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Topolino 3146

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di Nebulina

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Topolinix e lo scambio di Galli
Topolino e qualcosa nel buio
PK Tube
Paperino e i colori della città

Topolino 3146

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    Re: Topolino 3146
    Risposta #90: Venerdì 11 Mar 2016, 15:24:08
    Ho finalmente finito il numero in questione.
    L'attesa, almeno per me, è stata davvero ben ripagata.
    Buona Topolinix e lo scambio di Galli. Certo, non un capolavoro, ma nemmeno una parodia (o una storia in costume) trita e ritrata, bensì un semplice omaggio che si situa nell'universo narrativo di Asterix senza stravolgerlo, strizzando l'occhio a noi lettori del villaggio gallico con una serie di riferimenti già ampiamente citati.
    Buonissima Topolino e qualcosa nel buio, e anzi, dirò di più: una delle migliori di Casty. Avrebbe meritato la copertina, se non fosse venuta a coincidere (probabilmente con cognizione di causa) con la prima, memorabile storia. Tanta suspense iniziale e finale che ripaga bene, ma soprattutto interessante la scelta di narrare il 90% della storia dal punto di vista di una semplice telecamera.
    Buona Pk tube, storia breve con un retroscena interessante.
    Paperino e i colori della città è la nota stonata del numero. Non che sia poi così brutta, solo che non regge il confronto con le precedenti. Perlomeno è originale.

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      Re: Topolino 3146
      Risposta #91: Venerdì 11 Mar 2016, 15:24:23
      Con netto ritardo dico anch'io la mia.

      Ho letto le storie in ordine crescente di interesse, cosa che bene o male ho sempre fatto.
      Per cui, non essendo un fan né di Pk né di Lavoradori, ho cominciato da qui. Evito di emettere i miei giudizi perché non voglio provocare guerre puniche, comunque il dente è stato tolto subito, dopo una decina di pagine al termine delle quali non ho capito niente.
      Non sono d'accordo con tutti quelli (e sono tanti) che hanno definito I colori della città la ciofeca del numero. Vabbè, non è quel che si dice un capolavoro epocale, ma l'idea in fin dei conti non era da buttare: anzi, il messaggio anti razzista è sempre da sottolineare. Nell'ambito topolinesco non è argomento facile da trattare, e trattarlo metaforicamente come è stato fatto è atto proditorio.
      Concordo su chi dice che il salvataggio finale sarebbe impossibile fisicamente; in realtà anche questa è una specie di metafora: una sorta di gesto di solidarietà collettivo, con la mutua collaborazione che abbatte le barriere irrazionali create dall'uomo. Non male, per una storia a fumetti "per bambini".
      Magari si poteva fare di più e meglio, ma non tratteggio la storia in modo così negativo come avete fatto.
      Piuttosto, ho notato un'affettuosa citazione (voluta? involontaria?): le pagine sulla città rossa recuperano atmosfere a cavallo tra gli anni '50 e i '60... infatti allora non si era ancora raggiunta la totale colorazione di tutte le pagine, per cui alternavano pagine a colori con altre in monocromia. Su Topolino il colore era una specie di arancione, e il risultato non era molto dissimile da quello che si nota nel racconto. Su altre riviste, per esempio Il Corrierino dei Piccoli, il colore variava (l'azzurro, il fucsia, verde turchese...).

      Lo scambio di Galli, in effetti, non è una vera e propria parodia, in quanto è chiaro che Topolinix e Gambadilegnix (avrei preferito un nome più francesizzante, per esempio... Jambeduboisix) NON sono le versioni topolinesche dei due galli che conosciamo molto bene, infatti. Si tratta di un omaggio, comunque divertente e sentito, e denso di citazioni anche quando non sembra (come lo spadone gettato sui piedi)... Sgrinfia poi che è una sorta di Assourancetourix parallelo è una rivelazione. Mancavano il fabbro (poteva farlo Orazio) e il noleggiatore di pesci, ma non si può avere tutto.

