Fortunatamente trovato oggi al secondo tentativo. Grafica superlativa, dalle pagine lucide e spesse, fino alla copertina ritrattata ad hoc. Bellissime anche le interviste, molto "vive" che ho letto con grande piacere e anche le didascalie alle foto, molto simpatiche. Continuando sui dettaglii accessori ho trovato le tavole inedite (si sa disegnate per l'occasione) eccellenti, divertenti, dissacranti (quella di Macchia Nera con il panino è bellissima) disegnate da urlo -l'intera storia con quel tratto a matita sarebbe stata l'apoteosi- e quindi piacevoli. Così come la storia del monologo di Baricco, da opera teatrale a film.
Poi chiaramente passiamo dagli accessori al vero corpo: La vera storia. Un titolo che suona come un'antonomasia. L'ho letta per la prima volta ed è stata un'esperienza irripetibile. Facilmente potremmo scrivere pagine e pagine per commemorare questo gioiello ma forse non è questo il momento e chissà neanche il luogo. Novecento è una sorta di trasposizione: è il brivido, l'emozione, la poesia, la malinconia, l'immensità, l'intimità, il genio, l'umiltà, l'ironia che da idee immtuabili nel cielo scendono a diventare disegni e parole, didascalie pregne di poesia come poche altre volte avevo provato. Un brivido continuo lungo la pelle che faticava a spegnersi anche a lettura ultimata. Un trasporto, un sentimento, un amore verso questa storia come forse mai avevo provato prima, un vortice di sensazioni che ti aliena dal resto del mondo finché, con sommo rammarico non si deve leggere la parola fine. Perché vorresti non fosse mai fine a questo lungo sogno, immenso e travolgente come le onde dell'oceano.
Inutile parlare di tecnicismi, di caratteristiche peculiari, di analisi. Perché talvolta non c'è spazio per la razionalità, c'è solo la passione e l'emozione. E quando un uomo riesce a provarli allora, forse anche per un attimo fugace, può dirsi felice. Ed io sono stato felice.