Avete fatto caso al fatto che in tutti i campi della vita giornaliera si usano frasi del tipo: " Si stava meglio quando si stava peggio" oppure "prima erano tempi migliori"?
E questo in tutti i campi!
SULLA POLITICA:
Se parlate di politica con un anziano vi dirà: " Se ci fosse ancora Mussolini! Allora siiii!"
Se parlate di politica con un uomo di mezza età vi dirà: " Era meglio ai tempi della prima Repubblica! I politici rubavano ugualmente, ma almeno mangiavano tutti!"
SUL CALCIO:
Se parlate con un anziano vi dirà: " I calciatori di oggi sono tutte donnine! Ai miei tempi i giocatori calciavano palloni che pesavano quanto un maiale!
Se parlate di calcio con un uomo di mezza età vi dirà: " Il calcio dei NOSTRI anni 80 era il migliore! Tutti gli stranieri migliori ce li avevamo noi! Ora da noi ci sono solo brocchi!
Questo modo comune di pensare e, forse, di generalizzare appartiene spesso anche al campo dei fumetti.
Molto, molto spesso si sentono interventi del tipo che i fumetti degli anni 60 sono migliori di quelli attuali.
Altri interventi dicono che quelli degli anni 70 sono migliori di quelli attuali.
Altri ancora che quelli degli anni 80......e così via...
Ma la cosa che dovremmo chiederci è: perché si arriva a queste conclusioni?
A mio parere una grossa fetta di merito va trovata nell'effetto "nostalgia".
Ognuno di noi è stato bambino e quindi collega determinate storie ai momenti felici e spensierati di quella fetta di vita.
Queste emozioni, amplificate dal potere dei ricordi, favoriscono un più benevolo giudizio.
Un altro grosso punto da mettere a fuoco sta nella benevolenza delle generazioni.
In ogni campo artistico (pittura, scrittura, musica e, mettiamoci a fatica, anche calcio e fumetti) si vivono generazioni più o meno prospere di talenti.
È ovvio che guardando a ritroso sia più facile individuare i grandi autori che hanno fatto la storia della Disney in Italia. E proprio per tali meriti sono stati appellati "maestri".
Più difficile è ricordare a distanza di anni coloro che, meno meritevoli, non hanno goduto dell'appoggio del pubblico lettore.
Più complicato ancora è giudicare una generazione in "corso d'opera".
Siamo sicuri che fra 30 anni gente come Casty, Mottura, Artibani, Turconi (e mi scuso ma sicuramente dimentico qualcuno meritevole) non siano giudicati dai nostri nipoti "maestri"?
Per noi e' più complicato poiché ogni autore attuale viene messo sotto esame ad ogni singola opera.
Ogni storia, anche la meno pubblicizzata, diventa un testo d'esame severissimo da superare (Casty sei d'accordo [ch128513]?) e questo rende meno lucido e neutrale il giudizio.
Insomma il succo del discorso è che ogni epoca, o generazione, ha prodotto autori meritevoli.
E la nostra, quella attuale, non sarà da meno.
Un giorno storie come Metopolis, Moby Dick, la trilogia gotica, tante storie di Casty, Topolino e Pippo on the road (e molte altre) saranno giudicati capolavori assoluti.
Capolavori al pari di quelli che noi leggevamo da bambini e che ci hanno fatto innamorare dei fumetti.
Tutto ciò comporta ovviamente dei "sacrifici".
Mantenere il Topolino libretto aperto equivale ad avere un "orticello" in cui coltivare la produzione italiana, quella produzione che ci ha reso famosi nel mondo ed in cui nascono alcuni dei capolavori citati.
Ma tenere aperta una testata settimanale, e sperare che ogni numero sia un forziere pieno di storie meritevoli, è quantomeno utopistico.
È altrettanto vero che alle volte si leggono storie molto ma molto scadenti.
Ma il Topolino libretto (che ricordiamolo sempre è l'unica testata che sforna inediti) serve anche da "palestra" per i nuovi autori e disegnatori del domani.
E, come in tutte le palestre, ci si allena, si cade ma ci si rialza.
E questi errori servono anche a forgiare i tratti e lo stile artistico di questi autori e disegnatori.
Insomma dovremmo essere tutti consapevoli di questo e capire che questo è lo "scotto" da pagare per veder nascere e crescere "nuovi maestri".
Sperando che questi meriti, come in molti casi (vedasi ad esempio Toto') non tardino troppo ad arrivare....