Topolino #3191, uscito oggi, offre tre storie molto piacevoli.
Capolavori? Pietre miliari? Memorabili? No, ma rappresentano tutte uno standard molto buono che sarebbe bello trovare con maggior costanze sulle pagine del settimanale, in alternanza alle storie-capolavoro che periodicamente troviamo. Purtroppo, però, non capita spesso di essere così fortunati da godere di una media del genere...
Il bello è che due di queste contraddicono la teoria di qualcuno, che ipotizzerebbe che un'avventura che parte da uno stereotipo o da un elemento secondario per costruirci sopra una sorta di retrospettiva o di ragionamento sarò irrimediabilmente vacua, poggiando su un assunto fallato.
Battista e il tè perenne di
Giorgio Salati e
Lucio Leoni e
Zio Paperone e il mistero dei cartelli amichevoli di
Giorgio Fontana e
Ottavio Panaro smentiscono platealmente questa idea: la prima prende le mosse dall'abitudine di Paperone di far preparare il tè al proprio fedele maggiordomo riutilizzando più e più volte la stessa bustina, mentre la seconda mostra un misterioso cambiamento di tenore nei cartelli piantati sulla Collina Ammazzamotori, solitamente minacciosi e ora accoglienti.
Ebbene, nel primo caso Salati parte da uno dei tormentoni classici della mitologia del magnate di Paperopoli per scrivere una storia avventurosa, efficace, interessante e con una moralina finale che non suona stucchevole. Riprende molto dell'andamento di alcune
ciminiane classiche, soprattutto nel terzo atto, ma mettendo proprio Battista come protagonista riesce a rendere il tutto più originale (smentendo così anche chi ritiene che i personaggi secondari non possano mai assurgere a ruoli più centrali).
Nel secondo caso Fontana sviluppa una situazione paradossale e potenzialmente comica con un approccio serio e sincretista: la spiegazione dietro ai nuovi cartelli non è delle più brillanti, invero, ma il modo con cui il pretesto viene sfruttato per offrirci un Paperone stratificato e umano, credibile e vitale, con qualche spruzzata dal suo passato, è di gran livello.
Entrambe le storie sono poi accompagnate da bravi disegnatori: Lucio Leoni ha uno stille sempre elegante e netto, un tratto sottile che slancia i personaggi, mentre Ottavio Panaro caratterizza il suo segno con linee meno raffinate ma molto morbide e dinamiche, di cui beneficiano le espressioni dei personaggi.
L'altra bella storia del numero è
Detective Donald - Questione di grinta.
Vito Stabile firma il terzo capitolo della sua serie su questo Paperino investigatore degli anni Quaranta con un'avventura che di giallo ha veramente poco. Da una parte è un peccato, perché nei due episodi precedenti lo sceneggiatore ha dimostrato di saper ideare casi articolati e di saperli sbrogliare senza forzature, ma dall'altro lato non siamo certo di fronte a un "tradimento" del concept: al centro c'erano e ci sono Donald e la sua giovane assistente Oletta, che si muovono in sintonia e si adoperano per portare a termine il proprio compito, che sia un'indagine di stampo classico o qualcosa di più inusuale come ritrovare il coraggio che un omone non riesce a sfoggiare.
Dirò di più: un elemento così dissonante, al contrario di stonare, connota ancora meglio il progetto, capace di spaziare su diversi toni rimanendo sempre accattivante. Lodevole, come negli episodi precedenti, l'elemento
slapstick applicato a Paperino, mutuato direttamente dai corti animati e favorito dai bei disegni di
Carlo Limido, ancora una volta disegnatore del progetto: personaggi e sfondi vengono esaltati dal tratto dinamico e dettagliato dell'artista, che anche stavolta fa un lavoro egregio.
Piacevole l'inserimento di Pico de Paperis in versione psicologo e il
cliffhanger che prepara l'arrivo, nel cast, del ricco zio del detective
Il
Topo si completa con l'ultimo episodio della nuova saga di
Wizards of Mickey, che non ho seguito, e con una breve che vede Tip e Tap contro il bullismo, che trasmette in modo traballante il messaggio, che ha poco spazio per potersi riscattare e che ha dei disegni ben poco convincenti. Il confronto con quella di Teresa Radice e Stefano Turconi di qualche mese fa, sempre sul tema del bullismo, è impietoso.