Le feste imperiate finite (se non volete contare la befana), e prima di tornare in terra gallica, mi sono sparato, e commentovi, anche
Topolino e Qualcosa nel Buio di Casty. Seguono
spoiler come se questo post fosse stato scritto da Jones per fare un dispetto a Paperino, siete avvisati.
Dunque, una delle più belle cose che io abbia letto del Castellan! Di sicuro tra le migliore (leggasi: meno peggio) da quando Casty si disegna da solo.
La storia s'iscrive nel (
noiosissimo) filone "fantascienza urbana inquietante" a cui Castellan è (
un po' troppo) affezionato. Filone che ci ha regalato la storia più insulsa che io ricordi di Casty, la terribile
Topolino e gli incontenibili Squee (voto 4/10, tipo storia media dei McGreal, per intenderci
). Se si guarda alla mera trama, le premesse qui sono quelle degli Squee. E più o meno uguale mediocrità avremmo ottenuto se Casty si fosse limitato a metterla giù con la solita verve da casa di riposo (Topolino e spalla di turno con lo sguardo sbigottito che vanno avanti e indietro per trenta e qualcosa tavole). Ma ogni tanto (vedi anche
La Rivolta delle Didascalie) Casty si ricorda che le storie si raccontano, non si disegnano solo. E in questa occasione in particolare il risultato c'è eccome. Anche perché Casty ha un certo talento, nessuno lo nega.
Ora, l'idea di mostrare tutto dal punto di vista di Pippo avrebbe annoiato presto. E quello - sempre in malafede sono! - mi aspettavo io arrivato tipo alla quarta tavola. Invece il continuo cambio di prospettiva nella seconda parte (Topolino, Pippo, il Professore) tiene vivo il ritmo della storia - che già di suo fila che è un piacere. Insomma seguire la (non originalissima) vicenda è abbastanza divertente. Mi ha molto eccitato - ed è forse la vera finezza della storia - il fatto che "la telecamera sulla testa" non resta solo un pretesto per impostare la messa in scena, ma influenza un po' la storia stessa: prima con Pippo che manda la sua camera lungo il condotto in cerca d'aiuto; poi, e soprattutto, col
geniale secondo finale, ove si scopre che il Cavezza è il vero
sceneggiatore/regista dell'avventura che abbiamo appena letto. A questo proposito, Pippo e Orazio sono usati bene nella vicenda, nel senso che la loro presenza non è mai gratuita. Anche se al solito in Casty li trovo un po'
out of character: troppo poco
alter-logico Pippo, troppo poco
sborone il grande Cavezza. Ma magari non è (solo) Casty: è questa la piega che hanno preso i due personaggi nella produzione italodisco attuale? Ditemi voi (vi ricordo che leggo poco o nulla di produzione contemporanea italiana, direi non più di quella manciata di storie che mi vedete commentare da queste parti di tanto in tanto).
Non vorrei esprimermi sulla trama, che come ormai avrete capito raramente influenza la mia reazione alla lettura (a meno che la storia non sia proprio una ciofeca immonda o abbia buchi neri che distruggono la sospensione della credibilità). L'importante è
come la storia è raccontata. Comunque non sono d'accordo con Portamantello, che trovava poco chiar(it)o il comportamento dei mostriciattoli alieni di turno. Sono alieni furbi e cattivelli in un ambiente ostile, ovvio che fanno danni. E visto come sono stati catturati dico che fanno pure bene!
Poi mi piace il modo astratto in cui sono disegnati...una citazione di qualcosa? L'unico passaggio che mi ha fatto storcere il naso è il seguente: il professore abbandona Sam a un passo dalla ristabilizzazione della luce per correre a riattivare l'aspirapolvere spaziale...non poteva finire di riattivare la corrente e dopo pensare all'aspirapolvere? Vabbè, quisquilie...e poi la scelta serve a creare il dubbio sulle intenzioni del professorone e regalare il buon twist finale, quindi amen.
Che altro dire? Ah sì, si ride poco. Ma ormai ho accettato l'idea che Casty è un fumettista di fantascienza che ha trovato casa in un ambiente umoristico, non un fumettista umoristico che si diverte con trame di fantascienza. Quindi neanche la vado cercando più la risata con lui. Tanto che su Topesio che piange la risatona m'è scappata, guarda un po'.
Insomma, storia promossa in pieno.
Ah, un'ultima cosa. Ho letto diversi in questo topic lamentarsi della brevità della storia. Qualcuno si è spinto a sottintendere che sia la redazione a tappare le ali a Casty, restringendogli il numero di pagine a disposizione! Non vi offendete se vi dico che sul punto
non avete capito una mazza. Casty è diecimila volte meglio quando resta sotto le quaranta tavole. Provasse a restare sotto le trenta credo che potrebbe regalarci dei capolavori. Sospetto che anche questa storia qui avrebbe giovato di una manciata di tavole in meno (ma non chiedetemi dove avrebbe potuto tagliare, non è il mio mestiere
).
Lo notava pure Zironi:
Mi scappello, mi inchino e mi prostro per sempre davanti all'opera di Casty.
A tutti quelli che trovano i pelini gli farei un cura di 5 anni solo a Ezechiele Lupo e a quel cavolo di criceto dell'era Muci.
Casty indiscusso numero uno.
E mi pare (mi pare, forse) più nelle storie medie che nei "colossal".
Al quale Zironi però dico che a Casty i
pelini continueremo a trovarceli. Al numero uno è trattamento dovuto.