Buena Vista Lab # 6 - La Vera Storia di Novecento (Baricco - Faraci - Cavazzano)
La collana Buena Vista Lab viene ripescata dopo due anni di oblio per ospitare la ristampa di quella che a mio parere è probabilmente la più bella storia a fumetti appara sul settimanale Topolino nel corso del 2008, "La vera storia di Novecento".
Comprai apposta il numero che la conteneva, immaginando sarebbe stata un capolavoro vedendo i nomi coinvolti, e non mi sbagliai. La storia è un capolavoro, a tutti gli effetti. I personaggi Disney vengono presi da Faraci, ormai tra i più esperti scrittori di roba Disney, e vengono usati nel modo corretto, tutti quanti. Il bello è che questo "modo corretto" non è niente di trascendetale, ma semplicemente credere che siano personaggi in carne ed ossa. E che in quanto tali, per quanto abbiano sembianze di animale antropomorfi e siano esenti da concetti puramente umani come lo scorrere del tempo e altri "limiti", possono vivere qualunque tipo di avventura, perchè non hanno i nostri limiti appunto ma anche perchè come gli esseri umani sono sfaccettati, imprevedibili e per lo più incodificabili.
Faraci lo sa, e anche Baricco sembra, dato che le pennellate e i suggerimenti che dà per questa storia sono preziosi e corretti. Il tutto contribuisce a creare un'ottima avventura in costume, dove Topolino è il trombettista-voce narrante, Basettoni il capitano della nave, Manetta il suo secondo, Macchia Nera un perfetto Blackspot, e soprattutto Pippo è un credibilissimo Novecento.
Prima di leggere questa storia l'anno scorso io avevo solo visto il film di Tornatore ispirato al testo teatrale/libro di Baricco, La leggenda del pianista sull'oceano. Ne ero sempre rimasto incantato. Subito dopo aver letto la storia, comprai il libriccino. E' ancora meglio, una breve ma intensissima storia, di quelle che ti entrano dentro e non escono più. Bene, il fumetto non è secondo a nessuna delle altre versioni di Novecento. E' solo un altro medium che narra questa storia, che come dice Baricco "val la pena di essere raccontata". E i personaggi Disney, dopo decenni di parodie, dimostrano ancora una volta di essere naturalmente predisposti a interpretare meravigliosamente qualunque tipo di personaggio.
Tutto il cast è usato alla perfezione, Macchia Nera è riscoperto nella sua natura più vera e Pippo... be', è proprio vero, ha l'animo di Novecento, sognatore, fuori dal mondo, son una sua logica laterale ma perfettamente parallela a quella comune, non un semplice folle stupido come decine di mediocri storie ce lo hanno presentato.
I disegni di Cavazzano, poi... la sua scelta era scontata, una grande storia per Tito è quasi sempre sinonimo di Giorgio alle matite. Il che contribuisce a rendere la grande storia ancora più grande. Cavazzano è divino, il suo Macchia Nera stanco e sudato in primo piano in una vignetta è qualcosa di incredibile, la scioltezza di Pippo è invidiabile, i panorami del piroscafo Virginian unici.
Ora... ad appena un anno di distanza, c'è un vero senso di ristampare questa storia in una volume da quasi 7 euro, oltre a quello di spennare i poveri nerd amanti del buon fumetto? Sì e no, direi.
Sì, perchè l'edizione non può non soddisfare il lettore. La copertina riprende la copertina di Topolino n. 2737 dove la storia ha esordito, rielaborandolo però, dandogli un retino marroncino in tandem con il contorno, marroncino appunto e ricamato, e in cui campeggia orgoglioso e stupendo il titolo, oltre che i tre nomi degli autori. Le alette della copertina e della quarta di copertina riportano le biografie in breve e le parole che la De Poli aveva scritto l'anno scorso sul Topo, e l'insieme conferisce un'aria di lusso che fa sì che il volume ben campeggi anche nelle librerie.
I contenuti sono sotanziosi: una nuova intervista di Faraci a Baricco, preceduta da un'interessante descrizione di Tito sulla nascita dell'idea; la riproposizione delle domande a Cavazzano, fatte l'anno scorso; pagine di scenggiatura e bozzetti di Giorgio; (punta di diamante) 6 tavole inedite di "Errori sul set", che mostrano quello che succedeva nel dietro le quinte del set mentre i personaggi recitavano, altro modo di intendere reali e realistici i personaggi - tutte molto divertenti, specie quella del dialogo tra Mickey e Macchia, quella della copertina e quella di Topolino perfettino; un interessante articolo di Enrico Remmert sulle varie incarnazioni della storia di Novecento e le biografie dei 3 autori (questo come ogni precedente Buena Vista Lab).
Ma c'è anche un no. E' chiaro, chi ha amato la storia non può non volerla valorizzata in tal modo su un volume del genere, ma sembra quasi una presa in giro per chi comprò Topolino apposta per quella storia, facendola uscire a così breve distanza di tempo. Meglio sarebbe stato allora farla uscire direttamente in un volume a sè l'anno scorso, ridando così la sua natura originaria al Lab che di per sè avrebbe dovuto presentare graphic novel inedite. Quale miglior luogo originale per questa perla? Certo, storie così impreziosicono il settimanale, ma questa storia è a mio parere differente da altre grandi storie Disney, ha un qualcosa di diverso (anche dalle Grandi Parodie, checchè ne dica Mollica in apertura di volume)... insomma, Casty ce lo vedo bene a impreziosire Topolino, anche Faraci con storie come il ciclo di Manetta o L'ultimo caso, ma questa che è una vera e propria storia-evento l'avrei ben vista direttamente qui.
Se questo fosse stato il la per riprendere la testata con una nuova concezione, cioè la ristampa di storie apparse recentemente su Topolino ma che meritano una riproposizione su un volume a sè, sarebbe stato diverso. Ma Faraci non sa niente di un'ipotesi del genere, e ufficialmente fra 3 mesi in edicola non ci sarà nessun nuovo numero della testata. Peccato.
In definitiva, una storia bellissima, stupenda, da avere in questa edizione anche se la si ha su Topolino, per la storia in sè e per i contenuti extra che il volume offre. Volume promosso.