      Il voto massimo va, meritatamente, a Qualcosa nel buio, in cui Casty si dimostra ancora una volta a suo agio nel tratteggiare le storie inquietanti che caratterizzarono le epopee di Gottfredson/Walsh e di Scarpa, genere del quale non mi stancherei mai.
      Qui Casty mostra chiaramente la varietà di schemi e di stilemi del suo arsenale. Da una parte c'è il COSA si racconta: la storia
      Spoiler: mostra
      dei bugabù
      , in soldoni; dall'altra c'è il COME si racconta, e qui sceglie la ripresa in soggettiva con la shaking camera, esperimento mai visto sul Topo, che sottolinea la tensione e il senso cinetico.
      A mio avviso c'è una citazione che sembra essere passata inosservata: la vicenda inizia ad una festa proprio come in Cloverfield, il paradigmatico film con la shaking camera di ormai qualche anno fa. Direi che si tratta di una citazione voluta, infatti la vicenda poteva nascere in qualsiasi modo (una sera in pantofole, una passeggiata con Minni, una partita a briscola...) senza che il senso della storia cambiasse di una virgola.
      Piuttosto, non sapevo che Orazio avesse una villa così grande...
      « Ultima modifica: Venerdì 11 Mar 2016, 15:27:55 da Michelangelo »

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        Risposta #92: Venerdì 11 Mar 2016, 15:47:39
        Veramente a mio parere Gli Argini del Tempo non è che non sia all'altezza, anzi è una gran bella storia, solo che non si incastra bene con Potere & Potenza.

        Né quella né Il Raggio Nero sono all'altezza di Pk per me, ma sono opinioni. Anche Pkna non partì ai 100 all'ora, speriamo che prenda il volo a breve.

        @soldano- Sì, la citazione di Cloverfield è palese, tant'è che qualcuno l'aveva scritto qualche pagina fa.
        « Ultima modifica: Venerdì 11 Mar 2016, 15:48:47 da prezio »
        ...poche ragazze da quelle parti...

        www.acroteri.altervista.org - sito amatoriale della mia squadra di calcetto
        www.goblins.net - sito dedicato ai giochi da tavolo

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          Re: Topolino 3146
          Risposta #93: Venerdì 11 Mar 2016, 16:27:15
          Citazione
          Mancavano il fabbro (poteva farlo Orazio)

          C'è, e ha pure il grembiule da fabbro dell'originale ;)
                   
          In memoria di chi ci ha "cucinato" tante storie memorabili...

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            Risposta #94: Venerdì 11 Mar 2016, 17:22:40
            @soldano- Sì, la citazione di Cloverfield è palese, tant'è che qualcuno l'aveva scritto qualche pagina fa.
            E' vero, chiedo venia. Mi dev'essere sfuggito.  ;)

            C'è, e ha pure il grembiule da fabbro dell'originale ;)
            Sì, l'ho notato dopo. Non l'avevo notato subito a causa della differenza di costituzione fisica...  :)

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              Re: Topolino 3146
              Risposta #95: Venerdì 11 Mar 2016, 17:31:25
              Mi sembra che le idee di Topolino siano agli sgoccioli, e già da un pezzo: sono costretti a importare dall'esterno prodotti codificati (Asterix è il non plus ultra, ma ci sono anche altri "illustri" esempi come Montalbano e Dylan Dog), piegando crudelmente le psicologie dei personaggi disneyani a tali prodotti. Quindi Topolino & C. non sono affatto umani, se si può abusare di loro peggio che con dei fantocci. Non c'è più, secondo me, all'interno di Topolino un qualcosa che lo faccia imporre a livello generale, cioè nel mondo di coloro che non lo comprano. "Ah, c'è Asterix anche su Topolino, adesso lo compro!" sarà una frase-tipo di quelli che "Topolino" lo comprano di meno. Topolino è tenuto a galla da chi è affezionato ai suoi personaggi e vive come accettabile innovazione ogni abusata strategia di marketing (ci metto dentro anche Novecento, Dracula e compagnia bella).  Mi sembra evidente che stiano arrancando cercando di accalappiare quanti più lettori possibili. Uno studioso mi informa che non pubblicano neanche più i dati degli abbonamenti.
              « Ultima modifica: Venerdì 11 Mar 2016, 17:32:30 da Sam_Spade »
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                Re: Topolino 3146
                Risposta #96: Venerdì 11 Mar 2016, 17:37:04
                Topolino #3146 offre parecchie soddisfazioni.
                A partire dalla storia a cui è dedicata la copertina, quel Topolinix e lo scambio di Galli di Tito Faraci e Silvia Ziche di cui si sente parlare ormai da qualche mese.
                La seconda "parodia a fumetti di un fumetto", ad un anno di distanza da Dylan Top, sempre di Faraci, riesce complessivamente ad essere anche migliore della già buona e piacevole storia dedicata a Dylan Dog, forse perché gioca su un terreno già in partenza più vicino al comico: se da un lato lo stile narrativo disneyano (specialmente nella declinazione faraciana) portava una ventata di novità più inaspettata nel mondo dylaniato, dall'altro forse in alcuni punti risultava meno efficace, nonostante la grande similitudine di ruoli che evidenziava lo sceneggiatore sussisteva eccome.
                Con Asterix, invece, si gioca su un terreno narrativamente e filosoficamente più simile, e questo permette che le gag vengano percepite in modo più naturale e scorrevole.
                Ho apprezzato l'idea di non sovrascrivere i personaggi di Goscinny e Uderzo ma di citarli come "altri" dai protagonisti disneyani, che ricalcano le caratteristiche dei più celebri Galli solo in senso lato. Mi è piaciuta quindi l'idea dell'equivoco alla base del rapimento di queste versioni galliche di Topolino, Gambadilegno e Pippo, e approvo anche il rapporto burrascoso dei presunti amici Topolino e Gamba ;) ; mi sono poi divertito molto con varie battute sarcastiche che sembrano venire direttamente dalle sceneggiature di Faraci degli anni '90 e con la scena dei tentativi di Pippo di creare la pozione che rende forti. I disegni della Ziche sono adattissimi al contesto e contribuiscono con il classico segno dell'autrice a comunicare quel senso di leggerezza e divertimento che traspare dall'avventura.

