Trovo che questo numero possa offrire, al di là del commento delle singole storie, l'analisi per almeno tre tipi di sceneggiature e registri che potremmo oramai definire consolidati all'interno delle pagine di Topolino. Mi riferisco, rispettivamente, a quello di Casty, di Faccini e di Panaro.
[Sono previsti degli Spoiler]
Per quanto riguarda Casty, è un vero maestro dell'azione, e dico solo questo: credo che in nessun altro autore ci sia l'intento di fare una storia dinamica, con scene e dialoghi velocissimi ma al contempo chiarificatori e che non scadono nel didascalismo. A conferma di ciò, visto che non voglio esprimermi su Darkneblot 3 - Nemesis se non a lettura ultimata, prendo come esempio il primo capitolo della saga pubblicato due settimane fa. Non bisogna però scordarsi che la bravura di un autore si può vedere anche attraverso stili e registri differenti, e con l'intermezzo di settimana scorsa Casty si è dimostrato capace di mescolare una saga dai toni epici con una piccola parte ironica ma funzionale nel raccordo tra l'antefatto e la saga stessa.
Ovviamente Casty non è l'unico autore del pantheon. Come maestro di comicità attuale mi sento di proporre Faccini e la sua opera, altro esempio di sceneggiatura particolare: inquadrature essenziali, poche battute - se non addirittura assenza di dialoghi - ma tanta simpatia ed innocenza, unita a molta ironia. Infatti, quell'Archimede che è convinto di fare un bene al cane facendolo ringiovanire, cosa che di per sé sembrerebbe bella, diventa vittima della sua stessa benignità: la vicenda è surreale ma efficace nel suo intento, dietro quella riempitiva si può anche trarre una riflessione profonda - e penso che Faccini non volesse solo farci strappare un sorriso con questa storiella. Apprezzabilissimo, dunque, nella sua semplicità apparente, visto che c'è un'architettura e una costruzione precisa delle vignette e del loro senso generale. In conclusione, l'ho molto apprezzata.
E poi c'è il registro panariano, o meglio il "tòpos" tipico, della vicenda classicheggiante e senza pretese che cerca però di trovare qualche chicca di originalità o qualche elemento che la renda appetibile. Su questo mi dissocio particolarmente, anzi, c'è da dire che non riesco proprio ad apprezzare quest'ultimo Panaro, che invece ho notato piacere particolarmente.
Secondo me - e prendo in analisi Paperino e il ritrovamento storico - il problema di fondo dell'ultimo Panaro è proprio rappresentato dal voler a tutti i costi essere semplice ma al contempo completo, un duplice intento che crolla nelle sue stesse fondamenta. Non tanto per lo spunto di partenza di molte sue storie, molto quotidiane e naturali, quanto per il modo in cui vengono raccontate, ed è lì che mi dissocio proprio dal suo stile.
Tralasciando lo spunto di partenza e lo svolgimento in sé che non ho apprezzato in quanto mi è parso basarsi su ben poco di concreto, limitandosi al semplice "Paperino ha trovato una busta appartenuta a Cornelius Coot per puro caso e la deve consegnare in municipio per una cerimonia" quando mi sarei aspettato molta più carne al fuoco e molta più dinamicità (e il titolo me lo aveva fatto pensare), ci sono alcuni punti critici su cui voglio soffermarmi.
Anzitutto, lo stile è troppo didascalico: questa costante dell'ultimo Panaro (preciso, intendo il Panaro che ha scritto dal periodo De Poli fino ad oggi) la ritengo estremamente artificiosa, quasi fosse uno strumento utilizzato dall'autore per far quadrare tutti i conti e non dare l'impressione che ci siano falle nella trama.
Tuttavia, nel suo voler essere estremamente chiarificatore, Panaro dà per scontata la ragione per cui i Bassotti sapessero del ritrovamento della lettera (visto che non mi sembra molto normale il fatto che abbiano spiato i nipoti di Paperone nella fattoria di Nonna Papera); per di più la lunghissima scena di Paperino che cerca di dormire invano è giustificata da "opportune registrazioni di rumori disturbatori sparati a tutto volume", e qui verrebbe da chiedersi due cose:
1) Perché i nipoti siano riusciti a dormire.
2) Perché nessuno si sia accorto di questi rumori sparati a tutto volume, soprattutto i nipotini. Conoscendo Panaro, visto che tiene alla comprensione di tutto quanto, mi sembra strano che nel dialogo tra Paperino e i nipoti uno di loro non abbia detto "Abbiamo sentito dei rumori pazzeschi, ma grazie al manuale delle Giovani Marmotte siamo riusciti a ecc..." (spiegazione che avrei evitato, ma quantomeno mi sembra innaturale il fatto che nessuno si sia accorto di nulla).
Inoltre, il malvagio panariano di turno è tutto fuorché malvagio: riscrivere la storia è estremamente pericoloso, su questo sono pienamente d'accordo, ma non mi sembra che nella vicenda sia stato sottolineato questo aspetto. Oltretutto cosa avrebbe guadagnato nel distruggere Cornelius Coot per risaltare il proprio avo? Assolutamente nulla. C'era un ottimo pretesto, volendo anche inaspettato rispetto al solito villain che ce l'ha a morte con Paperone o vuole essere cattivo, però tutto quanto viene liquidato negli spiegoni e in una risoluzione molto banale, con un voltafaccia dei Bassotti che ritengo estremamente poco affine con le loro personalità: alla faccia della "terribile Banda Bassotti", mi verrebbe da dire, a me è sembrato un pretesto estremamente forzato per far finire tutto bene, quando partendo dallo stesso Donovan che voleva falsificare la lettera si sarebbe potuto costruire tutt'altro.
Insomma, alla fine questa storia ha avuto tutto fuorché sostanza e originalità. Mi spiace, ma sarò sempre contrario a questo ridurre gli avvenimenti a spiegoni, immagino a quanto di bello si sarebbe potuto costruire dal ritrovamento della lettera di Cornelius Coot, soprattutto facendo a meno di tutte quelle tavole che rinunciano all'azione per chiarire tutto quanto.
P.S. sono AndyHG, purtroppo non ho capito come ma il file utenti sembrerebbe essersi corrotto e il mio account sembrerebbe essere stato cancellato. Qualora non fosse possibile riaverlo, terrò questo.