Papersera.net

Ma solo io penso che nulla sarà davvero come la vediamo e che essi potrebbero non essere loro? Okay, è un po' contorta, ma l'atmosfera, ripeto, fa tanto "Grande sonno"...

(quando rivede Betty Lou la prima cosa che le dice, impassibile, senza mostrare la minima emozione è: "Ma non dovevamo non vederci più?").

Ecco, proprio quel "Ma non dovevamo non vederci più?" (che io ho inteso come rivolto non solo a Betty Lou, ma pure agli altri), buttato un po' lì (abilmente piazzato, direi io), mi ha decisamente insospettito...
Che sia accaduto un episodio nel passato (che magari Enna ci svelerà nel corso dei successivi episodi), in seguito al quale i nostri hanno deciso di non incontrarsi più? O invece semplice ironia dell'autore, che liquida in fretta, senza troppe spiegazioni la questione (fonte invece di infiniti dibattiti qui sul forum) del perché i cinque non si sono più frequentati? Oppure pippe mentali del sottoscritto? Chissà...

Ma solo io penso che nulla sarà davvero come la vediamo e che essi potrebbero non essere loro? Okay, è un po' contorta, ma l'atmosfera, ripeto, fa tanto "Grande sonno"...

Dubbio più che legittimo, Avvocato.
Mi sa, purtroppo, che non potremo fare altro che aspettare le prossime puntate

Sta di fatto che questo primo episodio mi ha decisamente intrigato (per quanto non sia riuscitissima la parte nel negozio di Louis a Quack Town, imho: un po' troppo confusionaria per i miei gusti).

Va detta una cosa: è geniale la citazione nella questione del nome letto alla rovescia che richiama il mondo di Superman... Nonché un utente del Papersera che probabilmente si sentirà chiamato in causa!

Chissà se la fonte d'ispirazione è proprio quella!

Va detta una cosa: è geniale la citazione nella questione del nome letto alla rovescia che richiama il mondo di Superman...

Ti riferisci a Bizarro/Zibarro?

Ancora tu, ma non dovevamo vederci più è un testo di Lucio Battisti...

Ancora tu, ma non dovevamo vederci più è un testo di Lucio Battisti...

Grazie per la citazione (purtroppo sono ignorantissimo per quanto riguarda la musica... e non solo)!

Topo interessante. Riguardo alla prima storia io sono uno di quelli che non aveva dubbi o perplessità particolari sulla validità dell' idea di mettere in campo i "paperotti" da adulti, e mi sembra che la prima puntata vada in una buona direzione: i cinque amici d'infanzia si incontrano e si relazionano fra loro in modo realistico: come sempre, impazzisco per i modi di fare e di porgere di Millicent! Trovo molto ben riuscita la maniera in cui Enna fa emergere la freschezza e la "purezza di cuore" di Paperino, che riesce a vedere "dentro le cose ed oltre le apparenze" con l'elasticità e l'apertura mentale del PP8 che è rimasto vivo in lui, riuscendo grazie a queste doti ad essere contagioso e coinvolgente per . Intrigante l'avvio del mistero, che sembra incentrarsi sul funzionamento di una macchina del passato: in generale, tutta l' atmosfera di questa prima puntata, ed in particolare la situazione di incertezza di Paperino di fronte al macchinario antico, mi ha rimandato, per associazione di idee, all'analoga atmosfera di misterioso stupore che vive il protagonista del romanzo di Walter Veltroni "Prima dell'alba", da me letto alcuni anni fa, nel momento in cui si ritrova di fronte all' apparecchio telefonico del suo passato.
Per il resto abbiamo delle storie che in gran parte confermano la tendenza della redazione a valorizzare i comprimari: tanto vale per quella con Manetta e Rock Sassi, in cui uno spunto già adoperato nel passato (Rock Sassi è una specie di "pecora bianca" in una famiglia di fuorilegge, così come qualche anno fa ci è stato presentato un parente onesto di Macchia Nera in Topolino e il segreto della pecora bianca) viene rielaborato in una storia divertente, "folle" al punto giusto e con una buona rappresentazione dei cattivi;
e lo stesso dicasi per la successiva storia avente per protagonista Dinamite Bla, divertente, con una rappresentazione dei personaggi fedele in modo non banale ai loro clichè.
La breve della serie "Se fossi un supereroe" è analoga a quella del precedente numero e si conferma, dunque, come un semplice riempitivo.
L'ultima è una gradevole storia classica, con una variante data dall'assenza, fino alle ultime tavole, di , tanto che nel corso della lettura mi sono chiesto: "Ma lui arriva? Ma quando arriva?"

Ti riferisci a Bizarro/Zibarro?

No, a Mr Mxzxpxlyxt o come si chiama!

Ero curioso per la storia di Quack town e devo dire che non mi ha deluso, l'unica cosa che non mi è piaciuta molto è la resa grafica dei paperotti cresciuti

Neanche a me Tosolini è mai piaciuto particolarmente.Tratto rozzo ed altalenante,però deve essere molto affezionato alla brigata di Quack Town.Da che ho memoria credo sia il disegnatore che li ha seguiti graficamente in più avventure insieme alla Migheli.Io rimpiango ancora Barbucci.

Il concept dei personaggi però mi ha convinto,sperando venga riutilizzato da altri autori.Solamente l'anoressia di Betty Lou mi ha lasciato perplesso,pensando a quanto fosse affascinante da bambina,pensavo che da adulta sarebbe divenuta una sorta di modella.Immagino che Enna abbia preferito esaltare il lato snob del suo carattere.Perlomeno gli ha eliminato quella corona di bigodini che andavano di moda negli anni '30.

