MD # 35 – Rodolfo Cimino
Conclusasi l’altalenante parentesi delle Scuole con il volume sull’inesistente Scuola milanese, i Maestri Disney torna ad occuparsi dei singoli autori. Nonostante fossero molti gli autori già trattati dalla testata e tuttavia ancora meritevoli di un nuovo albo, si è scelto di omaggiare uno sceneggiatore che non aveva ancora visto il proprio nome sull’ormai unica testata disneyana per appassionati. Un MD dedicato a Rodolfo Cimino era da tempo voluto e cogliendo come pretesto la premiazione del II Premio Papersera è stato finalmente confezionato con immancabili riferimenti al Premio stesso che spaziano da un’importante citazione nella biografia, che costituisce una sorta di approvazione ufficiale del riconoscimento, alla classica foto raffigurante autore e delegazione paperserosa passando per alcuni omaggi di autori (Celoni, Gervasio e soprattutto Faccini con una bellissima, dissacrante vignetta). Persino la copertina prende in prestito il disegno di Cavazzano già sulla cover del Dalla Tana del Bestio all’Angolo dei Salici, la cui copertina non viene mostrata assai chiaramente come era invece accaduto per Un “Gioviale” Omaggio. Forse la redazione temeva che il nostro bel volumozzo oscurasse eccessivamente i MD… 8-) ed effettivamente, storie a parte, il secondo libro della “Biblioteca del Papersera”, storie escluse è una sorta di Maestri Disney Deluxe. Alla faccia di chi dice che noialtri non capiamo una benemerita…
Passando ai contenuti, sempre interessanti gli articoli di Becattini e Boschi a cui se ne aggiunge uno di Stefano Ambrosio, grande ammiratore ed amico di Cimino, di cui riesce a coglierne i tratti essenziali con efficacia (certo, non quanto certi pozzi di sapienza del librone paperseriano, che… ok, ok, la smetto) facendo cenno anche ad una storia di futura pubblicazione ed al relativo tormentone. Strano però che abbia taciuto le sue frittolate dei Ki-Kongi, ma vabbè… indubbiamente meglio così.
Paperino e l’Aurite Acuta (Cimino/Scarpa): estremamente godibile, una delle avventure che certo non spicca tra le sue migliori nella sua vastissima produzione ma comunque assai valida. Cimino fa ricorso a uno dei topoi più cari alla tradizione barksiana, quello delle fantasiose patologie che affliggono i Paperi, chiara eredità barksiana. Ma se in Barks era Scrroge ad ammalarsi, qui è Paperino ad essere affetto dall’inesistente malanno verificatosi grazie ad un originale preambolo. Paperone trova il modo di sfruttare a fini di lucro il morbo portandolo alle estreme conseguenze e alle relative, irresistibili gag. Ma quello che colpisce di più è indubbiamente il dilemma morale che turba la Vecchia Tuba, esplicitato dalla classica zuffa tra la versione angelica e quella demoniaca del papero (non però sulle classiche spalle, bensì nei bulbi oculari di Paperone). Immancabile il lieto fine in cui tuttavia Paperone paga lo scotto delle sue azioni, secondo il classico schema delle parabole ciminiane.
Anche in Zio Paperone e la Triplicità Progressiva (Cimino/Carpi) si parla di infermità, anche se psicologiche. Questa piccola perla tocca parte dal collaudato tema del sotterfugio giuridico che già da solo potrebbe reggere la trama: ma Cimino non si accontenta di intessere trame, lui vuole raccontare storie. Ecco così che collega un colpo di genio all’altro inserendo la Triplicità Progressiva del titolo, con la quale l’ego paperoniano viene inconsapevolmente scisso tra Paperone, Raperone e Taperone andando oltre il mero trucco legale per gabbare le tasse e affrontando un tema portante della narrazione di ogni tempo, quello dei simillimi, che va dalle commedie plautine allo Strano Caso del Dottor. Jekyll e Mister Hyde e che si presta ad ineteressanti analisi freudiane. E’ vero, sono “solo fumetti”. Ma quando un autore riesce a infondere tante e tali tematiche in una semplice storia a fumetti lasciando il tutto però sotteso, senza farlo pensare all’ignaro lettore che tuttavia riesce a percepire chiaramente il messaggio di fondo senza avvertire forzature o macchinosità grazie alle molte ed irresistibili gag… il fumetto diventa Fumetto e l’intrattenimento si fa Arte.
