Sembra proprio che possiamo scordarci, almeno per l’immediato futuro, un numero di “
Tesori Disney” che raccolga il ciclo dei
Racconti Attorno al Fuoco ideato e scritto dal grandissimo Rodolfo Cimino. Una delle sezioni tematiche di questo numero del “
Disney Big” infatti presenta tre storie del ciclo, ed essendo 9 in tutto in tre numeri del mensile dovremmo avere tutti quanti i racconti. Forse un po’ scomodo, e forse un po’ poco per celebrare degnamente il decennale della pubblicazione della prima storia del ciclo, ma meglio che niente. Inoltre è apprezzabile lo strillo in copertina ad annunciare l’evento, pur con un errore che persiste anche nel sommario quando si titola la sezione: i racconti vengono detti “intorno” quando la dicitura corretta è “attorno”, ma non soffermiamoci su certi dettagli.
Nonna Papera e i Racconti Attorno al Fuoco:Il Bel Cavaliere e la Regina del Lago Perduto –
Ombretta e l’Angolo dei Salici –
Il Tamburino e i 3 Soldi del Destino Intanto indispettisce il fatto, tornando al “nerd mode ON”, che non le pubblichino in ordine cronologico di uscita… le prime due presenti sono anche le prime due uscite, ma poi fanno un salto con l’ultima proposta. Costava così tanto un minimo di ordine? [/nerd mode OFF]
Le storie sono magnifiche: una tripletta che non consiglio di leggere tutta d’un fiato perché sennò andate incontro a un’overdose di emozioni, commozione e lacrime. Già prese singolarmente fanno sgorgare un commosso pianto per quanto sanno toccare le corde del cuore. Cimino si conferma qui sceneggiatore molto sensibile, come se non l’avesse già dimostrato con la saga di Reginella, e scrittore vero capace di parlare direttamente all’anima.
La prima storia si occupa innanzitutto di mettere le basi di tutto il ciclo, specificare cioè quella che sarà la cornice di tutte le avventure future: Nonna Paperi con tanto di vecchio carro dei pionieri indice un weekend in stile bei tempi andati, portando Paperone, Paperino, i nipotini e Paperina ai margini del deserto poco fuori Paperopoli. Cimino inoltre cita Carl Barks nelle prime tavole, quando Paperino medita di andare alla ricerca di punte di freccia indiane (come nella bellissima
Zio Paperone e le Sette Città di Cibola).
Comunque quello che offre Nonna Papera al parentado non è solo il magnifico paesaggio, e nemmeno l’ottimo cibo, ma anche splendidi racconti “di quelli che i pionieri si raccontavano attorno al fuoco dei loro bivacchi” come dice lei stessa, racconti che sentì da giovane e che vuole tramandare. Ancora una volta il senso di familiarità, di unione, dell’importanza dei legami affettivi e famigliari, del cibo come momento di congiungimento (ma cibo guadagnato col sudore della fronte, i Paperi devono infatti lavorare per procurare la legna, attizzare il fuoco ecc) si mostrano come valori importanti per lo sceneggiatore, che finalmente per bocca di Nonna Papera ci introduce nel primo racconto. La storia di un cowboy, bravo ragazzo, che al posto delle armi usava la chitarra, è un’immagine così archetipa da una parte e romantica dall’altra da restare impressa. Perso nel deserto senza cibo, grazie al suo non recriminare niente alla vita ma anzi, voglioso di cantare a lei anche nel momento estremo, conoscerà il grande amore, una sirena regina di un lago nascosto.
Ovviamente la storia non finisce così, varie complicazioni si mettono in mezzo per complicare la vicenda, e il tutto fa sì che noi ci affezioniamo al protagonista, di cui possiamo osservare gran parte della vita. Un’ottima storia, romanticamente malinconica e deliziosamente avvincente. La filosofia del non recriminare contro il fato avverso è poi decisamente originale. Segnalo che in questa ristampa le pagine 312 e 313 sono invertite.
La seconda storia è ancora incentrata sull’amore tra due giovani, avverso dalla differenza di ceto sociale. Questa volta Cimino ci regala una storia dallo stampo più classico nella trama, anche nell’avversario del protagonista Bill, che vorrebbe conquistare il cuore della protagonista femminile, l’Ombretta del titolo. La bellezza della storia sta nello spaccato storico (l’avvento della ferrovia), nel cattivo (un imprenditore sbruffone che crede che tutto gli sia dovuto), nella madre di Ombretta (che prima avversa l’amicizia speciale per Bill, ma da anziana invece capisce e accetta… un’evoluzione caratteriale molto sensibile). E nell’Angolo dei Salici, il posto preferito dai due innamorati per incontrarsi. Finale romanticissimo e dolcissimo. I protagonisti sono cani antropomorfi dall’aspetto di essere umani, al contrario del primo racconto dove erano paperi.
