Considerando il livello del periodo, anche io considero il n.81 un buon numero.
Non voglio farne una questione di nomi, comunque mi sembra che la recitazione dei personaggi sia diventata più naturale e credibile che in altri numeri recenti, e lo spunto del trasloco è stato utilizzato bene.
Anche la grafica mi è piaciuta, anche se farei notare che, se il layout è di Campinoti, un antico veterano di questa testata, il cleanup che ha definito la fisionomia dei personaggi è di Federica Salfo; confesso che questo nome mi è nuovo.
C'è un cambiamento di grafica da pag.79 in poi, con alcune immagini poco credibili come posizione e proporzioni (di cui ha fatto le spese soprattutto Matt, che io odio cordialmente in questo ruolo out of character) e un paio di bocche manga di Haylin. Probabilmente erano in ritardo con i tempi, ed hanno affidato le ultime tavole a qualche altro disegnatore non menzionato.
Una caratteristica che non ho apprezzato è che in alcuni punti non si distingue il sogno dalla realtà. Non ho capito, per esempio, se l'episodio del Silver Dragon investito dal tornado (o quel che era) e della libellula è reale, o un sogno. Da come inizia e come finisce sembra far parte della realtà, ma la parte centrale...
Poi non ho capito: la tempesta era in qualche modo magica? Era un'entità con una volontà propria? A momenti sembra di sì.
A me piacerebbe finire una storia con l'impressione di averla capita.
Anche la parte "realistica" della protezione civile avrebbe richiesto più riflessione e documentazione.
A parte la storia degli strani tornado (Tifoni? Depressioni? Boh...) attirati dai campi della corrente elettrica, teoria definita sciocca anche nell'ambito della storia che la utilizza, poi facciamo la scoperta, attribuita ad un illustre meteorologo, che due depressioni emettono aria (?) ed un'altra la risucchia. (?).
Abbiamo anche la proposta intelligente di un esperto della protezione civile di evacuare, in 36 ore, una città di ottocentomila abitanti, che saranno sistemati... dove? In tende, subito prima di una tempesta? Non sono comunque più sicure le case in muratura?
E poi, le linee elettriche erano già danneggiate, e i tecnici le lasciano in tensione mentre le riparano?
Non potevano, le witch, trovare un angolino poco affollato e abbattere un traliccio coi loro raggi?
Eppoi, cosa vuol dire che una centrale elettrica collassa per un'onda d'urto trasmessa attraverso il terreno? Ho un'idea abbastanza chiara di una centrale elettrica, ma non riesco a dare significato alla cosa.
Insomma, ho sentito ancora una volta il bisogno che almeno le parti realistiche vengano affrontate con più cognizione di causa.
Va beh, comunque l'insieme è abbastanza piacevole.
La corta... che dire? A me le corte non sono mai piaciute molto, con l'eccezione di quella del n.67 che è carinissima come ironia e disegni.
Però questa, del n.81, è davvero ironica: mentre da una parte si scrive che WITCH è moda, questa storiella sembra fare la parodia di queste stesse esagerazioni.
Anche nel n.64 la storia breve parodiava i test a punti, che la stessa rivista propone in grande abbondanza da anni.