Ho detto che è brutta? Non mi sembra, anzi ho detto che è una bella storia e che riesce a mantenere lo spirito e le atmosfere della versione "junior", perlomeno finora.
Poi sì la consideravo una operazione evitabile e sono ancora di questa idea, perché sono di quelli che non vogliono sapere sempre tutto, perché sono dell'idea che il non detto a volte sia meglio del dire ogni cosa.
Aggiungo: perché sono cresciuto io, ricordo come ero da piccolo, so cosa si perde crescendo e volevo risparmiarlo ai paperotti. Perché so che la curiosità è forte, ma il prezzo da pagare per soddisfarla a volte è più alto di quello che vale effettivamente.
Non parlerei di coraggio, il coraggio è in storie come metopolis dove fai davvero un salto nel buio. Qua se questa storia è stata decisa è perché evidentemente c'era la percezione che sarebbe stata desiderata da una buona parte del pubblico.
Comunque ripeto che a me piace, vedremo come evolverà, per ora il giudizio è positivo ma ci avrei rinunciato tranquillamente senza perdere il sonno
Nulla da togliere a Metopolis, ma Enna con queste storie è andato oltre la dimensione in cui erano confinati i paperotti e si è spinto laddove la curiosità dei lettori non trovava spiegazione. Fino a prova contraria, anche in Metopolis - come poi è stato nel Paperopardo - c'erano le possibilità di fare una parodia fiacca e fortemente vincolata da tutte le restrizioni del giornaletto, ma è stata comunque una scelta ardita lautamente premiata e positivamente recepita dai lettori.
Nondimeno sta cercando di fare Enna, vorrei sottolineare, sarebbe quantomeno doveroso riconoscergli il merito per questo esperimento, non è che devono essere necessarie le parodie di film/romanzi famosi in cui fanno capolino i disegni barocchi di un Mottura o di un Celoni per avere qualcosa di diverso dal solito, a volte si può puntare per un impianto più dimesso e diverso dagli stereotipi in cui oramai i personaggi sono stati confinati perché gli autori si sono dimostrati tutto fuorché coraggiosi nello sperimentare.
E ben venga questo Paperino determinato che non ci sta perché i suoi amici d'infanzia lo hanno reputato immaturo, un Paperino che vuole fare i conti con quella sfortuna da cui in altre storie si sarebbe lasciato influenzare distrutto e rassegnato, lasciandosi vincere dalle angherie dello zio, dalle stramberie di Paperoga o dagli sbeffeggi di Gastone. Questo è un Paperino umano come non se ne vedevano negli ultimi anni, e non sto scherzando.
Questa mi sembra la prova lampante che a certi lettori non piace nulla al di fuori della chicca di turno, vuoi che sia la storia di Casty oppure la parodia superbamente rappresentata da disegni di alto livello, tutto il resto sembra essere recepito come la solita fuffa riciclata più e più volte. E quando magari da un ciclo già consolidato - che non tutti gli autori hanno saputo gestire brillantemente, vorrei sottolineare - si cerca di fare qualcosa in più, qualcosa di nuovo, non gli si riconosce nemmeno il merito.
Piuttosto, alla fine, diremo che l'esperimento non è riuscito, tuttavia ne riconosceremo il tentativo di voler fare qualcosa di diverso da tutte quelle trame trite e ritrite che vengono costantemente riciclate perché consolidate e sicure.
Se però per avere qualcosa di coraggioso bisogna per forza fare qualcosa come Metopolis, allora a questo punto praticamente quasi tutte le storie del Topolino degli ultimi anni sarebbero tutte da buttare...