Paperino e l’Avventura Sottomarina (Cimino/Cavazzano): “Ho sempre cercato di far vibrare le corde che suonano dentro tutti noi”, ha detto Rodolfo Cimino. E c’è sempre riuscito, dico io. E certe volte è persino andato oltre, intonando una maestosa melodia che ci ha portato ad evocare pensieri, emozioni, ricordi: è il caso de L’Avventura Sottomarina. Una storia che inizia come tante, ma che nel corso del suo svolgimento si rivela unica, tanto da giustificare un intero ciclo di sequel negli anni a venire.
Perchè in questa avventura si sogna, attraverso gli occhi di un Paperino perdutamente innamorato della dolce Reginella, che coglie in Donald quella purezza che Cimino gli ha sempre attribuito come caratteristica principale, ancora prima della sfortuna cronica voluta dalla tradizione italiana e delle tendenze autodistruttive con le quali Barks lo ha reso celebre. Ci si emozione ad assistere agli affettuosi sentimenti della coppia, ma mentre la storia prosegue si resta anche sulle spine chiedendosi se lo status quo verrà ripristinato e in che modo. Così non si può fare a meno di rimanere colpiti mentre Paperino osserva con distacco i nipotini immobili alla disperata ricerca del loro zio. E ovviamente non si può non commuoversi nell’ultima, fantastica vignetta in cui Paperino getta negli abissi il medaglione regalatole dalla regina, congedandosi da lei promettendo tuttavia di non dimenticare -al pari del lettore- degli idilliaci momenti trascorsi.
L’intera storia sentimentale viene trattata con grande naturalezza, senza tuttavia dimenticarsi di Paperina; la sua menzione solo nel finale non risulta straniante, grazie alla perizia di Cimino che imbastisce dei ritmi del tutto realistici che si adattano efficacemente alla trama dagli invidiabili equilibri.
Cavazzano d’altro canto riesce a catalizzare ottimamente le emozioni e la comunicatività del testo di Rodolfo (fantastiche le espressioni di Paperino nelle sequenze finali) e nonostante sia ancora legato allo stile del maestro Scarpa presenta già notevoli picchi di personalità che lo porteranno a raggiungere il magnifico stile degli anni ottanta, che si evolverà infine nel celebratissimo tratto odierno.
Sono queste le Storie che hanno fatto la Storia.
Paperino e il Ritorno di Reginella (Cimino/Cavazzano): il sequel de L’Avventura Sottomarina non raggiunge i lirici picchi della storia precedente, si dimostra un buon seguito, coinvolgente ed emozionante. Illustrata da un Cavazzano più morbido e maturo, la storia nonostante le gag spensierate riesce ad evidenziare ottimamente l’intensità del dramma vissuto da Paperino e Reginella, senza elementi stonati o sdolcinati nonostante l’agrodolce finale quasi consolatorio.
Chiude l’albo Topolino e i Tam-Tam Preistorici (Cimino/De Vita): raro esemplare di una storia ciminiana con Mickey. Con tanto di tipico bestio ed autoctono (questa volta solo uno, non un’intera popolazione), il buon Rodolfo intreccia un’avventura esotica che grazie agli elementi mangerecci tipicamente italiani riesce a farla suonare anche un po’ deliziosamente casereccia, senza però stravolgere i canoni come fanno alcuni obbrobri danesi che pur di inserire elementi tipicamente culturali stravolgono l’intero contesto narrativo.
Un MD che vale appieno il proprio prezzo d’acquisto, finalmente completo in ogni suo aspetto e piacevole ad ogni singola pagina. Da avere, leggere, capire e custodire gelosamente nella libreria e nella mente.
Da bravi, in edicola, su.