                Di tutt'altro tenore è invece la storia di Casty, Topolino e qualcosa nel buio. Bellissima l'idea di scrivere e disegnare il tutto come se fosse un mockumentary, quindi visualizzando  le vignette come se le stessimo guardando attraverso lo sguardo e la telecamera di Pippo (prima) e di Topolino (poi): l'ho trovata un'idea quasi sperimentale, quel famoso "passetto in più" nel pensare una storia che non sono in molti a fare, in grado di rendere una tecnica sicuramente non più originale in altri medium qualcosa di ricercato per il fumetto, Disney in particolare.
                Molto valida anche l'atmosfera horror che si respira, che nelle prime tavole ricorda moltissimo l'episodio I Mostri di Maple Street della serie Twilight Zone (Ai Confini della Realtà), anche se poi riprende influenze e istanze anche da Doctor Who. Un mix do horror e fantascienza assai intrigante, che costituisce infatti un'avventura molto solida e che il lettore si trova a divorare, dove il pericolo risulta palpabile e i personaggi tutti in parte.

                La terza gemma del numero è PKTube. Titolo inconsueto, ma che trova presto spiegazione fin da questo primo episodio di 6 totali: la storiella (così come le prossime) è costituita da una registrazione di vecchie cose accadute tra lui e Paperinik "fuori scena" durante PKNA, che l'intelligenza artificiale si riguarda con fare nostalgico mentre è insieme a Everett Ducklair, nella situazione vista nell'ultima tavola di Potere & Potenza.
                Alessandro Sisti l'ha pensata proprio giusta, l'idea è interessante, il titolo azzeccato, e tutto costituisce un omaggio perfetto a PK in occasione del ventennale. Anche la finezza di avere Alberto Lavoradori alle matite (qui con uno stile che, pur certo affiancato agli eccessi degli ultimi anni che non apprezzavo, riesce qui a mitigarli o a itegrarli meglio nell'atmosfera pikappica), ricostituendo di fatto il team del mitico Evroniani.

                L'albo si chiude con una trascurabile danese, seguito di una storia altrettanto trascurabile, che nemmeno gli svogliati disegni di Giorgio Cavazzano riescono a rendere interessante nella sua trama bislacca.

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                  Re: Topolino 3146
                  Risposta #97: Venerdì 11 Mar 2016, 17:59:17
                  Mi sembra che le idee di Topolino siano agli sgoccioli, e già da un pezzo: sono costretti a importare dall'esterno prodotti codificati (Asterix è il non plus ultra, ma ci sono anche altri "illustri" esempi come Montalbano e Dylan Dog), piegando crudelmente le psicologie dei personaggi disneyani a tali prodotti. Quindi Topolino & C. non sono affatto umani, se si può abusare di loro peggio che con dei fantocci. Non c'è più, secondo me, all'interno di Topolino un qualcosa che lo faccia imporre a livello generale, cioè nel mondo di coloro che non lo comprano. "Ah, c'è Asterix anche su Topolino, adesso lo compro!" sarà una frase-tipo di quelli che "Topolino" lo comprano di meno. Topolino è tenuto a galla da chi è affezionato ai suoi personaggi e vive come accettabile innovazione ogni abusata strategia di marketing (ci metto dentro anche Novecento, Dracula e compagnia bella).  Mi sembra evidente che stiano arrancando cercando di accalappiare quanti più lettori possibili. Uno studioso mi informa che non pubblicano neanche più i dati degli abbonamenti.


