Risposta semplice. Il Topolino che si ristampa in continuazione.
Quanto al parallelo Tex-Topolino, i conti sono stati già fatti.
Quando Topolino vendeva 500.000 copie, Tex ne vendeva 350.000. Oggi Topolino è a 100.000 e Tex a 250.000.
Aggiungiamo che nella seconda metà degli anni 70 Topolino era sulle 250.000 copie, poi negli anni 80 e primi anni 90 è risalito a 500.000.
Dati alla mano, è vero che Topolino è calato anche per una crisi del settore, ma indubbiamente il Topo è "calato nettamente più della media", mentre il confronto vendite tra anni 70 e 80-primi anni 90 dimostra che risalire si può.
Non dimentichiamo che Dylan Dog nei primi anni 90 arrivò a vendere 800.000 copie.
Sostenere, per quel che riguarda il Topo e il fumetto in genere, che è (solo) colpa dei videogiochi o altro se le vendite calano o che il calo è inevitabile sarebbe come dire che pubblicare storie del miglior Scarpa redivivo (e magari attualizzato) o cacca (il termine non è riferito alle storie attuali, ma generico)...è la stessa cosa.
Personalmente, ritengo che in tutti i settori sia la qualità delle storie a calare (avete notato quanto è noioso l'ultimo Tex?) sia pure con le debite eccezioni (Rat Man che infatti vende bene). Mancano autori, ma più probabilmente redattori in grado di valorizzarli (o scoprirli).
Non voglio muovere critiche assolute alla De Poli, Muci e Cavaglione, ma vi chiedo: quante storie hanno sceneggiato questi direttori? E quante i caporedattori? Nessuna. E lo stesso vale per molti membri della redazione. Ritenete il massimo la redazione di un periodico a fumetti formata da persone, sia pure professionisti, che non hanno mai scritto (o disegnato) una storia a fumetti?
Certo, questo vale anche per Capelli, ma lui aveva come caporedattore Marconi che invece sceneggiatore lo era eccome, mentre per formare e selezionare i disegnatori c'era un certo Carpi. Forse è questo il problema?