E' in edicola da qualche settimana il volumetto PAPERINO. AVVENTURE & RISATE, ovvero DISNEY TIME #51, che ripropone la selezione di storie confezionata per l'introvabile DISNEY COMICS #8 (2008). Dopo la pubblicazione di DISNEY COMICS #11 (2008) intitolato PAPERINO. MISSIONE SEGRETA, che ristampava innumerevoli recentissime storie della PIA, sottoforma di SPECIALE DISNEY #49, i più pessimisti avrebbero potuto pensare ad un numero scialbo, poco interessante, ricco di storie recenti e noiose.
E invece no! Già, perché il volume, datato marzo 2009, è una vera e più che positiva sopresa: contiene infatti alcune fra le migliori avventure realizzate dai maestri italiani, tra cui Cimino e Scala. Ma andiamo con ordine.
La prima storia proposta è PAPERINO VICERE' SOTTOMARINO (1969), realizzata da un ottimo Rodolfo Cimino: l'avventura è tipicamente italiana, infatti come in altre vicende per un breve momento qui è Paperino ad aver la meglio, a godere delle sue scoperte, in questo caso quella della corona di vicerè del mare, trovata casualmente durante una immersione, che gli consente di recuperare tesori sommersi altrimenti irraggiungibili. Aggiungendo poi, gli ancora acerbi, ma già buoni e anche molto gustosi, disegni di Massimo De Vita otterremo un capolavoro vero e proprio: parere positivo, quindi!
Segue un'altra storia ciminiana, questa volta disegnata da Giorgio Cavazzano: in ZIO PAPERONE E "L'OCCHIO DI ZAMPIRONE" (1971) assistiamo a un ritorno di Paperino al ruolo di co-protagonista, insieme ai nipotini, mentre il vero personaggio dell'avventura è Paperone. Anche qui ci troviamo di fronte a una storia interamente ciminiana, con caratteristiche già usate in precedenza da lui (la paura per lo zione, il misterioso e stravagante popolo e così via) ma che qua, come in ogni sua vicenda, compaiono in modo assolutamente diverso. Cavazzano poi è nel suo periodo migliore: la caratterizzazione grafica dei personaggi, soprattutto i paperi, ma anche dello strano popolo, è fantastica, così come alcuni suoi paesaggi. Promossa senza esitazione, ovviamente!
Abbiamo poi la stralunata ZIO PAPERONE E IL MISTERIOSO GHEPI (1969), storia di Guido Martina in cui il solito zione ha in mente di sfruttare un'attività insolita ma, a parole sue, redditizia: il Ghepi, una rana che produce una buona quantità di elettricità, a differenza delle sue simili che non ne fanno a sufficienza. Ebbene, questo è il primo scoglio del numero: infatti dopo la prima parte della storia, alquanto ironica e interessante, si cade nel già visto e si risolve in modo frettoloso, metodo già usato, comunque, da Martina. Per fortuna i redattori hanno pensato bene di affibbiargli gli splendidi disegni di Romano Scarpa, inchiostrato da Cavazzano, il che la salva. Se alla storia fossero stati abbinati i disegni di Franco Lostaffa, potremmo stare certi che non l'avremmo vista in questo volume.
Ci sono poi ZIO PAPERONE E LO "SCOOP" ECOLOGICO (1983), la storia più recente del numero, ma non la peggiore. Infatti è una storia ottima, che fa parte del filone di Acciuga, un gabbiano amico dei paperi, che vive su un'isoletta insieme al Capitano Seagull. Entrambi esordiscono in ZIO PAPERONE E I CANNONI DELLO "SMUGGLER" (1982). Questo simpatico personaggio vende cimeli antichi per guadagnarsi qualche soldarello che spende ogni volta in sardine in scatola, di cui è appunto goloso.
Le storie di questo ciclo, sette, sono state tutte realizzate da Guido Scala, che ne ha curato testi e disegni. In particolare, questa è la penultima avventura del filone, che non ha ancora avuto, tuttavia, una precisa conclusione. Premesso che adoro questa piccola serie, ho adorato fin da piccolo la storia perché già da ragazzo trovavo appassionanti gli scenari marini e i loro abitanti, qui rappresentati in maniera non troppo realistica ma ugualmente apprezzabile.