                  Semplificando al nocciolo, il Topolino odierno fa schifo e non vende perché fa schifo. Ma, chiedo senza polemica, davvero tu credi che questa presunta bassa qualità delle storie incida sulle vendite? Dai, seriamente. Ci fosse oggi Martina a monopolizzare le pagine si tornerebbe ai fasti di un tempo? Io la palla di cristallo non ce l'ho, ma credo proprio di no. E credo che non ci credi seriamente nemmeno tu. I dati sarebbero esattamente gli stessi. Semplicemente perché il crollo delle vendite prescinde dalla qualità delle storie. E prescinde pure dalla Disney, visto che il fumetto tutto vive un crollo continuo, diffuso e generalizzato.
                  Anche perchè, se avessi ragione tu, le soluzioni credo sarebbero molto più semplici. Nel qual caso, sarei curiosa di sentire qualche brillante idea di rilancio.


                  Chiusa parentesi parentesi, complimentissimi al solito Castellan, a me i buioidi son piaciuti un sacco! :)
                  «Éala éarendel engla beorhtast
                   ofer middangeard monnum sended.  Aiya Eärendil Elenion Ancalima!»

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                    Re: Topolino 3146
                    Risposta #98: Venerdì 11 Mar 2016, 18:21:05


                    Semplificando al nocciolo, il Topolino odierno fa schifo e non vende perché fa schifo. Ma, chiedo senza polemica, davvero tu credi che questa presunta bassa qualità delle storie incida sulle vendite? Dai, seriamente. Ci fosse oggi Martina a monopolizzare le pagine si tornerebbe ai fasti di un tempo? Io la palla di cristallo non ce l'ho, ma credo proprio di no. E credo che non ci credi seriamente nemmeno tu. I dati sarebbero esattamente gli stessi. Semplicemente perché il crollo delle vendite prescinde dalla qualità delle storie. E prescinde pure dalla Disney, visto che il fumetto tutto vive un crollo continuo, diffuso e generalizzato.
                    Anche perchè, se avessi ragione tu, le soluzioni credo sarebbero molto più semplici. Nel qual caso, sarei curiosa di sentire qualche brillante idea di rilancio.

                    Nessuno ha la sfera di cristallo. La maggior parte dei grandi autori sono morti e sepolti secondo il ciclo naturale. Nessuno si aspetta che tornino. Che le idee nuove scarseggino mi sembra palese e ad ogni modo non aspettarti da me soluzioni che salvino capra e cavoli, non ne ho. Un suggerimento per il mantenimento della qualità, quello però non lo faccio mancare: diminuire drasticamente le storie Disney così da evitarne l'inflazione (ragazzi, anche solo in Italia vi renderete conto che ce ne sono troppe, il 70% o più dimenticabili), è 80 anni che ci troviamo davanti i personaggi Disney e ciò mi sembra normale. Lasciare solo la buona qualità da scandire poco a poco, come fanno anche case editrici di altri fumetti che tengono al proprio prestigio prima che al denaro. Questa è una soluzione-limite che propongo solo io, quindi non sarà mai attuata perché causerebbe forse la chiusura della testata, ne sono conscio. Ma non ho mai fatto mistero che non mi cambierebbe nulla se Topolino chiudesse i battenti, forse sono di parte.
                    La società cambia, Topolino opera goffamente degli accorgimenti per cambiare rimanendo uguale a se stesso, come pensava Fa.Gian. I suoi tempi d'oro sono finiti, i fumettisti ne sono consci e personalmente ho voltato pagina da un bel pezzo.
                    « Ultima modifica: Venerdì 11 Mar 2016, 18:22:36 da Sam_Spade »
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                      Re: Topolino 3146
                      Risposta #99: Venerdì 11 Mar 2016, 18:31:39
                      sono costretti a importare dall'esterno prodotti codificati (Asterix è il non plus ultra, ma ci sono anche altri "illustri" esempi come Montalbano e Dylan Dog), piegando crudelmente le psicologie dei personaggi disneyani a tali prodotti.

