Ottima apertura, chiusura di tutto rispetto... farcitura poco allettante. Questo, in estrema sintesi, il "menù" del
#3211.
Sarà scontato, ma la palma d'oro del numero se la prendono
Teresa Radice e
Stefano Turconi con
Ducks on the road: Verso ovest. In questo primo non ravviso difetti: l'ambientazione particolare, avere tre comprimari in ruoli di primo piano e con qualche differenza rispetto allo standard e soprattutto l'approccio artistico, coerente in tutto e per tutto (caratterizzazione di Paperetta, abbigliamento, onomatopee, contesto storico e musicale... tutto, tra testo e disegni, concorda nella giusta direzione) rendono questa storia evidentemente più solida e curata della media, e anche solo delle altre presenti sul numero.
Certo, a chi non fa impazzire lo stile narrativo e le tematiche tipiche della Radice
DOTR non entrerà particolarmente nel cuore, visto che è coerente con il suo modo di scrivere e la sua visione. Anche in Disney, quello che scrive Teresa è sempre molto personale, pur senza sovrastare mai i personaggi che usa, semmai avvicinandoli a sé in modo sano. Così accade anche qui. Ottima la scelta dei '70, ottimo il filo rosso della musica e ottimi i disegni di Stefano, che si rivelano come sempre plastici, dinamici, animati e vivi, specie nelle espressioni dei personaggi, in particolar modo della spumeggiante Paperetta.
Non vedo l'ora di fare la strada insieme a Paperetta, Paperina e Archimede
Pippo e l'inquietante Nyappo è una buona prova di
Zemelo, autore davvero promettente che stavolta, a mio avviso, evita di rimanere incastrato in alcuni inghippi che in passato hanno minato la completa riuscita di storie che partivano molto bene. Qui non ho avuto delusioni, lo sceneggiatore riesce a scrivere un racconto che a tratti riesce davvero ad "angosciare" (virgolette d'obbligo, siamo pur sempre su Topolino) il lettore, con un'idea semplice ma uno sviluppo non scontato nei dettagli, che hanno davvero fattola differenza per questa avventura. L'animaletto inquietante del titolo viene valorizzato anche dai disegni di
Zanchi, che nelle prime 3-4 tavole non mi ha convinto per poi riscattarsi nelle successive, sia per il design dello Nyappo sia per alcune tavole davvero ispirate (le vignette con Pippo spaventato, le pagine sotto la pioggia come la stupenda 152, quasi ansiogena).
E poi... basta. La storia a bivi di Paperino ha una trama urbana piuttosto povera indipendentemente dal percorso che si intraprende, mentre della breve di Indiana Pipps e di quella sull'indagine di Basettoni-Manetta-Rock sinceramente non ho nulla da dire, se non che la prima è un concentrato di cliché sul personaggio che in 4 tavole pretende di raccontare le origini del personaggio in modo inevitabilmente affrettato e la seconda un giallo così didascalico che perfino io ho capito subito chi fosse il colpevole.
Passiamo oltre.