegni:
Zironi è sempre un bel vedere, e
Asaro non è male. Certo che però vedere nello stesso numero cosa sanno fare Sciarrone e Zironi stesso e ritrovarsi poi un
Mazzarello che pare abbia fatto passi indietro dalle prove più recenti, una
Molinari che non capisco cosa le sia successo e un
Chierchini dal tratto più arcaico che mai mi strania sempre un bel po’…