L’amore uomo-donna è più marginale nella terza storia proposta, una delle storie migliori di tutto il ciclo. La storia del tamburino Tom è meravigliosa a dir poco, in un solo colpo Cimino ci dà uno spaccato credibile della guerra che sempre crea danni, la guerra che pretende anche la vita e le forze di chi è ancora giovane ed è costretto a farsi adulto prima del tempo, la miseria profonda e le ingiustizie che la guerra crea soprattutto tra la popolazione dei civili, la solidarietà che può esserci anche tra avversari…. Ma non solo, anche l’amore sconfinato per la propria madre, oltre che per una propria coetanea. Il piccolo Tom, arrivato tamburino e presto trasformato in soldato, nel corso di una missione si trova in un brutto guaio. Il grande sentimento di una vecchia indiana, guidata in sogno dalla madre di Tom, salva il ragazzo e l’affetto “da nonna” che la vecchia prova per il protagonista è commovente e molto ben descritto. Inoltre fa sì che la vecchina per proteggerlo gli dia tre monete: un soldino di speranza, uno di carità e uno d’amore, che Tom saprà usare giustamente.
Tre storie magnifiche, complete, con trame avvincenti e mai banali (forse giusto un pochino nelle premesse della seconda), e la capacità di inserire all’interno di questi racconti una miriade di spunti, di morali, di temi dell’umano e di sentimento puro e mai stucchevole, ma sempre denso di significato e dolcezza. Al grande valore narrativo si deve aggiungere lo splendido disegno, ad opera in tutte e tre le storie di Giorgio Cavazzano. Trovo che egli dia il meglio di sé nella terza storia (che però è da notare che si pone anche 3 anni dopo le altre due), soprattutto nella figura del tamburino che è davvero disegnato in modo simpatico e adattissimo (con i due occhi tratteggiati come punti neri). Ma anche nelle altre due il tratto di Cavazzano è perfetto e piacevolissimo, per esempio nei due protagonisti della prima storia, o negli ambienti stupendamente ritratti del secondo racconto.
Da leggere, rileggere e conservare.
Il volume offre comunque molte altre storie interessanti. Tra queste mi hanno favorevolmente colpito
Zio Paperone e la Battaglia Idrica (Cimino/Cavazzano), con un classico e piacevole scontro tra Paperone e Brigitta, alleata con Filo Sganga. Un’altra storia decisamente stupenda è
Zio Paperone e il Mistero di “Persecutor” (Cimino/Gatto), in cui Paperone, a partire dai bisticci con venditore ambulante di mele che danneggerebbe le vendite dello Zione, inizia a sentirsi perseguitato dalle autorità. Se all’inizio Cimino ci mostra il lato orgoglioso di Paperone, disposto a spendere anche molti soldi per orgoglio e per non tirarsi indietro nella lotta, la storia prende poi una piega quasi profetica. Leggendola oggi, vedere Paperone ossessionato da sindaco, vigili e… giudice, credendo che ce l’hanno tutti ingiustamente con lui per una sorta di complotto e di odio ingiustificato dettato da invidia, non ha potuto davvero non farmi venire in mente un certo personaggio della politica italiana. E la storia è del ’66.
Divertenti
Paperino e la Battaglia delle Bottiglie (Barosso brothers/Rebuffi) e
Paperino e l’Acqua Platinia (Martina/Bordini).
Paperino e la Telefonata Urgentissima (Chendi/Cristina) è un piccolo capolavoro comico, in cui il protagonista deve telefonare a tutti i costi per confermare la sua adesione a un incarico prestigioso. Ma sembra che tutti i telefoni gli siano preclusi! Bellissimo vedere che nel ’71 il telefono avveniristico di Archimede stupisce innanzitutto perché… ha i tasti invece che la rotella!
Interessante è
Zio Paperone e la Bolletta Disastrosa (Milton/Gatto) vedendo i nipotini abili nel gestire i guai degli inetti impiegati dello Zione, e per i bei disegni di Luciano Gatto.
Degna di nota è
Pippo e l’Appunto Svanito (Michelini/Narciso) soprattutto per i disegni: il Topolino e il Pippo di Massimiliano Narciso sono graziati da un tratto particolare, che ai tempi non riuscivo a gradire molto (in realtà Narciso mi straniava più che altro coi Paperi) ma che in questa storia ho trovato molto interessante, promosso.
Divertenti anche le tre storie su Umperio Bogarto:
Umperio e Paperoga in… Non Scattate Quella Foto (Bosco/Milano) è carina e poco più;
Elementare, Paperoga! – Sorveglianza Strettissima (Valentini/Lucci) è molto simpatica, e i disegni sono eccellenti, un tratto moderno e molto piacevole a vedersi;
Umperio Bogarto e l’Inaccettabile Sfratto (Salvagnini/Barozzi) carina ma banale.