                      Come le parodie Disney. Ah no, quelle non parodiavano (sempre) letteratura popolare, quindi ciò le rendeva magicamente superiori (pur essendo esse stesse letteratura popolare, ma vabbè, che ci vuoi fare, sono le contraddizioni della vita).

                      Peraltro, posso concedermi il dubbio che tu questo numero non lo abbia nemmeno sfogliato per sbaglio, ma sia qui ad arrogarti il diritto di commentarlo ugualmente basandoti meramente sull'indice? Non so, ho come questa strana impressione.

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                        Re: Topolino 3146
                        Risposta #100: Venerdì 11 Mar 2016, 18:40:30
                        No. Ho specificato "abusare crudelmente" dei personaggi. Le Grandi Parodie, almeno le migliori, erano esenti da questo: i personaggi Disney rimanevano comunque i personaggi Disney.
                        Nelle parodie recenti (non sono Grandi Parodie, perché sono troppo ossequiose, dunque il confronto non regge) si è attuato lo sbagliatissimo modulo di farle redigere agli stessi autori originali, vedi Novecento. Ancor peggiore risultato quando gli scrittori originali sono mediocri già di per sé.
                        Oggi, se i personaggi disneyani non vengono duramente piegati all'esigenza di farli calare nei panni dei vari personaggi dell'opera originale - roba che perfino i pupari inorridirebbero -, si limitano a scimmiottare i personaggi richiamati, facendo la figura degli ebeti lungo tutta la storia. Leggendo i commenti di questo stesso topic, non credo di essere il solo ad averlo notato. E da tempo.

                        Citazione
                        Peraltro, posso concedermi il dubbio che tu questo numero non lo abbia nemmeno sfogliato per sbaglio, ma sia qui ad arrogarti il diritto di commentarlo ugualmente basandoti meramente sull'indice? Non so, ho come questa strana impressione.

                        Conclusione sbagliata da supposizione errata.
                        « Ultima modifica: Venerdì 11 Mar 2016, 18:42:01 da Sam_Spade »
                        Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


