In evidente ritardo per ragioni
fieristiche, vorrei dire anch'io la mia su questo particolare numero
Il papero senza passato (Korhonen/Cavazzano): senza dubbio la storia forse più attesa e che destava maggiore curiosità! Ho letto con interesse tutte le osservazioni finora avanzate, e devo ammettere che più d'una risultano logiche e condivisibili. Nel mio piccolo, da ignorante di cinema d'autore (non che preferisca i blockbuster coi robottoni, eh, semplicemente vado poco al cinema) e peggio che mai di pellicole finlandesi, mi limito ad un parere sulla storia in se e basta, senza trascendere in ambiti che non padroneggio. Allora, se da un lato mi sono accostato alla storia cercando di attenuare il solito pregiudizio sulle danesi, dall'altro non nutrivo grandi aspettative poichè mi era sconosciuta la figura di Aki Kaurismäki. Ho preferito dare una seconda lettura prima di avventurarmi in un giudizio, ma ora posso dire che la storia mi è abbastanza piaciuta, pur non riuscendo a gridare al capolavoro. Senza dubbio ha il pregio di riuscire a trasmettere delle emozioni, semplici indubbiamente, forse banali, ma di certo qualcosa me l'ha lasciata, e già in questo si allontana molto dal piattume delle sue connazionali. La cornice non brilla certo per originalità, tuttavia a mio modo di vedere non risulta un aspetto penalizzante, posto che è solo un
escamotage per entrare nel vivo della vicenda. E la vicenda ha un ritmo lento, che ti (mi) permette di gustarne tutta la drammaticità (in salsa disney) in un'atmosfera fatta di povertà materiale e di grande umanità: le tematiche sono assolutamente serie, povertà ed emarginazione, voglia di riscatto, ma trattate in una maniera cosi delicata che non possono lasciare indifferente il lettore, non il sottoscritto quantomeno. Ho poi apprezzato l'uso dei personaggi, forse un po' ot Nonna Papera, ma per il resto, visto e cosiderato che la vicenda si svolge in una dimensione onirica, nessun problema, anzi risulta molto bello vedere interagire paperi e topi (peccato che proprio Topolino si veda cosi poco). Infine, graficamente è da applausi, il tratto di Cavazzano risulta sempre appropriato alle varie scene, con espressioni realistiche che ben accompagnano le situazioni che si sussiegono negli alti e bassi della vicenda. In definitiva, non sarà un capolavoro, non rimarrà negli annali, eppure
una tantum fa piacere trovare storie cosi!
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Le strabilianti imprese di Fantômius, ladro gentiluomo - Notre Duck (Gervasio): altra bella prova di Marco Gervasio, piena di azione e con un buon ritmo. La particolarità consiste nel voler esplicitamente omaggiare una gran bella storia di Barks, inserendo varie citazioni e con vignette molto simili, tuttavia è opportuno chiarire che si tratta di due storie profondamente diverse, e non credo nemmeno per un momento che Gervasio abbia voluto "copiare" Barks. In realtà la storia si inserisce nella macrotrama orizzontale di Fantomius che il bravo Marco porta avanti già da un po', e la vicenda risulta scorrevole e dinamica. Le uniche perplessità riguardano solo il finale, dove personalmente non avrei inserito il particolare del modello della cattedrale realizzato con le monete, per due ragioni: la prima è che risulta un po' forzato il motivo addotto da Henry (passatempo?) per la sua realizzazione, la seconda è che in assenza di quel riferimento non si sarebbe neppure posto il problema "fisico" della scarsa rassomiglianza dello stesso Henry con il personaggio visualizzato da Barks, dato che si sarebbe benissimo potuto sostenere che i due "fantasmi" (quello barksiano e quello di Gervasio) fossero due paperi diversi. Nel complesso tuttavia, il giudizio resta positivo ed il voto risulta un po' stretto.
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Zio Paperone e il club dei brontoloni (Stabile/De Pretto): breve assolutamente originale e divertente, complimenti a Vito Stabile per l'idea di mettere assieme tre personaggi molto eterogenei accomunandoli attraverso il brutto carattere!
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Archimede e il caos del TR.AN.QU.IL.LO. (Zemelo/Ermetti): storia semi-breve divertente il giusto, forse poco originale nel riproporre il
cliche dei soliti effetti collaterali dell'invenzione di Archimede, anche se compensa con l'idea di farli patire proprio al geniale inventore. Forse, però, risulta un tantino forzata in alcuni punti-chiave, come l'
escamotage del bullone che da vita a tutta la vicenda, o la soluzione finale. Qui, in effetti, il voto è un pochetto generoso.
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Indiana Pipps e l'esilarante tesoro dei Ridolones (Camerini/De Vita): attendevo con curiosità questa storia, ma dico subito che ne son rimasto deluso! Se il tratto grafico di De Vita, anche se non ai livelli d'un tempo, resta comunque appropriato al personaggio, è la trama il punto debolissimo della storia: tutto troppo banale, poco avventuroso e a tratti quasi inverosimile. Ok la creazione di un nuovo avversario, ma non basta a dare senso all'estrema sempicità che aleggia in tutta la vicenda.
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In definitiva, questo 3210 risulta un numero di fatto decrescente: parte bene con una storia originale e "diversa", mantiene un buon livello con la nuova avventura di Fantomius che sfiora le 4 stelle solo per alcune forzature nel finale, prosegue con due brevi sufficienti e si perde nel finale con un Indiana Pipps lontano parente dell'archeologo dell'avventura dei bei tempi.