Nell'agosto 1985, iniziai la mia carriera d'acquirente del settimanale con il numero 1552, che vedeva in apertura Cavazzano e in chiusura il mio idolo totale Massimo De Vita. Da allora, avere i due supermaestri sullo stesso numero è stata piuttosto una rarità, ma oggi mi venivano offerti entrambi oltre a Fantomius... Volevo gioire, ma il mio senso di ragno era in agguato, ed aveva spudoratamente ragione lui!!!! Scusate se parlerò sì senza turpiloqui (a me non congeniali), ma altresì senza peli sulla lingua.
Il papero senza passato (Korhonen/Cavazzano-Zemolin): partiamo dai disegni (cosa che, se leggete le mie recensioni, di regola non indica un punto a favore della trama). Cavazzano degno del suo nome, tanto di cappello e salamelecchi vari, perché è sempre uno dei più grandi: non perdiamo tempo e veniamo alla trama. Allucinante boiata priva di capo, coda, senso e ragione per essere letta, che contiene in sé tutti, MA PROPRIO TUTTI, gli stereotipi più GRANITICI delle storie sugli smemorati! Lentissima, apparentemente prolissa anche se i dialoghi sono piuttosto brevi e rasoterra, non riesce ad essere drammatica come vorrebbe e dall'altro lato non ha una gag che sia una a strapparti una risata! Sbadigli a profusione, altro che ai titoli di testa: facciamo tutti come Paperino (e neanche riesco a decidermi se l'avere rivelato subito l'arcano sia stato un bene od un male, eh...) e concediamoci quel che fa lui senza buttare via quindici minuti della nostra vita! Se infatti c'è comunque Cavazzano alle matite, cosa che dovrebbe essere sempre un valore aggiunto, la trama è talmente noiosa, faticosa da leggere, soporifera peggio di un documentario sulle marmotte in letargo, che neppure i disegni del Maestro ne valgono la lettura! E ti scrivono pure che va considerata come un capolavoro immortale! Contenti loro... Io, e metto le mani avanti per evitare fiaschi annunciati, li avviso: dubito fortemente che un'edizione speciale, in qualsiasi formato, di questo bidone colossale venderebbe qualsivoglia copia!
Le strabilianti imprese di Fantômius, ladro gentiluomo - Notre duck (Gervasio): oh, rifaccamoci gli occhi con un po' d'avventura. Forse non sarà l'originalità totale, dato che molte situazioni sanno un pochetto di già visto, però ha ottimi tempi comici e d'azione, la suspense non manca, diverte e si lascia leggere, il tutto condito da disegni splendidi frutto dell'abilità dell'ottimo Gervasio. Non sarà l'opera migliore del ciclo, però è una bella storia narrata con mestiere ed abilità, e che di certo non annoia.
Zio Paperone e il club dei brontoloni (Stabile/De Pretto): terzetto totalmente inedito a mia memoria, per una breve che sa far ridere, mentre De Pretto sta già cominciando a personalizzare il proprio tratto. Se sia un bene od un male, lo sapremo solo leggendo!
Archimede e il caos del TR.AN.QU.IL.LO. (Zemelo/Ermetti): altra buona semibreve che ironizza sui suoi stessi cliché, e bene fa. Ermetti sempre ottimo, nulla da eccepire.
Indiana Pipps e l'esilarante tesoro dei Ridolones (Camerini/De Vita): partiamo anche qui dai disegni. De Vita è sempre un maestro assoluto, espressivo, dinamico, fantastico negli sfondi, nei dettagli, in ogni tavola ed in ogni vignetta. Ma la trama è di una banalità assoluta, ormai più che stantia. Quel che doveva essere un grande mistero si traduce in una risata (!), e battute degne delle mie sventano "realmente" un disastro turistico? Ma perché tutto ciò? E poi, perché Topolino ci fa la figura dell'indeciso troppe volte, superato sempre dai nipoti o da Indiana? Questo è il Topolino usato male, malissimo: non perché è spalla, ma perché non fa quel che deve in quanto Topolino. Non la paragono alla prima perché comunque un po' d'azione c'è, e quindi i disegni di De Vita le valgono comunque una guardata. Se valgano anche una lettura, sinceramente non saprei.
Insomma, uno dei numeri più deludenti da che leggo Topolino, anche se ci sono un buon Fantomius, due simpatiche brevi e De Vita (cose che di regola salvano un albo): strombazzare come capolavoro immortale quella roba veramente fa gridare vendetta ai lettori, non per altro. L'estate scorsa c'erano stati numeri da elettroencefalogramma piatto, ma non avevano tradito particolari attese. Questo invece sì, e di brutto.