Ho letto solo ieri sera la storia del "dollaro" e stamattina le vostre recensioni... ne quoto qualcuna, rigorosamente in ordine cronologico. Comincio dal messaggio di Borde, con cui concordo al 100&:
Per ora ho letto solo il dollaro fatale.
La storia sembra girare intorno al tema della povertà, ma non va mai a toccarlo direttamente. L'unica cosa che sappiamo è che l'amico di QQQ si è trasferito nel quartiere Tormento, il quartiere più brutto di Paperopoli.
Vero. All' inizio Secchi sembra voler affrontare il problema del degrado cittadino, o magari della crisi economica, ma poi di fatto nella storia non troviamo niente di tutto ciò. Capisco che "Topolino" non è il posto dove discutere approfonditamente di siffatti temi, ma accennarli per poi farli cadere nel nulla lascia l'amaro in bocca. Guerrini ha poche vignette per esporre il problema e tutto sommato se la cava bene a rendere l'idea: il quartiere Tormento non è un bel posto. E appare decisamente più "moderno", e forse quindi più realistico, ai nostri occhi, della Shacktown barksiana. Ma finisce tutto lì.
Questo remake fallisce nel riproporre le emozioni dell'originale, puntando più sui fatti di Paperone e nipoti che sugli abitanti del quartiere stesso.
I personaggi sono piatti e stereotipati, soprattutto Paperone, avido senza se e senza ma fino alla fine della storia.
L'assenza di Archimede non è giustificata e il ragazzo genio della robotica non è credibile. Il fatto che dica la parola "laboratorio" un paio di volte non ce lo fa conoscere come inventore strabiliante.
E qui è tutto vero, non ci si emoziona davvero, non ci si commuove. Il finale del "ventino" mi strappa le lacrime ogni volta, qui niente.
Concordo pure sulla caratterizzazione. Perfino Paperina era più delineata nell'originale (io ci ho sempre visto una via di mezzo fra un sincero desiderio di fare del bene e la voglia di riempire le giornate con le attività del club delle dame).
E parliamo della "caratterizzazione" del ventino/dollaro. La serie di eventi che porta il ventino fatale nel deposito è articolata e coerente nella storia di Barks. Il modo in cui Paperino entra in possesso della moneta e il suo farne una "elemosina" al gretto zione sono una "storia nella storia" perfettamente costruita. Il ventino di Barks è una sorta di giustiziere morale, al tempo stesso punisce l'avarizia di Zio Paperone, ma anche la malizia di Paperino che ha voluto stravincere sullo zio materialmente più ricco ma moralmente più povero.
Mentre in quella di Secchi non c'è niente di tutto ciò, il dollaro è una anonima moneta raccolta per terra, e il gesto di Paperino pare solo stizzoso e anche antipatico (mi ha ricordato la storia del doblone nella fantoniana "Uno strapazzabassotti per Paperone", una delle più fantoniane fantoniate, e ho detto tutto).
Ciliegina sulla torta: Guerrini non mi piace molto, ma questo è molto soggettivo.
Guerrini mi piace o non mi piace a seconda dei casi. Tendenzialmente mi piace il suo avere uno stile unico e caratterstico e il non piegarsi allo stile imperante. Anche rifacendo Barks, e in numerose vignette lo fa, lo fa a modo suo, e questo lo ammiro. Troppo spesso, però, nelle sue storie trovo vignette che davvero mi sembrano "sbagliate", i personaggi disegnati uno sopra l'altro come se non ci fosse prospettiva. Non voglio dire che siano vignette "buttate là" perché sarebbe offensivo (e che ne so io poi di come ha lavorato l'artista), però non posso fare a meno di trovarle "sbagliate".
Prima e fondamentale questione: l'ironia.
La storia è una delle più drammatiche di Barks, con paperone che rischia di perdere tutta la sua fortuna a causa della sua avidità, con la rapprensentazione, anche un po' calcata, delle porvertà estrema di un sobborgo di paperopoli,
ma nonostante questo la storia è permeata di ironia, di situazioni comiche e divertenti, anche nel pieno del dramma. Ne trovo sempre troppo poca, invece, nelle storie sul settimanale, e in particolare in questa. Ed è anche vero che la capacità di far ridere come riusciva a fare Barks non è cosa da tutti. Anzi.
Giusta osservazione.
Nell'originale Paperone si dice disposto a pagare la metà della cifra destinata al pranzo se Paperino &c. riusciranno a trovare l'altra metà destinata al trenino! il tema portante della storia diviene così il trenino stesso, elemento vituperato dallo zione
Altra cosa verissima. Il contrappasso fra il disprezzo dello zione per lo "sciocco, inutile trenino" e il suo dover dipendere da esso per recuperare il denaro è l'elemento narrativo chiave della storia originale. Secchi ha probabilmente voluto evitare di fare un remake pedissequo e volendo innovare ha finito per togliere un elemento fondamentale, quello su cui Barks costruisce la perfetta circolarità narrativa della sua storia. Nella storia di Barks il trenino è protagonista (non a caso, sua è l'ultima "battuta" della storia); lo è sin dall'inizio, e la sua apparizione nel finale appare niente affatto forzata e anzi naturale. In quella di Secchi i ragni-robot sono veri e propri "deus ex machina": vengono casualmente citati in una battuta a inizio storia (che appare forzata e chiaramente messa lì per aggiustare le cose), ma non hanno un vero ruolo fino alla fine. E non è mai un buon segno quando in una storia appare il deus ex machina.
Condivido le perplessità sul "dollaro".
All'inizio non mi sembrava neanche male, speravo di approfondisse un minimo sul perché l'amico di Qui Quo Qua si fosse dovuto trasferire, e magari un indizio di come si svolge la vita nel quartiere.
Invece nulla, si passa subito all'iniziativa dei tre paperi, peraltro piuttosto fumosa (nell'originale c'era uno scopo, qui? La riqualificazione totale col crowdfunding? Bastava dire che volevano raccogliere i fondi per un campo da basket o giù di lì...)
Ariquoto. Volendosi differenziare dall'originale si poteva lavorare su questo, Secchi ci fa illudere in tal senso, ma poi niente, la cosa svapora.
Negli anni '50, si poteva ancora pensare che Paperone, avendo perso le monete del deposito, fosse ridotto sul lastrico. Il che aggiungeva drammaticità alla vicenda.
Ma oggi?
Già nel 1960 il grande Scarpa con le sue lenticchie, per convincerci che il Vecchio Cilindro fosse alla canna del gas, parlava dell' intero suo patrimonio. E infatti su tutta la vicenda incombeva la sensazione di un disagio continuo...
Nel 2017 lo svuotamento del deposito ci lascia indifferenti, se non addirittura annoiati...
Tanto più che in questa stessa storia vediamo come Paperone riceva
quotidianamente intere camionate di nuove entrate. Quanto ci metterà a riguadagnare il contenuto perduto del deposito? Come scriveva Scarpa in "Zio Paperone e il casco d'oro", "mi ci vorranno qualcosa come due settimane almeno!"