IL PAPERO SENZA PASSATO
Non ho visto il film ma il passato non sembra recuperato (se non in flebili tratti) e il personaggio principale vivrà una vita 'altra' che poi, pian piano, diventerà comunque 'sua', con nuovi amici e nuovi amori (visto che i 'vecchi' si limitano a sfruttarlo - almeno in apparenza - non ponendosi domande sulla sua sparizione e la perdita di memoria non sembra neanche accennata o condivisa con loro).
Nonna Papera, nel ruolo di unica rappresentante del vecchio mondo di Paperino, severa e autoritaria (pur ammettendo di essersi preoccupata per la scomparsa del nipote) non è del tutto 'out of character' dal momento che in Egmont non hanno sdolcinato e imbiondito un personaggio che agli inizi era piuttosto burbero e non tutto sorrisi e torte come lo conosciamo oggi (immagino che nei colori originali della storia Elvira abbia i capelli bianchi).
Interessante la visione di una società periferica, con mense per i poveri, lavoretti saltuari, casupole arrangiate e concertini improvvisati. Recentemente raccontata nel rifacimento del 'Ventino fatale' e, spero, proponibile anche fuori dalle parodie o riletture di film o fumetti, in storie 'normali' di ordinaria quotidianità.
Curioso e apprezzato l'utilizzo di Bolivar, il cane taliaferriano di Paperino che, non a caso, è determinante nel convincere il poliziotto Gambadilegno della bontà del papero smemorato. Donald, oltre che smemorato, appare per quattro tavole 'sgrizzato' dalla 'cura' dei Bassotti. Orazio e Clarabella, che vivono in una baracca in lamiera, lo accudiranno amorevolmente, prima che ci pensi Paperina. Topi e Paperi si incrociano in armonia e poesia in questo soggetto di Korhonen: Pippo e Paperoga, nella vignetta che li vede insieme al concerto, sono così veri, così 'in character' che sembrano essere nella loro realtà 'naturale'. Insieme a Paperino sono personaggi che anche in storie di normale quotidianità andrebbero, magari di tanto in tanto se non regolarmente, alle mense dei poveri: farlo vedere nella parodia/rilettura/omaggio di un film finlandese è, a suo modo, 'poetico'; farlo vedere in storie normali sarebbe 'inappropriato' ma sicuramente darebbe un tocco di realismo in più a tanti soggetti altrimenti poco credibili.
FANTOMIUS - NOTRE DUCK
Gervasio risolve a suo modo il mistero del fantasma di Notre Duck, dandogli una identità precisa che solo in parte può accostarsi alla storia di Barks (quantomeno per problemi di... altezza). L'autore riesce comunque a coinvolgerci in atmosfere gotiche e dark, con scene notturne e piovose che fanno da sfondo a situazioni in cui i suoi personaggi (in costante crescita numerica e in collegamenti sempre precisi e coerenti) si muovono benissimo. L'autore è da elogiare anche per aver reso più accattivante e caratteristico lo sguardo di John Quackett, al di là della maschera: se prima somigliava troppo a Paperino, adesso ha una originalità estetica tutta sua, come la sempre affascinante Dolly, decisiva in questa storia grazie alle lezioni di piano che la severa madre le fece prendere da piccola.
INDIANA PIPPS E L'ESILARANTE TESORO DEI RIDOLONES
La Camerini introduce un nuovo nemico per Indiana: la volpe Archeo Boom che, se ricorda nel colore arancio i capelli del Doctor Kranz, esteticamente è più particolare del semplice canide antropomorfo (simil umano) che vediamo spesso tra i personaggi di contorno e a cui Kranz appartiene: sarà questo un passaggio di testimone definitivo nella casella 'personaggio nemico-rivale di Pipps'? Vedremo cosa ne penserà Bruno Sarda. Nel frattempo Massimo De Vita lo disegna in modo convincente, all'interno di tavole sempre molto dinamiche e pulite.
Altra particolarità è un passo indietro 'residenziale', se vogliamo: abituati da anni a vedere il Pipps abitare a Topolinia in una villa all'interno della periferica Laguna Nera (suo habitat naturale, molto apprezzato fin dall'inizio), scopriamo che ha 'finalmente trovato casa a Topolinia' all'interno di una casetta costruita su una quercia all'interno del Central Park della metropoli topoliniana: la Black Lagoon non era più gradita al Pipps (o alla Camerini)?
Un soggetto se vogliamo banale si caratterizza per un terzo aspetto: quando misteriosi popoli autoctoni pregano i loro ospiti (in genere paperi) di non riferire ad alcuno il luogo del loro regno (costringendoli a volte a rimanere proprio per questo motivo), se traditi nelle promesse riescono comunque a reimmergersi nei loro cupi antri non dando soddisfazione a studiosi, archeologi o business men di poterli vedere: mi pare che questa sia una delle rare volte che un popolo autoctono 'tradito' affronti comunque l'inevitabile contatto esterno, riuscendo a gestirlo e a respingerlo in maniera apparentemente involontaria (grazie soprattutto a Tip e Tap, doppiamente protagonisti in due importanti storie in questo numero del libretto).
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Zio Paperone e il Club dei Brontoloni
Un altro inedito trio, in attesa di quello dei Turks della prossima settimana. Convergere lo zione e Dinamite (che già si conoscono molto bene) verso Anacleto Mitraglia è un'operazione sicuramente curiosa e interessante (io sono sempre favorevole ai mix e alle 'contaminazioni'); però in questo caso il soggetto non mi ha convinto in quanto sembra costruito ad arte, senza una ragione davvero credibile.
Archimede e il caos del tr.an.qu.il.lo.
Confusione di traduzioni orali che può avere anche un senso logico, nella sua incredibile particolarità. Breve scorrevole grazie anche ai dinamici e fluidi disegni di Ermetti.
TopoGulp - Malachia Professione Gatto
La coabitazione più o meno forzata Paperoga-Malachia da grattacapi ad entrambi, non solo al micio: in questo caso Fethry dimostra una certa pazienza nel convincere Tabby a restituirgli un oggetto, sperando che creda sia un'altra cosa mentre il felino sa benissimo cosa tiene in bocca.