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                          Re: Topolino 3146
                          Risposta #101: Venerdì 11 Mar 2016, 18:51:44
                          Mi sembra che le idee di Topolino siano agli sgoccioli, e già da un pezzo: sono costretti a importare dall'esterno prodotti codificati (Asterix è il non plus ultra, ma ci sono anche altri "illustri" esempi come Montalbano e Dylan Dog), piegando crudelmente le psicologie dei personaggi disneyani a tali prodotti. Quindi Topolino & C. non sono affatto umani, se si può abusare di loro peggio che con dei fantocci. Non c'è più, secondo me, all'interno di Topolino un qualcosa che lo faccia imporre a livello generale, cioè nel mondo di coloro che non lo comprano. "Ah, c'è Asterix anche su Topolino, adesso lo compro!" sarà una frase-tipo di quelli che "Topolino" lo comprano di meno.
                          Dunque per te quella che è una caratteristica innata e certamente fra le più importanti dei personaggi disneyani - ovvero la versatilità - li riduce all'essere dei "fantocci di cui abusare"?
                          Ciò li rende "non umani"?
                          E dove è scritto che lo siano o lo debbano essere?
                          Al di là dell'ovvia considerazione che un editore cerchi di incrementare le vendite/abbonamenti dei suoi prodotti proprio "accalappiando quanti più lettori possibili" - e francamente non ci vedo nulla di strano in ciò, data la crisi generalizzata che investe il settore dell'editoria e dei fumetti, ma questo è un altro punto da approfondire - davvero non capisco perchè ti stracci le vesti al leggere una storia come "Topolinx e lo scambio di galli".
                          Posto che non si tratta di "parodia" bensi di "tributo" (ma questi concetti sono certo che li padroneggi benissimo), perchè l'idea che personaggi disneyani rendano omaggio ad un altrettanto celebre universo narrativo ti scuote cosi tanto?
                          Forse la versatilità nell'adattare Topolino ad un ruolo non analogo ma che fa il verso a quello di Asterix non dimostra per l'ennesima volta la versatilità del primo rispetto al secondo? Si potrebbe tentare l'inverso? Francamente ne dubito fortemente...
                          E allora è la versatilità in sè che non (ti) sta bene? E perchè mai?
                          Lungi dal ridursi a meri "fantocci", i personaggi disney ormai da decenni dimostrano di essere dei formidabili attori, capaci di spaziare dai capolavori della letteratura mondiale alle opere più recenti, sia fumettistiche che non, senza mai perdere realmente la loro intima personalità ed identità.
                          Di sicuro conoscerai meglio di me le grandi parodie del passato, le storie che si limitano ad omaggiare e quelle che appena si ispirano ad altre vicende: ebbene, a cosa dobbiamo questa fantastica categoria di storie se non proprio all'innata capacità dei personaggi disney - sapientemente modellata da abili autori - di impersonare situazioni e personaggi diversissimi e lontanissimi nel tempo e nello spazio pur rimanendo intimamente se stessi?
                          Peraltro, non può nemmeno tralasciarsi il grande lavoro che si trova dietro ogni storia del genere.
                          Chiunque desideri compiere un'operazione di parodizzaione/citazione/tributo deve innanzitutto conoscere ed approfondire l'opera originale, esplorando le personalità dei protagonisti; poi deve possedere un'ancor più approfondita conoscenza della personalità dei personaggi disenyani, senza la quale nessuna operazione di adattamento potrà mai andare a buon fine.
                          Tutto ciò è banale?
                          Io, al contrario, credo che renda giustizia alla professionalità ed alla passione degli autori che collaborano con il settimanale.
                          Sarà marketing?
                          E se anche fosse?
                          Trattandosi di un prodotto inevitabilmente destinato al giudizio dei suoi acquirenti, quello che conta davvero non sono tanto le motivazioni, quanto il risultato finale.
                          Ed a mio avviso questo risultato è tutt'altro che disprezzabile o deprecabile.
                          La storia in esame mostra come l'improbabile coppia Topolino - Gambadilegno, certamente ardita ad una prima e superficiale impressione, riesca ad andare a parare esattamente dove gli autori intendevano: trattandosi non di parodia, bensi di omaggio/tributo, vi è molta più libertà nella costruzione dell'intreccio e ciò permette di adattare il duo Topolino - Gambadilegno ad un ruolo certamente alieno rispetto allo standard dei loro rapporti; e tuttavia la conflittualità tra i due personaggi emerge prepotentemente, a rimarcare che comunque, quale che sia il costume che indossano o il ruolo che impersonano, Topolino e Gambadilegno sono sempre loro; considerazioni analoghe valgono per il ruolo svolto da Pippo.

                          Topolino è tenuto a galla da chi è affezionato ai suoi personaggi e vive come accettabile innovazione ogni abusata strategia di marketing (ci metto dentro anche Novecento, Dracula e compagnia bella).  Mi sembra evidente che stiano arrancando cercando di accalappiare quanti più lettori possibili. Uno studioso mi informa che non pubblicano neanche più i dati degli abbonamenti.
                          Quà temo che il discorso si allunghi sine die senza, peraltro, portare a risultati soddisfacenti.
                          Personalemente credo, come già accennato sopra, che la crisi dell'editoria - e del fumetto in particolare, per quanto ci riguarda - sia generalizzata e dovuta ad un insieme di causa che sarebbe eccessivamente semplicistico, nonchè parecchio riduttivo, ricondurre esclusivamente agli autori che collaborano con il settimanale, e dunque con la qualità oggettiva (sempre che di oggettività si possa parlare in relazione ad un'opera che tutti giudichiamo secondo canoni personalissimi) del prodotto.
                          Detto altrimenti, non so quanto grandi autori del passato oggi farebbero vendere di più.
                          Ma, lo ripeto, quà siamo pesantemente off topic e rischaimodi far partire il discorso per la tangente.
                          Tritumbani fritti!

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                            Re: Topolino 3146
                            Risposta #102: Venerdì 11 Mar 2016, 19:12:35
                            gli svogliati disegni di Giorgio Cavazzano

                            Sono nel disaccordo più totale.
                            Già la sceneggiatura non è che faccia venire chissà quale slancio o guizzo creativo nel realizzarla graficamente, ma poi siamo al cospetto di fantastiche vedute e scorci di Paperopoli (spesso a tutta pagina) che raramente si vedono così 'prepotentemente' in una storia Disney nostrana. E realizzati alla perfezione, oserei dire. Non che basti la presenza di una (o più) splash page a dire "che bei disegni!", ma qui c'è una cura dei particolari di ogni singola strada, viuzza, piazza, ecc.. che da qui a parlare di svogliatezza ce ne vuole!