Gli altri sono essenzialmente versioni adulte delle controparti infantili.Milicent è sempre stata cicciotta e Tom un energumeno.Simpatico il pizzetto.

Ero sicuro che un artista come il creatore della saga non si sarebbe limitato ad una comune rimpatriata,ma avrebbe allestito una trama avvincente che desse un senso ad una riunione improvvisa.La metafora illustrata è esattamente nel suo stile.Quando Paperino e gli amici giocavano da piccoli i mostri che si ritrovavano ad affrontare erano decisamente innocui.Da adulti anche le loro paure sono cresciute ed hanno preso forma tangibile.

Nonostante l'impegno di creare degli interrogativi allettanti,però,la mia curiosità principale volge principalmente verso i personaggi di contorno del micro-cosmo di PP8,il cui futuro rimane oscuro.E' facile fare supposizioni a questo punto.Nonna Papera sappiamo che non ha perso un anno e si presa un aiutante,la maestra Witchcraft sarà convolata a nozze con lo sceriffo da chissà quanto,il sindaco Port sarà ormai in pensione e il vecchio Hank ancora più vecchio,se comparirà,altrimenti dovremo dedurre il peggio...

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Su tutte, a mio avviso svetta l' avventura 'Manetta, Rock Sassi e il caso Brickwall'.

Matteo Venerus padroneggia un soggetto intrigante quanto basta mantenendo un registro di commedia investigativa che rende molto ben leggibile l' intera vicenda. Sceneggiatura agile con strizzate d' occhio a vari generi (vedi l' omaggio a Fox Mulder e Dana Scully), dialoghi brillanti e cura dei personaggi fanno il resto...
Lo scandagliamento del retroterra della famiglia Sassi arricchisce psicologicamente il nostro buon Rock, e fa sì che lui e Manetta non escano da questa avventura come le due solite macchiette a cui troppo spesso siamo stati abituati...

Roberto Vian, nonostante non sia tra i miei preferiti, è uno dei migliori Disney in circolazione. Dopo Corrado Mastantuono, è colui che meglio ha percorso la strada cavazzaniana introiettando con personalità gli insegnamenti della "ligne claire".
Compostezza grafica, espressività mimica dei personaggi, equilibrio tra sintesi grafica e cura del dettaglio: questa è la cifra delle sue tavole...

Ne risulta a mio avviso una storia molto godibile.
Parafrasando U. Eco, che magnificava Hugo Pratt, si può raccomandare questa avventura come lettura da fare a mente sgombra, in scioltezza. E riservare tutta la nostra attenzione a qualche altra tavola di questa copia del Topo, ricca di dettagli inutili, mal disegnata e con inciampi di sceneggiatura...
Come sicuramente direbbe Hegel commentando questa avventura con Manetta e Rock Sassi, rispetto ad altre discutibili prove col medesimo duo, finalmente "una ventata d' aria salubre sopra uno stagno putrido"...

Quanti paroloni! :

Se un argomento ti appassiona, viene naturale analizzarlo nel dettaglio.
Credo.
Certo, se poi l' italiano non è la tua lingua madre, tutto diventa più difficile...

Vabbè, me ne farò una ragione. (visto, tra l'altro, che l'uso di tale espressione era proprio un riferimento voluto)

Certo, se poi l' italiano non è la tua lingua madre, tutto diventa più difficile...

Simpatia a palate in questo topic .

Un plauso all'operazione enniana, per quel che mi riguarda.

Non che fosse impossibile pensarci, ad una cosa del genere. Dopotutto in qualsiasi altro ambito fumettistico la risposta alla domanda sul futuro dei paperotti non sarebbe giunta dopo due decenni, ma prima. Anzi, bene che finalmente anche qui si inizi a capire dove tira il vento, e che il pubblico preferisce "credere" a quel che legge, senza doverlo considerare ingabbiato in epoche a compartimenti stagni.

Non era nemmeno così difficile affrontare l'argomento, dato che il clima di revival ha contagiato tutta la narrativa, con film e serie tv che ci mostrano in ognidove delle reunion di personaggi invecchiati, che si ritrovano in nome di qualcosa.

Quello che era davvero difficile era farlo BENE, gettando un ponte credibile fra due epoche. All'epoca avevo letto di persone che non riconoscevano in PP8 il Paperino adulto. Per me non è mai stato così, perché io ce lo vedevo eccome. Però da oggi ce lo vedo di più, e anzi trovo che veder rifluire queste linee caratteriali nella sua versione adulta abbia ulteriormente migliorato il personaggio, rendendolo più umano, più completo. Ottime anche le proiezioni di tutti gli altri, ovviamente, e ottimo il modo in cui viene gestita l'ipotetica "fine" dei loro rapporti infantili. Non viene detto da nessuna parte che il gruppo si è sciolto, anzi, il tutto viene lasciato giustamente sfumato, come è credibile che sia. Eppure il lettore attento noterà che alcuni personaggi si sono visti di più e altri di meno, Paperino e Louis ad esempio mi sembrano essere rimasti piuttosto assidui, mentre Betty Lou sembra essersi defilata. Quindi un gran lavoro su tutti i fronti, e insospettabilmente un lavoro ancora migliore proprio su Donald, unico personaggio che sembrava non aver bisogno della "cura" adultizzante. Bravo Bruno!