Numero difficile da non commentare, e quindi eccomi qui.
Sarò breve (cit.), anche perché non ho il tempo di dilungarmi, ma volevo comunque esprimere apprezzamento per questo numero.
E' già da qualche tempo che in redazione hanno preso l'abitudine di fare numeri straordinari in occasione delle fiere più importanti (Lucca e la milanese Cartoomics), tendenza che viene confermata anche questa volta con l'accoppiata Topo Maltese/Darkenblot, e con l'aggiunta di una nuova puntata della serie sulla storia dell'arte, che è senza dubbio una delle serie più riuscite degli ultimi anni.
Aggiungo, come postilla, che da non abbonato mi fa anche piacere trovare concentrate in pochi numeri le cose a cui sono più interessato, anche se mi dispiace constatare che poi mi ritrovo per periodi abbastanza a non comprare più il settimanale.
Ma andando con ordine, intanto mi autoaggiudico un merito: viste le numerose parodie di altri fumetti presentate in occasione delle fiere negli scorsi anni, una parodia di Corto Maltese me l'aspettavo, e modestamente avevo indovinato anche quale sarebbe stato il nome (anche perché non è che sia un nome così difficile da pronosticare), anche se non l'autore.
Ora, è vero che di Bruno Enna spesso si dice che ci si può fidare ad occhi chiusi, ed è vero la grande maggioranza delle volte, ma è anche vero che
Una ballata del mare salato più che un fumetto è un capolavoro della letteratura e l'impresa pareva abbastanza ardua.
Anche qui, come nella sua trilogia horror, Enna più che una parodia (come era invece Topolinix) effettua una trasposizione in salsa disneyana della sceneggiatura di Pratt ed è stato, per quel che penso, molto molto bravo a seguire a discostarsene solamente in pochi punti, per addolcire gli aspetti meno adatti al settimanale, ma mantenendo l'impronta e buona parte dell'atmosfera inarrivabile dell'originale. In questa prima puntata la vicenda scorre in maniera naturalissima, i personaggi sono assolutamente centrati e credibili, soprattutto i comprimari.
Una osservazione a parte su Topolino che interpreta il ruolo di Corto Maltese, senza dare però l'impressione di essere un personaggio diverso da se stesso. Ciò a mio avviso sta a significare che è sia vero che Topolino è un personaggio universale che può interpretare (quasi) ogni ruolo, ma è anche vero che inevitabilmente nel confronto con l'originale non riesce ad avvicinarsi al carisma di Corto, forse in assoluto il più carismatico dei personaggi a fumetti.
(E peccato per il "taglio" dell'orecchino visto nelle prime bozze, che è uno dei tratti distintivi del personaggio, anche se capisco che "su topolino non si può").
Su Cavazzano non commento nemmeno perché potrei risultare (ancora più) noioso nel lodare i suoi disegni. Era dai tempi del
Tor Korgat (su testi di Gagnor) che non lo vedevo così ispirato e il risultato è sotto gli occhi di tutti.
che dire?