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                              Re: Topolino 3146
                              Risposta #103: Venerdì 11 Mar 2016, 20:02:14
                              Ho letto finalmente anch'io le prime tre storie, e mi permetto di commentarle brevemente.
                              Le prime due sono a mio parere decisamente ottime. Quella di Casty, a di là della tecnica simpatica, è una perfetta "seconda storia", e i grandi autori come Casty, Artibani, Enna, Radice etc. potrebbero sfornarne di più per poter incidere capillarmente sulla qualità del settimanale. Davvero, spunto semplice, realizzazione inquietante con le solite, pulitissime battutine castyiane (che reggono di vignetta in vignetta l'andamento delle vicenda), e sviluppo lungo il giusto (senza inutili allungamenti). L'unica cosa che mi trova leggermente disallineato, nel Casty topolinese degli ultimi anni (assente nel Casty avventuroso) è un certo tono del sistema dei personaggi, un po' da "grande famigliola con intruso" (Topesio). Attenzione bene: tale sistema è perfettamente funzionante e pienamente riscontrabile nella tradizione; sono solo io che vorrei vedere nei personaggi Disney una verve lessicale più marcata e variegata. Trovo che Enna, se ci fate caso, moduli di più l'espressività verbale dei personaggi; e di nuovo attenzione: non che Casty non lo faccia, ma è proprio quando smette di farlo (nelle scene Topolino-Minni-Orazio, per dire) che ne sento la mancanza. Insomma i Topolino-Orazio dei fratelli Barosso, con la loro iperbolicità, mi muovevano qualcosa di più, questi li sento più "umani". Ma fossero questi i problemi del settimanale! :)
                              La storia di Tito Faraci secondo me si è rivelata un ottimo risultato. Badate che lo dico da lettore numero uno di Asterix, che è il mio fumetto preferito nonché una delle mie prime letture. Questa storia di Tito è, come sempre, un'altra cosa; e così doveva essere. Sono perfettamente d'accordo con chi sostiene che questa delle parodie "elasticizzate" abbia delle ricadute (ma anche cause...) commerciali. Ma andando invece a parlare della storia (che, posso affermarlo da come conosco il Faraci personaggio pubblico e artista, è stata scritta con le migliori intenzioni artistiche), è davvero bella. Lo sfasamento fra "questi Galli" e "quei Galli" (questi villaggi si somigliano tutti ;D) è davvero azzeccato e tutto scorre senza l'ombra della lesa maestà (anzi i
                              Spoiler: mostra
                              veri "due Galli" ne escono con un'aria di misteriosa maestà, quasi
                              ); un Faraci con il senso della misura, del ridicolo e della genuinità, verrebbe da dire.
                              Unico appunto: benché più banale, fonicamente "centurione nero" mi piace di più. Generale (dux) era una carica anche nell'esercito romano, beninteso, ma in questo caso forse la lectio facilior mi soddisfa di più. Bruscolini, come noterete. Ammetto infine che per me la coppia perfetta per realizzare questa storia sarebbe stata Pezzin/Cavazzano, forse i disneyani più vicini al miracoloso binomio Goscinny/Uderzo. Non che Faraci/Ziche sia una soluzione di ripiego, ecco.
                              Non mi ha detto altrettanto PK. Valida, eh, ma un po' "strana"; saranno i disegni (che pure ho apprezzato quasi del tutto), ma mi ha lasciato un senso di incompletezza, e non per le poche pagine. Forse è stato il vedere Uno di nuovo dopo così tanti anni e
                              Spoiler: mostra
                              finire poi con una chiosa piuttosto prevedibile
                              .
                              Mi manca la danese. Visti i vostri commenti, mi dispongo a leggerla con la migliore disposizione d'animo; alla facciaccia vostra. :P
                              « Ultima modifica: Venerdì 11 Mar 2016, 20:28:28 da A.Basettoni »

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                                Re: Topolino 3146
                                Risposta #104: Venerdì 11 Mar 2016, 20:38:49

                                Né quella né Il Raggio Nero sono all'altezza di Pk per me, ma sono opinioni. Anche Pkna non partì ai 100 all'ora, speriamo che prenda il volo a breve.

                                Riguardo a Il Raggio Nero sono della tua stessa opinione. Condivido anche il tuo auspicio finale.

                                 

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