Il
Topolino di Natale, da tradizione, lo prendo. Mi fa piacere, crea atmosfera e solitamente sono pure più bendisposto del solito sulle storie contenute
Quest'anno credo che ci si sia superati, però: negli scorsi due anni non c'era da lamentarsi, ma mancava comunque la storia natalizia che spiccasse davvero, mentre stavolta ce ne sono ben due!
Topolino e l'elettromistero di Natalimburgo è una
castyana gradevolissima: c'è il giallo che incuriosisce Mickey e lo porta ad indagare, c'è l'elemento fantastico, ci sono nuovi comprimari molto ben caratterizzati, c'è il vecchio Pietro carogna e c'è una buona dose di comicità vagamente surreale che ho trovato gestita anche meglio che in altre situazioni.
Il tutto immerso in un'atmosfera che tra neve, giocattoli, abeti e una cittadina che rischiava di vedersi il Natale rovinato, è più natalizia che mai (anche grazie ai bei disegni del
Castellan), ma comunque originale grazie alla commistione di elementi elencati poco sopra.
Casty insomma ha fatto centro, dimostrando ancora una volta che non è un autore degno di nota solo con i kolossal e che si può scrivere una bella storia natalizia senza essere eccessivamente sdolcinati, ma svolgendo anzi un intreccio articolato.
PS: il suo serafico Eta Beta è sempre splendido!
Zio Paperone e la stella di Babbo Natale ha un impianto più classico, ma
Vito Stabile la rende una lettura interessante e che non sa per nulla di già visto. Questo perché l'autore prende l'essenza del plot natalizio in cui Paperone si comporta male ma poi riceve una batosta che lo fa tornare sui suoi passi con nuova consapevolezza, e la usa per creare una storia avvincente, che parte da due sottotrame e le risolve in maniera brillante e originale, facendole convergere.
L'uso di Paperone è, come sempre da parte dello sceneggiatore, molto buono ed efficace: arcigno e taccagno (ma senza eccessi off character), ma capace di slanci di bontà e gentilezza che lo ricompensano e lo connotano nel suo senso più pieno. I dialoghi che ha con Paperino sono briosi e spassosi, movimentano molto la narrazione.
Infine, i disegni di
Valerio Held si connotano come ideali per le sensazioni trasmesse dalla trama
Ci sono almeno un altro paio di storie degne di nota, comunque: la breve con Paperone scritta da
Gabriele Mazzoleni diverte genuinamente, e per quanto abbia una risoluzione non proprio sorprendente strappa più di qualche risata e presenta un buon Paperone e un bel Battista.
Anche la storia muta con Gambadilegno protagonista è bella: commuove senza eccessiva retorica, e collega il Natale alla carità e bontà d'animo. L'unica pecca che le imputo è aver usato proprio quel protagonista. Avrebbe avuto maggior senso far interpretare la storia a Paperone, o a un altro personaggio solitamente non propenso a occuparsi del prossimo, ma vedere il vecchio Pietro (che nello stesso numero, in apertura, è il peggior criminale) commuoversi con le lacrime agli occhi per la sorte dei poveri della città mi fa troppo strano.
La storia natalizia dell'
Agente Speciale Ciccio invece mi ha detto pochino. Rispetto alla
versione nathaneveriana di un paio di mesi fa siamo qualche passo indietro, con Ciccio che fa casini alla fabbrica di Babbo Natale e con una risoluzione telefonatissima.
Nel complesso, comunque, un bel numero da rileggere sotto l'albero la sera della vigilia