L'altra vicenda è una classica avventura del filone paperoniano di Pezzin, qui non accompagnato dal consueto Cavazzano, bensì da Giovan Battista Carpi, che tuttavia non è da meno di Giorgio, anzi, ne sostituisce la grafica in modo eccellente. Il titolo è ZIO PAPERONE E LA FATTORIA ORBITALE (1979) e la trama è tipicamente pezziniana. Non mancano neppure elementi vagamente ciminiani. L'avventura è però assai tipica di Pezzin, con sequenze spassose e spettacolari! Ottima, quindi, degna di comparire in questa raccolta il cui titolo più adatto, a questo punto, sarebbe stato ZIO PAPERONE. AVVENTURE & RISATE...
Troviamo poi una epica vicenda di Gian Giacomo Dalmasso, ancora con lo zione protagonista, disegnata da un qui maturo Massimo De Vita: ZIO PAPERONE E IL PETROLIO TEXANO (1974), storia molto martiniana (i Bassotti al servizio di Rockerduck sono tipici del professore), anche nella caratterizzazione di Paperone. I disegni sono più che buoni, ben più vicini a quelli del De Vita odierno piuttosto che nella vicenda del 1969. In effetti i 5 anni che distanziano le due storie sono stati determinanti per lo stile del maestro... di cui sinceramente preferisco lo stile più tardo.
Ecco poi la chicca del numero, l'avventura più remota nonché, secondo il mio parere, la più interessante: PAPERINO E LA FINE DEL MONDO (1961) storia completa di Bottaro. Pubblicata recentemente, l'avventura tocca, seppur con molta ironia, argomenti come la morte (dello zione) e lo scrosciante terrore di Donald per l'imminente (?) fine del mondo... disegnata da Bottaro in modo ottimo, seppur molto "antiquato" e lontano, ma allo stesso tempo vicino, ai giorni nostri.
Abbiamo poi due grandi storie degli anni '70: ZIO PAPERONE E IL CALIFFO DELLA MEZZALUNA (1972), di Guido Martina e Giulio Chierchini, e PAPERINO E LE GAMBIERE DI "JACK ZUCCHERINO" (1974), di Rodolfo Cimino e Guido Scala. La prima, molto migliore di quella del Ghepi, è una avventura molto martiniana di Paperino, Paperone e nipoti, ottimamente disegnata da Chierchini, molto adatto alla grafica di queste avventure, grazie al suo tratto duro e freddo. Sicuramente, però, altre vicende di Martina, migliori di queste, avrebbero trovato accoglienza più calda (parlo di avventure come ZIO PAPERONE E L'OPERAZIONE ZUKKADOR (1973) o ZIO PAPERONE E IL DRAKKAR VOLANTE (1971), citanto tanto per citare). Più meritevole di questa è la seconda, splendida storia Western resa ancora migliore dai disegni di Scala, qui al suo periodo più interessante. Tralasciando sequenze epiche come la mitica "Amadriade cinocefala", in questa avventura, oltre a una tribù di indiani fondamentale per lo svolgimento della vicenda, vediamo Paperone aiutare (diciamo aiutare per non scadere in termini poco dignitosi!) Paperino fornendogli le attrezzature per battere il suo rivale. Una delle storie migliori del numero, dunque, degna di apparire fra le migliori storie di Paperino mattatore assoluto.
Gli ultimi tre capitoli del volume sono una full-immersion di Cimino. Oltre a una storiella leggera, ma ugualmente buona, soprattutto perché divertente e dal ritmo serrato, forse anche per merito di Cavazzano, PAPERINO E LA SFIDA MANCATA (1970), fanno capolino due imperdibili storie del maestro: la mitica ZIO PAPERONE E L'AURUM NIGRUM (1965), a cui è legato un piccolo aneddoto che presto racconterò, splendidamente resa da uno Scarpa maturo e flessibile, anche forse per merito della cavazzaniane chine, e l'avventurosa ZIO PAPERONE E IL MUSCHIO DEL MOLOCH (1972), in cui vediamo una delle consuete crisi paperoniane che conduce il mitico trio (Paperone, Paperino e nipoti) in un'appassionante e spassosa vicenda disegnata da Cavazzano. Ottime tutte e due, quindi, e degne di essere ricordate in un volumetto come questo.
Lodevole e sorprendente iniziativa, quindi, che soddisferà pienamente sia i lettori più navigati che i novellini.
Saluti.
GGG
da
http://disneyapalate.over-blog.net/article-28766720.html