I Classici Disney #356
E per chi preferisce I Grandi Classici non posso fare a meno di segnalare che anche I Classici da tempo porta avanti parallelamente un bellissimo progetto di rilancio. Storie wow, spesso collegate tra loro da continuity, storie appartenenti allo stesso ciclo o collegate per tematiche, insomma a quanto pare insieme al voluminoso fratello anche questa testata è diventata un must per chi volesse farsi una scorpacciata di sano Disney.
QUesto numero ha come filo conduttore Umberto Eco, e infatti sono presenti due parodie, entrambe in due tempi ispirate rispettivamente a Il Nome della Rosa e Il Pendolo di Focault.
L'Incredibile Avventura di Topolino (Palmas/Cavazzano): Questa è famosa. Risalente all'85 è la più vecchia del numero. E' una storia che celebra il trentennale di Disneyland, ma lo fa discretamente rendnedo Disneyland il teatro di un inseguimento tra Topolino e Gambadilegno. Ottima la presenza dei pupazzoni ma sopratuttto il cameo iniziale di una Topolinda irriconoscibile, tuttavia una delle primissime attestazioni della "fissità" di questo personaggio.
Paperino e il Segreto della Felicità (Gentina/De Vita): I tentativi di Paperino di addolcire un parente misantropo sono una delle cose che mi rimasero maggiormamente impresse del topo '95. La storia del cugino Smorfio è un capolavoro di caratterizzazione e di gag, veramente ottima.
Topolino in Il Nome della Mimosa (Sarda/Ubezio): Altro ottimo lavoro. La prima delle due parodie è una storia della macchina del Tempo, nonchè un giallo assai ben costruito e soprattutto lungo (due tempi!), che si svolge tra le mura di un college. Da Potteriano l'ho alquanto amata (benché Ubezio mi sia indigesto), anche perchè la scuola ottocentesca supplisce bene alle atmosfere ecclesiastiche dell'originale.
Archimede e l'Imprevisto Elettromusicale (Faccini): Ah quanto adoro l'Archimede di Faccini. Che poi è lo stesso di Barks. Non un deus ex-machina, ma un essere umano che parte da bisogni alquanto umani di cui subisce poi le conseguenze in modo altrettanto umano. Solo che al centro del procedimento c'è appunto la realizzazione dei suoi desideri, mediati dalla sua geniale inventiva. La storia è tenera e lunghetta, il che è stata una sorpresa, visto che ormai siamo abituati al Faccini da brevi only-gag. Meravigliosa l'ironia con cui tratteggia gli esperti di marketing.
Ciccio e il Documentario Agreste (Pezzin/Perina): Robaccia. L'unica storia pessima di un albo che offre solo belle storie. Ma per fortuna dura una decina di tavole.
Paperino e il Pendolo di Ekòl (Sarda/Valussi): Seconda parodia Echiana in due tempi ed è sempre ad opera di Sarda. E un'altra bella storia, indubbiamente, che mette in scena il terzetto di cugini tra cospirazioni, cacce al tesoro e giornalismo creativo.
Insomma, un albetto che straconsiglio.